Proposta Google all'Antitrust UE: mettiamo le etichette?

Secondo il Financial Times Google avrebbe proposto all'Antitrust UE un sistema di etichettatura dei servizi online per esplicitare nei risultati delle ricerche la proprietà dei servizi. In questo modo la trasparenza sarebbe massima. Peccato che non si parli di web ranking.

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a cura di Dario D'Elia

Google sta pensando di mettere un'etichetta a tutti i suoi prodotti che compaiono nei risultati delle ricerche online, in modo da evitare la scure dell'Antitrust UE. Secondo indiscrezioni intercettare dal Financial Times questa potrebbe essere una delle soluzioni al problema trasparenza. In pratica l'idea è di esplicitare l'appartenenza di servizi e prodotti presenti su Google, in modo che siano nettamente distinguibili rispetto agli altri. Di primo acchito non sembra altro che la replica concettuale del sistema "link sponsorizzati", che oggi consente di discernere le campagne pubblicitarie a pagamento dai risultati delle ricerche.

Con l'etichetta cambia tutto e niente

"Google comunque potrebbe continuare a mettere i suoi concorrenti alla pagina 35 dei suoi risultati, quindi qualsiasi soluzione dovrebbe fare di più", ha commentato Ben Edelman, docente associato alla Harvard University.

Il tema è quello di sempre: Google è accusata di sfavorire gli avversari e indicizzare meglio le proprie attività. La sensazione è che attivi una sorta di trattamento speciale interno che aggiri le regole del web ranking. Il problema è che la materia è complessa, tanto più che l'Unione Europea si sta occupando del caso da almeno tre anni. Il Commissario Antitrust Joaquín Almunia ha lasciato intendere che le indagini siano ormai giunte alle battute finali, ma è evidente che ogni iniziativa dovrà essere adottata in punta di bisturi più che di accetta. Il rischio è di bloccare un intero settore industriale, anche perché in Europa Google detiene il 95% del segmento ricerca online.

Negli Stati Uniti la Federal Trade Commission sta vagliando attentamente la questione, ma la sensazione è che aspetti l'esito della querelle europea per tirare le somme.

In ogni caso è chiaro a tutti che il vero problema non sia l'interfaccia online bensì il motore che stabilisce il web ranking. D'altra parte il motore di ricerca è di Google, così come il brevetto correlato.