C'era un tempo in cui la ricetta della felicità automobilistica era semplice: un telaio leggero, un motore vivace e un cambio manuale. Le cosiddette "hot hatch", le piccole auto pepate, erano le regine delle strade secondarie e dei sogni di molti giovani. Vetture come la Peugeot 208 GTI, la Abarth 595 o, più di recente, la Ford Fiesta ST e la Hyundai i20 N, hanno definito un'intera categoria, offrendo prestazioni e divertimento puri a un prezzo relativamente contenuto.
Oggi, quel mondo sta scomparendo sotto il peso di una burocrazia sempre più stringente e di obiettivi ambientali che non lasciano spazio alle sfumature. Questa è la cronaca di una fine annunciata, quella delle compatte sportive che abbiamo amato.
Le norme sulle emissioni e la caccia al CO2
Il principale fattore dietro questa estinzione di massa è la normativa europea sulle emissioni. In particolare, la pressione per ridurre le emissioni medie di CO2 dell'intera flotta di un costruttore ha messo una metaforica taglia sulla testa dei motori a combustione più piccoli e performanti.
Ogni grammo di CO2 sopra il limite imposto si traduce in multe salatissime per le case automobilistiche. Un'auto sportiva compatta, per sua natura, ha emissioni superiori rispetto a un'utilitaria standard o a un modello ibrido.
Per un costruttore, vendere una di queste "piccole bombe" significa dover compensare vendendo un numero molto maggiore di veicoli a bassissime emissioni, come le auto elettriche (da ricaricare con wallbox), per rientrare nella media. Un gioco che, economicamente, sta diventando insostenibile.
La normativa Euro 7, seppur ammorbidita rispetto alle bozze iniziali, ha ulteriormente stretto il cappio, introducendo limiti più severi non solo per gli inquinanti classici ma anche per le emissioni di particolato da freni e pneumatici, complicando ulteriormente l'omologazione.
Le sportive compatte già ci mancano
Adeguare un piccolo motore turbo a benzina per rispettare i nuovi standard richiede investimenti tecnologici enormi. Si parla di sistemi mild-hybrid a 48 volt, catalizzatori più complessi e costosi, e software di gestione del motore sempre più sofisticati. Questi costi di ricerca, sviluppo e produzione gravano pesantemente sul prezzo finale di un'auto. Se una compatta sportiva che prima costava 30.000 euro arriva a costarne quasi 40.000, esce dal suo mercato di riferimento.
A quel prezzo, i clienti iniziano a guardare a veicoli di segmento superiore, magari più grandi e confortevoli, anche se meno divertenti. Per i produttori, il gioco non vale più la candela: il volume di vendite di questi modelli di nicchia non è sufficiente a giustificare i colossali investimenti necessari per mantenerli in vita e in regola.
La lista delle vittime, purtroppo, è già lunga e destinata a crescere. La Ford Fiesta ST, a lungo considerata il punto di riferimento per agilità e piacere di guida nel suo segmento, ha cessato la produzione insieme a tutta la gamma Fiesta, un vero e proprio shock per il mercato. La Hyundai i20 N, un'auto acclamata dalla critica per il suo carattere esuberante, è stata ritirata dal mercato europeo proprio a causa delle sfide normative.
Anche il futuro di altre icone è incerto. Modelli che un tempo erano il cuore pulsante dell'offerta sportiva dei marchi generalisti stanno lentamente scomparendo dai listini, lasciando un vuoto che gli appassionati sentono profondamente. Si perde non solo un tipo di automobile, ma un'intera cultura legata alla guida analogica, alla meccanica e all'accessibilità delle prestazioni.
Un futuro diverso
Il divertimento di guida è destinato a morire? Non necessariamente, ma si sta trasformando in qualcosa di radicalmente diverso. La risposta dell'industria è l'elettrificazione. Stanno nascendo le prime hot hatch elettriche, come l'Abarth 500e o la Alpine A290. Queste auto offrono un nuovo tipo di emozione, caratterizzato da un'accelerazione istantanea e brutale che i motori a combustione di piccola cilindrata non potrebbero mai eguagliare.
Tuttavia, l'esperienza è diversa. Il peso maggiore dovuto alle batterie cambia le dinamiche di guida, l'assenza del sound di un motore a scoppio e la mancanza di un cambio manuale tolgono elementi sensoriali a cui i puristi erano legati. La sportività si sta reinventando in una chiave più tecnologica e digitale. Sarà un futuro senza dubbio veloce ed efficiente, ma che chiude per sempre il capitolo romantico delle piccole pesti leggere e rumorose che hanno fatto innamorare intere generazioni di automobilisti.