I siti Porno più famosi nel mondo, da YouPorn a Playboy.com, con l'aiuto del loro referente tecnico Manwin Licensing International hanno deciso denunciare l'ICANN per i domini ".xxx". La questione è risaputa: con l'avvento dei nuovi domini a luce rossa si è instaurato una sorta di monopolio gestito dalla ICM Registry.
Quest'ultima, su incarico proprio dell'ICANN, ha stabilito non solo tariffe fuori mercato (60 dollari all'anno di canone e 100 dollari per ogni registrazione) ma di fatto obbligato il settore a spendere denaro inutilmente. Già , perché un sito come YouPorn.com se non volesse sborsare un dollaro domani potrebbe ritrovarsi di fronte un concorrerne che si chiama YouPorn.xxx.
No ai domini .xxx
Manwin Licensing International, che cura gli interessi IT di un buon numero di colossi della pornografia digitale, mercoledì ha quindi depositato una denuncia antitrust a carico sia dell'ICANN che dell'ICM Registry. Si parla infatti di "cospirazione per eliminare le gare d'appalto ed eventuali limitazioni per alcuni servizi del registro .xxx, con l'intento di danneggiare la competizione e i consumatori".
"Il dominio .xxx è un costo aggiuntivo non necessario per tutti, e non porta alcun beneficio alle società che si occupano dell'intrattenimento per adulti", ha ribadito Kevin Gaut, uno dei legali di Manwin Licensing International.
Le cosiddette registrazioni di dominio "difensive" si stimano possano generare un introito di almeno 200 milioni di dollari all'anno. Il motivo è semplice. Non solo il mondo del Porno è costretto a rivolgersi all'ICM Registry ma anche tutte le aziende blasonate del mondo. Come gestire altrimenti il rischio di un Nike.xxx o CocaCola.xxx?