Le pratiche commerciali aggressive e vietate

Scopriamo come riconoscere e proteggerci dalla pubblicità ingannevole.

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a cura di Tom's Hardware

Le pratiche commerciali aggressive

La pratica aggressiva ex art. 24, d.lgs. n. 146/2007, è quella pratica commerciale che, "tenuto conto di tutte le caratteristiche e circostanze del caso, mediante molestie, coercizione, compreso il ricorso alla forza fisica o indebito condizionamento, limita o è idonea a limitare considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio in relazione al prodotto e, pertanto, lo induce o è idonea ad indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso".

Pertanto, mentre le pratiche ingannevoli ledono la libertà del consumatore, andando ad incidere, distorcendolo, sul percorso cognitivo che induce ad adottare o meno una decisione di natura economica, le pratiche aggressive ledono tale libertà mediante l'esercizio di indebite pressioni, fisiche o psicologiche.

Sintesi: la "pratica commerciale aggressiva" avviene quando il venditore, con pressioni fisiche o psicologiche, induce l'acquirente a prendere una determinata scelta d'acquisto, che non sarebbe avvenuta senza queste pressioni.

Una pratica ingannevole, e vietata, è affermare che un prodotto sia approvato da organismi pubblici o privati

Alcune pratiche sempre vietate

Al fine di rendere evidenti le pratiche commerciali scorrette, è prevista una "lista nera" di pratiche commerciali considerate sempre vietate, perché valutate ex lege ingannevoli o aggressive. In particolare, la nuova disciplina ha previsto un elenco di pratiche ingannevoli ed uno di pratiche aggressive "in sé e per sé", ossia considerate tali (ingannevoli o aggressive) a prescindere da qualsiasi dimostrazione in ordine alla diligenza professionale o in ordine alla loro idoneità a falsare le scelte del consumatore.

Ad esempio, sono pratiche in ogni caso ingannevoli, tra le altre, quelle che consistono nell'asserire, contrariamente al vero, che un professionista, le sue pratiche commerciali o un suo prodotto sono stati autorizzati, accettati o approvati da un organismo pubblico o privato.

Parimenti, sono in ogni caso aggressive quelle pratiche consistenti nel creare l'impressione che il consumatore non possa lasciare i locali commerciali fino alla conclusione del contratto, ovvero l'effettuare ripetute e non richieste sollecitazioni commerciali per telefono, via fax, per posta elettronica o mediante altro mezzo di comunicazione a distanza.