Spot sulla birra generato dall’IA diventa virale, è assurdo

Le immagini sono degne della migliore tradizione surrealista, con qualche pizzico di horror. Come spot però non sarebbe molto efficace

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Un’intelligenza artificiale ha creato lo spot per una birra immaginaria. Si riconoscono alcuni elementi tipici di questi prodotti, ma il video è diventato virale per la quantità di cose assurde e mostruose che contiene.  Intitolato "Synthetic Summer", il video di 30 secondi è apparso circa una settimana fa e, secondo l’analisi di Ars Technica, è stato creato “utilizzando il nuovo modello Gen-2 AI di Runway”, uno degli algoritmi disponibili per la creazione di video. Il video è un tentativo di spot per una marca di birra immaginaria, e mostra un gruppo di persone che si diverte intorno a un barbecue, durante una bella giornata estiva. Ciò che si vede va dal leggero impressionismo alla totale allucinazione, con lattine infuocate, mascelle giganti, fiamme infernali, di tutto e di più. Il materiale, forse, potrebbe piacere a registi come David Cronenberg o Rob Zombie, ma non sono certo che sia adatto per vendere una bevanda moderatamente alcolica.

O magari l’intento è rappresentare le conseguenze di un’assunzione eccessiva, magari mischiata a troppo cibo?

Comunque sia, sono problemi e difetti che abbiamo visto diverse volte, sia nelle immagini che nei video generati, ma questo esempio è forse quello più estremo (finora). Pare tra l’altro che dei produttori umani abbiano selezionato le parti migliori, per poi montarle e metterci la musica. Chissà com’erano le peggiori, verrebbe da pensare.

 

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Non so chi potrebbe comprare la birra pubblicizzata (o la pizza dell’altro giorno), ma è chiaro che le AI hanno ancora parecchia strada da fare nella creazione di immagini e video. Come d’altra parte anche nella generazione dei testi, dove il problema della hallucination è forse ancora più problematico. Si verifica quando l’algoritmo inventa informazioni di sana pianta; solo che poi non è chiaro che sono inventate, il che può portare l’utente umano a confondersi, oppure a un lavoro extra per ripulire il materiale. E a quel punto, magari tanto vale far da soli.  In ogni caso, sono in molti a temere che le AI minaccino i loro posti di lavoro, e non sembrano essere timori infondati. Solo ieri abbiamo appreso che IBM eliminerà quasi 8.000 posti di lavoro nei prossimi mesi, per sostituirli con le AI. E, negli USA, gli autori di cinema e TV stanno scioperando anche perché intimoriti dagli algoritmi.