L'industria automobilistica attraversa quello che Carlos Tavares definisce una vera e propria "modalità di sopravvivenza", e la recente transizione ai vertici di Stellantis rappresenta forse il simbolo più evidente di questa fase critica. L'ex amministratore delegato del colosso automobilistico, che controllava 14 marchi diversi, ha lasciato il suo incarico nel dicembre 2024 con quasi due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale del contratto, prevista per l'inizio del 2026. La sua partenza segna la fine di un'era caratterizzata da scelte controverse e risultati contrastanti per uno dei gruppi automobilistici più grandi al mondo.
Contrariamente alle voci che circolavano sui conflitti interni, Tavares respinge categoricamente l'ipotesi di essere stato licenziato a causa degli scontri con altri dirigenti di Stellantis. In un'intervista rilasciata ad Automotive News, l'ex CEO ha descritto la sua uscita come il risultato di una conversazione "molto matura" con il presidente John Elkann, figura che ricopre lo stesso ruolo anche in Ferrari. "Non ho nulla contro nessuno, nemmeno contro coloro che mi hanno reso la vita più difficile quando ero amministratore delegato di Stellantis", ha dichiarato Tavares, spiegando che a un certo punto si arriva a un bivio dove qualcuno decide che è tempo di separarsi.
La gestione Tavares ha lasciato in eredità risultati finanziari preoccupanti che testimoniano le difficoltà attraversate dal gruppo. Nonostante l'ex dirigente sostenga che l'azienda rimane redditizia e che il passato "non conta", i numeri raccontano una storia diversa: l'utile netto è crollato del 70% nell'ultimo anno rispetto al 2023, evidenziando le profonde criticità strutturali che hanno caratterizzato la sua leadership.
Guardando indietro al suo mandato, Tavares ammette che avrebbe potuto fare "tonnellate di cose" diversamente, ma identifica nel rapporto con i concessionari statunitensi il suo principale rammarico. La sua agenda, focalizzata pesantemente sul taglio dei costi, non è riuscita a conquistare il sostegno della rete distributiva americana, creando tensioni che hanno avuto ripercussioni durature sulle performance del gruppo. Questa strategia di austerità, pur necessaria in un momento di transizione industriale, ha generato resistenze che hanno complicato l'implementazione delle riforme strutturali.
Le conseguenze di questa impostazione si sono fatte sentire particolarmente nel mercato nordamericano, dove marchi storici come Chrysler sono stati relegati a un ruolo marginale, sostanzialmente ridotti a produttori di minivan. La mancanza di modelli con motori V8, particolarmente apprezzati dal pubblico americano, ha ulteriormente deteriorato i rapporti con concessionari e clienti, creando un circolo vizioso di performance deludenti.
Dopo sei mesi di ricerche, Stellantis ha finalmente individuato il successore di Tavares in Antonio Filosa, ex responsabile del marchio Jeep, che assumerà la guida del gruppo il 23 giugno. L'ex CEO ha definito questa scelta "logica e credibile", riconoscendo però le enormi sfide che attendono il nuovo dirigente, soprattutto in un contesto dominato dal "caos" delle guerre tariffarie che stanno ridisegnando gli equilibri commerciali globali.
Filosa eredita la complessa gestione di un portafoglio di marchi estremamente diversificati, molti dei quali attraversano fasi di difficoltà. Il rilancio di Lancia ha mostrato segnali di lentezza preoccupanti, mentre brand come DS Automobiles e Abarth faticano a trovare una propria identità di mercato distintiva. Sebbene le voci su una possibile vendita di Maserati siano state rapidamente smentite, rimane incerto il futuro di alcuni marchi all'interno della galassia Stellantis.
Nel mercato americano, la priorità assoluta sarà rilanciare Chrysler, impedendo che continui a ristagnare come semplice produttore di monovolume. Parallelamente, sarà fondamentale ricostruire i rapporti deteriorati con la rete di concessionari, un compito che potrebbe essere facilitato dall'introduzione di nuovi modelli con motori V8, rispondendo così alle preferenze consolidate del pubblico statunitense.
La transizione avviene in un momento particolarmente delicato per l'industria automobilistica globale. Poche settimane prima delle sue dimissioni, Tavares aveva lanciato un monito severo: le case automobilistiche tradizionali potranno sopravvivere solo raggiungendo la parità di costi tra veicoli elettrici e a combustione. Questa sfida tecnologica ed economica rappresenta il filo conduttore delle difficoltà che hanno caratterizzato la gestione Stellantis negli ultimi anni.
Il nuovo amministratore delegato dovrà navigare in acque tempestose, affrontando simultaneamente le pressioni tariffarie, una concorrenza sempre più agguerrita e le crescenti pressioni normative europee per accelerare il processo di elettrificazione. Tavares ha espresso la speranza che Filosa "riceva il supporto adeguato dal consiglio di amministrazione" per affrontare queste decisioni cruciali. La sfida che attende il nuovo CEO è significativa: ricostruire ciò che non ha funzionato negli anni recenti mantenendo al contempo la rotta verso una trasformazione industriale che appare inevitabile ma estremamente complessa da gestire.