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Auto usate, meglio acquistare una Euro 5 o Euro 6?

Il mercato dell'usato può nascondere diverse insidie soprattutto per quanto riguarda i propulsori diesel e le relative certificazioni Euro 5 e Euro 6; quale motorizzazione conviene acquistare sei abita in città?

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Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Pubblicato il 20/12/2022 alle 12:30

Il settore dell’automotive sta vivendo una situazione unica nella sua storia; a causa della pandemia di Coronavirus e della conseguente crisi dei semiconduttori, acquistare un’auto nuova può essere davvero complicato a causa dei tempi di consegna piuttosto lunghi. Come se non bastasse, diversi costruttori hanno limitato la disponibilità di alcuni modelli o specifici accessori, riducendo ulteriormente lo spazio di manovra degli acquirenti. Per poter ovviare a tutte queste problematiche, diversi compratori si sono affidati al mercato dell’usato che, solo nell’ultimo anno, han registrato un’importante impennata, circa il 20%, come misurato in uno studio di Autoscout24.

Immaginando di voler acquistare un’auto abbastanza recente e compatibile con i continui incentivi proposti dal Governo in materia di emissioni, conviene di più concentrarsi su propulsori Euro 5 o Euro 6? Non esiste una risposta univoca valida per tutti, prima di giungere ad una conclusione è necessario analizzare caso per caso tutte le situazioni.

Iniziamo subito col dire che se vivete in provincia sicuramente i problemi sono inferiori e anche una vettura (benzina o diesel) Euro 5 può essere una valida scelta. Il problema nasce se invece vivete nelle grandi città, come Milano o Torino, dove i propulsori Euro 5 possono circolare ancora per un tempo limitato. Nel capoluogo meneghino, ad esempio, a partire dal 1 ottobre 2022 le vetture dotate di propulsore Euro 5 non potranno effettuare l’ingresso all’Area B, ossia la cerchia più esterna. Sebbene la certificazione Euro 6 potrebbe apparire come la panacea a tutti i mali è necessario fare un po’ di chiarezza perché, sebbene sia abbastanza recente, nasconde alcune insidie. Iniziamo col precisare che lo standard Euro 6 è suddiviso in numerose categorie:

  • Euro 6a;
  • Euro 6b;
  • Euro 6c;
  • Euro 6d-TEMP;
  • Euro 6d.

Euro 6a è quasi una eccezione e riguarda solo alcuni veicoli diesel immatricolati sino a dicembre 2012, ufficialmente l’omologazione Euro 6 è entrata in vigore come Euro 6b. Successivamente, nel settembre 2017, è entrata in vigore l’omologazione 6c che è stata superata a sua volta dalla temporanea 6d-TEMP (1 settembre 2019) e 6d (1 gennaio 2021). Euro 6d è lo standard obbligatorio per le auto omologate dal 1 gennaio 2020 e prevede una riduzione del 50% dei limiti di NOx misurati con la nuova procedura di prova in vigore dal settembre 2017.

In aggiunta alle numerose categorie di omologazione è necessario verificare i regolamenti delle singole città; a Milano si registra la situazione più problematica dove, ad esempio, una vettura diesel Euro 6 acquistata dopo 31 dicembre 2018 potrà circolare solo fino a ottobre 2024. A partire da fine 2030, inoltre, tutti i diesel Euro 6 (-TEMP o meno) saranno ufficialmente messi al bando. Nella capitale, invece, i diesel Euro 6 possono circolare quasi sempre a meno che non ci sia una chiara giornata di smog eccessivo. Nessuna limitazione invece per le varianti a benzina, che possono ancora circolare senza limiti.

In sintesi le prossime scadenze per Milano:

  • 1 ottobre 2024: blocco diesel Euro 6 acquistati dopo il 31.12.2018;
  • 1 ottobre 2027: blocco diesel Euro 6 acquistati prima del 31.12.2018;
  • 1 ottobre 2029: blocco diesel Euro 6 d-Temp e d;
  • 1 ottobre 2030: blocco totale di tutti i diesel.

Invece per Roma:

In Fascia Verde e nell'Anello ferroviario, il Comune prevede il blocco delle auto Euro 6 diesel solamente se i livelli di smog tollerati vengono superati per 8 giorni consecutivi. In questo caso specifico, le auto non possono circolare in nessuna delle due zone sopracitate dalle 07:30 alle 10:30 e dalle 16:30 alle 20:30.

Insomma, non esiste una regola univoca per tutto il territorio italiano pertanto in base a dove si vive e agli spostamenti che si intende compiere è necessario valutare attentamente la propria scelta. In linea generale una Euro 6d-TEMP può assicurare una buona percorrenza anche se rimane consigliabile acquistare una soluzione ibrida per mettersi al riparo da eventuali blocchi futuri anche a livello regionale.

Se invece, complice l’arrivo di nuovi incentivi, volete abbracciare più concretamente la transizione ecologica, la scelta dell’elettrico rimane l’unico vero punto di riferimento. Fortunatamente, negli ultimi mesi, è stata registrata una netta crescita in termini di offerta da parte dei costruttori; le auto elettriche sono numerose e di tutti i generi, dalle city-car fino alle berline super lusso. Inoltre, alcune regioni come la Liguria hanno ripreso ad offrire incentivi all'acquisto di un'auto elettrica (o ibrida) cumulabili con quelli statali. Insomma, passare all'elettrico, muovendosi per tempo e giocando tutte le carte a disposizione potrebbe essere più indolore del previsto.

E l’Euro 7 quando arriva? Il nuovo ciclo di omologazione ha diviso diversi costruttori che, nel corso dei mesi passati, hanno dichiarato di non essere sicuri di poter dare seguito a questo nuovo sistema propulsivo a causa di costi di gestione e sviluppo decisamente elevati. Inoltre, come se non bastasse, alcuni segmenti di mercato come quello delle city-car, definito come poco profittevole, potrebbe scomparire completamente lasciando, di fatto, un enorme buco nell’offerta commerciale. È molto probabile che i nuovi standard entrino in vigore verso il 2027 e restino a disposizione fino al 2035, quando l’Italia si convertirà più concretamente all’elettrico sposando gli obiettivi imposti dalla Commissione Europea con il programma “Fit for 55”.

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