Nel volgere di pochissimi anni l’Europa ha assistito a un’accelerazione sorprendente nella diffusione dei veicoli elettrici a batteria (BEV). I dati relativi ai primi quattro mesi del 2025 mostrano come le immatricolazioni BEV abbiano raggiunto quota 558.262 unità, pari a una quota di mercato del 15,3 % sul totale delle vendite di auto nuove nell’Unione Europea. È un balzo in avanti importante se si considera che, nello stesso periodo del 2024, la quota non superava il 12 %. Questa crescita testimonia non solo la maggiore disponibilità di modelli elettrici da parte dei costruttori europei e internazionali, ma anche una crescente fiducia dei consumatori nel passaggio alla trazione a zero emissioni.
In Francia, ad aprile 2025, lo share delle BEV si è attestato al 18,4 % delle nuove immatricolazioni, in aumento rispetto al 16,9 % registrato nello stesso mese dello scorso anno. Questo risultato è particolarmente significativo perché arriva in un periodo in cui il mercato automobilistico francese nel suo complesso ha subito un calo del 6 % rispetto ad aprile 2024, a dimostrazione della resilienza e dell’attrattiva dei modelli elettrici anche in presenza di una domanda complessiva in flessione.
A rendere ancora più interessante il quadro europeo è la performance dei Paesi nordici, dove da tempo l’elettrico ha conquistato una posizione di prim’ordine. In Norvegia, per esempio, quasi il 90 % delle auto nuove vendute nel 2024 erano completamente elettriche grazie a un sistema di incentivi che, fino alla fine del 2024, ha esentato questi veicoli dall’IVA, dalle imposte d’importazione e di immatricolazione. A inizio 2025 il governo norvegese ha annunciato ulteriori misure volte a penalizzare progressivamente le auto a combustione interna (ICE) e plug-in hybrid (PHEV), con l’obiettivo dichiarato di arrivare al 100 % di vendite di auto zero emissioni entro fine anno. Questa strategia fiscale aggressiva funge da esempio per molte altre amministrazioni dell’Unione, che guardano ai numeri norvegesi con crescente interesse.
Politiche nazionali ed europee: incentivi e vincoli per la decarbonizzazione
La spinta alla mobilità elettrica in Europa passa in gran parte attraverso decisioni politiche e normative nazionali coordinate a livello comunitario. A partire da aprile 2025, molti Stati membri hanno implementato nuove linee guida per allinearsi alle direttive ambientali europee, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di CO₂ e favorire l’adozione di veicoli elettrici. Nel dettaglio, la Commissione Europea ha indicato come prioritario il raggiungimento di una quota di mercato BEV pari al 25 % entro la fine del 2025, in vista dell’obiettivo 2030 di riduzione del 55 % delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.
In Germania, pur affrontando criticità legate a strettoie burocratiche e ritardi nell’installazione delle infrastrutture di ricarica, il governo federale ha annunciato a maggio 2025 un pacchetto di misure che prevede la proroga degli incentivi all’acquisto di BEV fino a esaurimento fondi, oltre a sgravi fiscali per chi acquista veicoli a emissioni ultra‐low destinati alle piccole imprese.
A Parigi le autorità hanno previsto ulteriori bonus fino a 7.000 € per chi sostituisce un veicolo diesel con un BEV, rendendo sempre più difficile e costoso l’uso dei mezzi con motore termico nel centro urbano. Questo approccio combinato di incentivi “pull” e restrizioni “push” riflette una strategia condivisa: spingere il mercato verso una mobilità pulita con un mix di premi economici e disincentivi ambientali.
Sul versante comunitario, il pacchetto Fit for 55 ha definito norme più stringenti sulle emissioni di CO₂ per i veicoli leggeri e pesanti, imponendo ai costruttori una riduzione media delle emissioni del parco veicoli nuovo del 55 % entro il 2030 rispetto al 2021. Se da un lato queste misure mettono sotto pressione case automobilistiche tradizionali ancora legate in parte alle motorizzazioni convenzionali, dall’altro spingono all’innovazione e alla trasformazione dei processi produttivi.
