Il presidente degli Stati Uniti ha una forte influenza sul bilancio e sul programma NASA. Spetta infatti a lui nominare amministratore e vice amministratore NASA (le più alte posizioni di leadership dell'Agenzia). Inoltre le proposte di bilancio del presidente e le sue richieste influenzano profondamente le attività spaziali.
Nonostante questo John Logsdon, professore emerito di scienze politiche e affari internazionali alla Elliott School George Washington University of International Affairs di Washington, ha spiegato nel corso della campagna elettorale che "nessun candidato presidenziale ha mai vinto in uno Stato sulla base della sua posizione sul programma spaziale". Tuttavia "ogni candidato, in una forma o nell'altra, deve esprimere la sua posizione sullo Spazio nel corso della campagna elettorale". E Donald Trump non ha mancato di farlo. Vediamo quindi quali sono le sue promesse, che trovate in maggior numero sul sito di The Planetary Society con tutti i link del caso.
Il 25 ottobre, nel corso di un comizio in Florida, Trump ha spiegato che intende "liberare la NASA dalla restrizione di servire principalmente come agenzia di logistica per la bassa orbita terrestre. Bisogna ripristinare la sua missione di esplorazione spaziale. In quell'occasione ha aggiunto: "una pietra miliare della mia politica sarà ampliare notevolmente i partenariati pubblico-privato per massimizzare la quantità di investimenti e i finanziamenti disponibili per lo sviluppo e l'esplorazione dello Spazio".
In un'intervista del 20 ottobre con SpaceNews ha espresso il concetto in maniera ancora più forte: "la NASA dovrebbe essere focalizzata principalmente sulle attività nello Spazio profondo [...]. L'esplorazione umana dell'intero Sistema Solare dovrebbe essere l'obiettivo della NASA entro la fine di questo secolo. Sviluppare le tecnologie per soddisfare tale obiettivo farà emergere i limiti delle nostre conoscenze attuali, ma dovrebbe essere una motivazione per spingere sulla Scienza e l'esplorazione". Riguardo alle attività nella bassa orbita terrestre, ha aggiunto che "non ha molto senso sviluppare molti veicoli di lancio pagati dai contribuenti, tutti essenzialmente con la stessa tecnologia. Una politica coordinata dovrebbe sfruttare le soluzioni del settore privato che non richiedono necessariamente investimenti pubblici".
Si andrà quindi verso una spinta al programma spaziale? Forse. Il 20 settembre in una risposta scritta a una domanda di ScienceDebate Trump ha sottolineato come "[...] un programma spaziale forte [...] porterà milioni di posti di lavoro e migliaia di miliardi di dollari di investimenti in questo paese". A Trump è anche chiaro che gli USA non possono fare tutto da soli: "dobbiamo cercare partner a livello mondiale, perché lo Spazio non è una proprietà esclusiva dell'America. Tutta l'umanità ne beneficerà".
Di recente Obama aveva posto come obiettivo di vitale importanza per la storia degli Stati Uniti l'invio di essere umani su Marte a partire dal 2030. Come raccoglierà Donald Trump questa sfida? Qualcosa si può dedurre dalle sue dichiarazioni del 21 luglio 2016: "47 anni fa la nostra nazione ha fatto qualcosa che nessuno pensava che potessimo fare: siamo stati i primi a mandare un uomo sulla Luna. È il momento di essere ancora una volta il numero uno. [...] in qualità di presidente, ci sarà ancora una volta in cui l'America sarà numero uno".
Tuttavia non sono mancate le occasioni in cui il tycoon ha fatto una parziale marcia indietro. A maggio 2016 alla domanda se Marte sarà un obiettivo primario per la NASA ha risposto così: "molte delle raccomandazioni della mia amministrazione dipenderanno dal nostro stato economico. [...] Se la nostra preparazione militare tornerà a livelli accettabili, allora potremo dare un'occhiata alla timeline per l'invio di più persone nello Spazio".
E quanto agli investimenti pubblici, il 10 ottobre Trump aveva risposto a una domanda di SpaceNews spiegando: "la mia amministrazione esaminerà le priorità di spesa e farà gli aggiustamenti necessari. Come uomo d'affari sono consapevole dei molti vantaggi derivati dalle invenzioni e dalle scoperte scientifiche che non sarebbero avvenute senza il programma spaziale". La risposta non è chiara e in definitiva rimanda al Congresso per la definizione delle priorità e al dopo elezione per stilare la lista delle missioni.