L'economia circolare trova una delle sue espressioni più innovative nell'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, dove ha preso vita un progetto che trasforma le batterie esauste delle auto elettriche in una risorsa preziosa per l'accumulo energetico. L'iniziativa, frutto della collaborazione tra Aeroporti di Roma, Enel, Loccioni e i costruttori automobilistici Mercedes, Nissan e Stellantis, rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia possa servire l'ambiente. Il sistema, inaugurato con la presenza del ministro Adolfo Urso, si configura come il più grande impianto di storage energetico basato su batterie di seconda vita presente in Italia.
La struttura si presenta come una serie di dodici container metallici dai bordi colorati, apparentemente anonimi ma che custodiscono al loro interno un totale di 762 batterie provenienti da veicoli elettrici dismessi (la wallbox in questo caso non serve più). Questi accumulatori, pur avendo perso circa il 20% della loro capacità originaria durante l'utilizzo automobilistico, mantengono caratteristiche sufficienti per garantire prestazioni eccellenti in applicazioni stazionarie. La capacità complessiva raggiunge i 10 MWh, un valore che consente di alimentare significative porzioni dell'infrastruttura aeroportuale.
Il cuore pulsante del progetto Pioneer risiede nella sua capacità di interfacciarsi con la Solar Farm adiacente, costituita da 55.000 pannelli fotovoltaici che producono energia rinnovabile durante le ore diurne. L'impianto di accumulo interviene strategicamente per immagazzinare l'elettricità generata dal sole e rilasciarla quando le condizioni lo richiedono, principalmente durante le ore notturne ma anche in momenti di particolare richiesta energetica. Sistemi software avanzati monitorano costantemente il fabbisogno dello scalo, attivando automaticamente l'erogazione dell'energia accumulata.
La sicurezza dell'installazione è garantita da protocolli rigorosi che includono il monitoraggio continuo della temperatura delle singole batterie, con sistemi di isolamento automatico per quelle che dovessero manifestare anomalie termiche. Un impianto antincendio dedicato completa le misure di protezione, assicurando operatività in totale sicurezza. L'investimento complessivo ha superato i 5,5 milioni di euro, con un contributo di 3 milioni da parte dell'Unione Europea.
L'impatto ambientale del progetto si traduce in numeri significativi: 16.000 tonnellate di CO2 risparmiate nell'arco di un decennio, un contributo sostanziale agli obiettivi di decarbonizzazione che Aeroporti di Roma si è prefissata per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030. "Nel presentare questo progetto d'avanguardia, che contribuisce fattivamente alla decarbonizzazione offrendo al contempo un concreto supporto alla stabilità della rete elettrica, siamo particolarmente orgogliosi di sottolineare che si tratta del frutto di una partnership che ha messo a fattor comune la competenza e il know-how di aziende principalmente italiane", ha dichiarato Francesca Gostinelli, responsabile di Enel X global retail.
La filosofia del progetto abbraccia completamente i principi dell'economia circolare, estendendosi oltre il semplice riutilizzo delle batterie. Soufiane El Khomri, energy director per l'Europa di Nissan, ha sottolineato come l'azienda si assuma "la piena responsabilità del riciclo" una volta che gli accumulatori raggiungeranno la fine del loro ciclo di vita utile anche in questa seconda applicazione. Il contributo di Nissan al progetto comprende 84 batterie provenienti da veicoli Leaf, per una capacità di 2,1 MWh.
Il ministro Adolfo Urso ha evidenziato l'importanza strategica dell'iniziativa: "Grazie a Pioneer agiamo nell'ottica dell'economica circolare; una necessità per un Paese come il nostro, povero di materie prime, ma da sempre innovatore". L'approccio adottato a Fiumicino potrebbe rappresentare un modello replicabile per altre infrastrutture critiche, dimostrando come la second life delle batterie possa contribuire simultaneamente alla sostenibilità ambientale e alla stabilità delle reti elettriche.
Pioneer si configura quindi non solo come un impianto di accumulo energetico, ma come un laboratorio a cielo aperto dove convergono innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e collaborazione industriale. L'acronimo che dà il nome al progetto - "airPort sustaInability secONd lifE battEry stoRage" - racchiude perfettamente la sua missione pionieristica nel panorama europeo degli energy storage systems basati su batterie di seconda vita.