Auto ibride plug-in: quando convengono e come usarle al meglio

Le auto ibride plug-in hanno senso solo in alcuni casi: ecco quando realmente convengono e quando usarle al meglio per ridurre consumi e costi di gestione

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a cura di Davide Raia

Nella scelta della nuova auto da acquistare, tra le tante opzioni a disposizione sul mercato delle quattro ruote nel 2023, ci sono anche le auto ibride plug-in che, soprattutto nei segmenti più alti del mercato, rappresentano un’alternativa molto interessante. Le auto ibride plug-in, dette anche PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle), se utilizzate nel modo giusto, possono risultare molto convenienti in termini di costi di gestione acquisendo tutti i vantaggi di un’auto elettrica ma senza rinunciare alla possibilità di sfruttare, quando serve, un motore termico.

Il modo in cui utilizza un’auto ibrida plug-in è un aspetto centrale nel determinare la convenienza e i costi di gestione del veicolo, rispetto ad un’auto benzina/diesel o ad un’auto elettrica con caratteristiche analoghe (per dimensioni, prestazioni e funzionalità). Tutto ruota intorno alla capacità di sfruttare al massimo il funzionamento a zero emissioni. Solo in questo modo, infatti, è possibile ottenere un utilizzo in linea con i dati di omologazione (per consumi ed emissioni) delle ibride plug-in che “certificano” la convenienza di questa tipologia di vetture.

Quando e come ha senso usare un’auto ibrida plug-in? È davvero conveniente scegliere questo tipo di auto come mezzo principale per spostarsi su base quotidiana o è meglio optare per una soluzione “tradizionale”, come benzina o diesel, o direttamente per un’auto elettrica? Andiamo a vedere quale sono le "best practices" per usare le auto ibride plug-in.

Il consumo reale delle PHEV

Un recente studio dell’ICCT dal titolo “Real world usage of plug-in hybrid vehicles in the United States” ha provato a far luce sul modo in cui le auto ibride plug-in sono realmente utilizzate al giorno d’oggi. Le vetture con questa tecnologia sono sempre più diffuse su scala globale, grazie alla spinta verso l’elettrificazione che si sta registrando in vari mercati e che porterà allo stop alla vendita di benzina e diesel in Europa e, in futuro, anche in altri mercati.

I dati sull’utilizzo di auto ibride PHEV si stanno moltiplicando, fornendoci molte più informazioni sul reale impatto ambientale e sui costi di gestione e utilizzo di questi modelli. Dall’indagine emerge come l’utilizzo a zero emissioni è, in realtà, molto più basso di quanto previsto dai dati di omologazione (tra il 25% e il 65% in meno in base ai casi).

Di conseguenza, il consumo reale è più alto, con punte che possono arrivare fino 67% in più rispetto ai dati di omologazione. Le condizioni di utilizzo reale delle auto ibride plug-in riducono nettamente la convenienza di questi modelli andando ad incrementarne, in misura significativa, l’impatto ambientale dovuto all'utilizzo del veicolo e alle sue emissioni in atmosfera.

Le auto ibride plug-in, quindi, sono realmente meno convenienti e più dannose dell’ambiente di quanto dicano i dati di omologazione? Molte auto ibride PHEV presentano emissioni inferiori ai 60 grammi di CO2 al chilometro, rientrando nella seconda fascia degli incentivi auto 2023, con un consumo spesso inferiore ai 2 litri di benzina per ogni 100 chilometri nel ciclo combinato, almeno secondo i dati di omologazione.

Con la giusta attenzione, è possibile raggiungere dati di uso reale molto vicini ai dati “ideali” che certificano la convenienza e il ridotto impatto ambientale di una ibrida plug-in. Bisogna, però, imparare ad utilizzare nel modo corretto la tecnologia plug-in, sfruttando appieno i vantaggi del sistema elettrico per ridurre le spese e l’impatto sull’ambiente del veicolo.

Come rendere più convenienti ed economiche le auto ibride plug-in

L’utilizzo ottimale di un’auto ibrida plug-in prevede la possibilità di sfruttare al massimo la batteria e il motore elettrico che costituiscono la parte “a zero emissioni” del sistema ibrido, completato da un motore termico. In questo modo, è possibile rendere le auto ibride plug-in più economiche e convenienti nell’utilizzo di tutto i giorni, abbattendo i costi di gestione rispetto alle auto benzina e diesel.

Questo vuol dire che, per sfruttare al massimo un’ibrida PHEV, è necessario preferire sempre l’utilizzo in modalità elettrica a zero emissioni, evitando di ricorrere quando non necessario al motore termico, e ricaricare la batteria come se fosse quella di un’auto elettrica. In questo modo, l’autonomia a zero emissioni sarà sempre massima e sarà possibile ridurre il ricorso al motore termico.

A parità di tutti gli altri fattori, un’auto ibrida plug-in è più pesante di un’auto benzina, per via del sistema elettrico e, soprattutto, della batteria. Di conseguenza, nel funzionamento a benzina (o diesel), l’ibrida farà registrare consumi ed emissioni maggiori, risultando meno conveniente e più dannosa per l’ambiente.

