Min?ing, punto e partita per AMD

Torniamo a occuparci di Bitcoin, con questo secondo articolo che espande e completa la prima parte pubblicata alcune settimane fa. Scopriamo come funziona il mining e se conviene, ma soprattutto cerchiamo di capire le implicazioni economiche e finanziarie.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Mining

Come abbiamo accennato nel primo articolo, uno dei concetti più interessanti di Bitcoin è il fatto che chi vuole può prendere parte al conio di nuove monete digitali. Per farlo è sufficiente il software adeguato, come per esempio il client ufficiale; ma soprattutto è una questione di hardware.

Minare e "trovare" nuovi Bitcoin significa sostanzialmente aggiungere un nuovo blocco alla blockchain. Quest'ultima nacque il 2 gennaio 2009 (Wikipedia), presumibilmente a opera dello stesso Nakamoto, con il primo blocco -  denominato "Genesis Block".

Bitcoin, il picco di valore dello scorso aprile

Storia a parte, minare Bitcoin richiede potenza hardware. E più ce n'è, meglio è. Si tratta infatti, da un punto di vista tecnico, di aggredire violentemente dati protetti con una variante dell'algoritmo SHA-256 (da qui in avanti parleremo semplicemente di SHA-256). Ed è una cosa molto complicata per un computer: immaginate di avere tra le mani un lucchetto a combinazione, di quelli con tre cifre, e di tentare manualmente tutte le combinazioni possibili fino a che trovate quella giusta.

Ecco, il "brute forcing" dell'algoritmo SHA è sostanzialmente la stessa cosa, solo che le possibili combinazioni sono miliardi. Se avete un notebook da lavoro con scheda grafica integrata Intel, è meglio lasciar perdere: si rischia di trovarsi il computer "collassato" e non trovare mai neanche mezza monetina.

Chi fa mining infatti preferisce usare desktop con potenti schede grafiche, ma non tutti ritengono che sia una buona idea. Usare un computer che consuma centinaia di watt, infatti, costa denaro - e bisogna far bene i propri conti per capire se la spesa in elettricità e quella per l'hardware si recupera con i BTC guadagnati.

Minare con la GPU: punto e partita per AMD

Usare solo la CPU per il mining è un'opzione da scartare, ma non per questo bisogna rinunciare a usare il proprio hardware. La scheda grafica, anzi molte schede grafiche, possono infatti rivelarsi molto utili. E tra i due grandi produttori, AMD è in vantaggio quando si tratta di BTC.

La preferenza verso AMD dipende dal fatto che SHA-256 è un algoritmo all-integer. Le schede Nvidia (almeno alcune) spadroneggiano quando si tratta di prestazioni in virgola mobile (floating point), ma le loro avversarie primeggiano con le istruzioni integer necessarie per SHA-256. Il risultato è che le schede Nvidia sono più lente di quelle AMD, e questo le rende poco o per nulla redditizie per il mining di BTC, mentre fa delle AMD Radeon le celebrità indiscusse.

Sistema di mining con AMD Radeon HD 5830

Minare con le GPU significa sfruttare la loro capacità di eseguire software scritti con OpenCL come, appunto, quelli di mining. Generalmente è preferibile scegliere una scheda madre che possa ospitare quante più schede grafiche possibile. Quattro potenti schede Radeon, una motheboard di fascia alta e tutto il resto dei componenti: un PC per minare BTC non costa poco, e consumerà centinaia di watt. Vedremo più avanti se ne vale la pena.