Tesi e tesine copiate da wikipedia.it: scuole sulle barricate

In diverse facoltà si diffondono software per individuare testi copiati.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Una ricerca su Google, un'occhiata su Wikipedia, Ctrl-C, Ctrl-V e la tesina è fatta. Migliaia di studenti in tutto il mondo ci sono passati e ci stanno passando, e non sempre il docente riesce a cogliere il misfatto. Ma la pacchia potrebbe finire presto perché in diverse facoltà italiane si stanno cominciando a usare programmi fatti apposta per beccare il copione di turno.

Luca de Vito racconta su La Repubblica che la LIUC di Castellanza ha recentemente deciso di adottare il software Turnitin, dopo aver affrontato alcuni "episodi spiacevoli", come spiega Pietro Cavalieri della biblioteca universitaria. L'obiettivo comunque non è punire, sottolinea il portavoce, ma piuttosto insegnare a usare meglio le citazioni.

D'altra parte come ci aveva già suggerito Salvatore Giuliano, "Wikipedia è il modo migliore di cominciare una ricerca, ma il modo peggiore per finirla". È triste constatare la mediocrità di uno studente che arriva all'università senza averlo capito, e per questo si apprezza il tentativo d'impedire che un semplice collage di testi trasformi un imbroglione in un laureato a pieni voti.

Serve a poco credere che poi il mondo del lavoro filtrerà certi soggetti, perché intanto si rendono carta straccia anche le lauree di chi ha studiato davvero. Turnitin e altri software simili, spiega De Vito, riescono a individuare la copiatura anche se l'autore ha apportato piccole modifiche. Se la caveranno invece quelli che prendono testi in altre lingue e li traducono, perché in questo modo creano un testo originale - quindi il software non ha alcun originale da individuare.

A quanto pare si sta lavorando anche su questo aspetto, ma speriamo che i docenti e i controllori non si facciano prendere la mano. Perché prendere un testo in un'altra lingua e riportarlo in un buon italiano, per esempio, non è necessariamente una cosa negativa: anch'essa può essere una valida attività di ricerca e di studio, che non andrebbe proibita a priori.

L'uso di questi software è possibile perché si è passati da testi scritti a mano o stampati alla consegna di file di testo, che un software può analizzare. Insomma, si può fare perché c'è stato un certo progresso tecnologico, e questo dovrebbe farci riflettere sul fatto di bloccarne un altro.

Al momento non ci sembra che da parte di scuole e università ci sia una crociata contro Wikipedia e simili, ma sappiamo per certo che almeno alcuni docenti vorrebbero che fosse così. E sbagliano di grosso: il nostro desidero, e quello di tanti esperti della didattica, è che cambi il modo d'insegnare e d'imparare, che cambi la scuola nei suoi concetti fondamentali. Vogliamo che studenti e insegnanti abbraccino non solo Wikipedia, ma soprattutto quel sapere condiviso che la Rete rende possibile.

Bisogna impedire che lo studio si limiti a un semplice copia e incolla, naturalmente, perché non fa bene a nessuno tranne a chi vede l'istruzione come un semplice superare dei test. Ma è proprio quest'ultima visione che va eliminata alla radice: quando ci saremo riusciti, non dovremo più preoccuparci di eventuali copie da Wikipedia.