La possibilità di utilizzo dell’auto in modo tradizionale (con il solo motore benzina attivo) deve riguardare casi eccezionali (lunghi viaggi, itinerari in cui non ci sono punti di ricarica etc.) e non deve essere una scelta abituale. Utilizzando un’ibrida plug-in come una benzina o una diesel, infatti, i costi aumenteranno in modo significativo e si andranno a perdere tutti i vantaggi caratterizzati da questa tecnologia.

In queste situazioni, meglio puntare su di una Full Hybrid o una Mild Hybrid che offrono un utilizzo più in linea con quello delle auto benzina e diesel senza elettrificazione, eliminando il sistema plug-in e il “problema” della ricarica, garantendo un certo grado di riduzione di consumi ed emissioni in tutti i contesti di utilizzo.

Quando conviene scegliere un’auto ibrida plug-in?

Scegliere un’auto ibrida plug-in ha senso solo quando si riesce a sfruttare appieno il sistema elettrico della vettura. In questo modo, infatti, è possibile ridurre le emissioni e i consumi traendo il massimo beneficio dal costo al chilometro più basso garantito dal motore elettrico rispetto a quello benzina o diesel. Solo rispettando questa condizione (che non significa dover utilizzare l’auto solo in modalità elettrica) è possibile massimizzare la convenienza del sistema ibrido plug-in nella vita di tutti i giorni.

Di conseguenza, la scelta di un’auto PHEV è davvero conveniente solo per alcune tipologie di automobilisti. Chi ha la possibilità di sfruttare la ricarica domestica, ad esempio installando una wallbox in garage o in uno spazio condominiale, potrà ottenere il massimo dalla tecnologia ibrida plug-in. Anche chi abita in un’area con tanti punti di ricarica pubblica e non ha difficoltà a ricaricare la batteria della vettura potrà valutare questo tipo di vettura.

A determinare la convenienza di un’auto ibrida plug-in è anche il modo in cui si utilizza l’auto. Gli automobilisti che percorrono quasi esclusivamente tratti urbani, infatti, troveranno più vantaggiosa la scelta di un’auto PHEV rispetto ad una benzina mentre chi percorre decine di chilometri in autostrada ogni giorno potrebbe non essere in grado di sfruttare appieno il sistema elettrico, registrando consumi di carburante più alti del previsto.

Come ridurre il costo di un’auto ibrida plug-in

Ci sono vari modi per ridurre i costi per passare ed utilizzare un’auto ibrida plug-in. La prima cosa da fare è valutare la possibilità di sfruttare gli incentivi auto 2023 che garantiscono uno sconto di 4.000 euro per l’acquisto di un’auto con meno di 60 grammi di CO2 al chilometro di emissioni (2.000 euro senza la rottamazione di un usato fino a Euro 4).

L’Ecobonus per le auto ibride plug-in è disponibile su tutte le vetture, che rispettano i requisiti sulle emissioni, con un prezzo di listino pari o inferiore a 54.900 euro (IVA inclusa). Ci sono, quindi, un gran numero di modelli acquistabili con gli incentivi. Alcune auto ibride sono acquistabili a meno di 35 mila euro con gli incentivi. Da notare che, con rottamazione, l’Ecobonus è disponibile anche per le auto fino a 135 g/km di emissioni, categoria in cui possono rientrare anche modelli plug-in. In questo caso, lo sconto è di 2.000 euro.

Ridotto il costo d’acquisto, è necessario ridurre il costo di gestione di un’auto ibrida plug-in. Per abbattere il costo al chilometro di una PHEV, come evidenziato in precedenza, è necessario sfruttare al massimo il sistema elettrico e, quindi, ricaricare con frequenza la batteria in modo da poter contare su di un’autonomia sempre elevata.

Quando possibile, quindi, è necessario valutare l’installazione di una wallbox per la ricarica domestica. In alternativa, per chi si affida alla ricarica tramite colonnine pubbliche, è necessario valutare le tariffe per la ricarica delle auto elettriche più convenienti sul mercato, valutando anche le opzioni in abbonamento che, in genere, sono più vantaggiose delle tariffe a consumo.

La riduzione dei costi e, quindi, la possibilità di massimizzare la convenienza di un’auto ibrida plug-in passa, naturalmente, da piccoli e costanti accorgimenti da mettere in pratica nel corso dell’uso quotidiano. Preferire le modalità di utilizzo “eco” e a zero emissioni permette di ridurre i consumi, con costi di gestione più bassi legati all’uso della vettura.

Nel caso in cui non si riesca a mettere in pratica tutti gli accorgimenti per rendere le auto ibride plug-in convenienti potrebbe essere utile valutare soluzioni alternative e, quindi, preferire le auto elettriche (che hanno un’autonomia a zero emissioni maggiore) e ibride non plug-in (con emissioni e consumi comunque ridotti in vari contesti di utilizzo).