Il rapporto “Global EV Outlook 2025” dell’International Energy Agency (IEA) fornisce una panoramica completa dell’impatto di queste politiche, sottolineando come l’adozione di normative chiare e lungimiranti sia uno dei fattori chiave per la crescita del mercato EV in Europa.
Infrastrutture di ricarica: numeri e nuove tecnologie
Un sistema di mobilità elettrica funzionale non può prescindere da rete di ricarica capillare e performante (incluse le wallbox). A livello globale, durante il 2024 sono stati installati oltre 1,3 milioni di punti di ricarica pubblici, un numero che è sostanzialmente raddoppiato rispetto a inizio 2020. Gran parte di questo incremento si è concentrato in Europa e Cina, dove i governi e gli operatori privati hanno investito centinaia di milioni di euro per colmare il divario tra veicoli elettrici e infrastrutture adeguate.
In Olanda, il progetto più recente di car‐sharing MyWheels, presentato ufficialmente all’inizio di maggio 2025, mette al centro il concetto di Vehicle-to-Grid (V2G). L’iniziativa prevede l’integrazione di 500 veicoli elettrici Renault in grado non solo di assorbire energia per la ricarica, ma anche di restituirla alla rete nei momenti di picco della domanda, contribuendo alla stabilità del sistema energetico e offrendo un’opportunità di guadagno aggiuntivo agli utenti che aderiscono al servizio.
Grazie a questa tecnologia, le auto divengono risorse attive per la rete elettrica, un passo in avanti significativo rispetto al tradizionale paradigma di veicolo come semplice consumatore di energia.Nel contempo, la diffusione delle stazioni di ricarica ultraveloce (da 150 kW in su) ha reso possibili soste di pochi minuti lungo le principali arterie stradali: aziende come Ionity e Fastned hanno aperto oltre 200 nuovi siti di ricarica rapida nei paesi dell’Europa occidentale tra gennaio e maggio 2025, riducendo notevolmente i tempi di attesa.
Parallelamente, le reti di ricarica intelligente stanno adottando soluzioni di intelligenza artificiale per l’ottimizzazione dei flussi di energia, prevedendo in anticipo i picchi di richiesta e la manutenzione preventiva delle colonnine. Tali innovazioni, assieme ai primi prototipi di batterie allo stato solido che promettono maggiore densità energetica e ricariche in meno di 15 minuti, potrebbero segnare una svolta entro la fine dell’anno in corso.
Il punto di vista dei consumatori: percezioni, aspettative e barriere
La rapidità con cui il mercato europeo sta virando verso l’elettrico richiede un’analisi attenta delle motivazioni e delle perplessità degli automobilisti. Secondo l’indagine condotta da McKinsey ad aprile 2025, le preoccupazioni principali degli acquirenti sono ancora legate al prezzo d’acquisto di un veicolo elettrico, all’autonomia reale in condizioni climatiche variabili e alla disponibilità di infrastrutture di ricarica rapide e affidabili. Tuttavia, il 68 % degli intervistati ha dichiarato di considerare seriamente l’acquisto di un BEV entro i prossimi due anni, a patto che il costo totale di possesso diventi competitivo rispetto a un’auto termica.
Tale percentuale, cinque volte superiore a quella di soli tre anni fa, è sintomo di un cambiamento di mentalità in atto, favorito anche da campagne di informazione e da testimonianze dirette di proprietari soddisfatti. Nel Nord Europa, paesi come Norvegia e Paesi Bassi hanno visto un’accelerazione della domanda legata anche all’atteggiamento favorevole verso le politiche governative di sostegno, mentre in altri Stati membri permangono dubbi su infrastrutture insufficienti fuori dalle grandi aree metropolitane.
Il caso norvegese merita un focus particolare: l’esperienza di Oslo, con reti di ricarica diffuse anche in zone rurali e parcheggi riservati ai veicoli elettrici, ha contribuito a ridurre drasticamente il fenomeno della “ansia da autonomia”. Nonostante le rigide condizioni climatiche che a volte riducono l’autonomia di marcia del 20 % nelle giornate più fredde, il 90 % degli automobilisti intervistati ha affermato di sentirsi a proprio agio nella gestione quotidiana del veicolo elettrico.
Questo risultato dimostra come investimenti su infrastrutture pubbliche e incentivi fiscali non bastino se non vengono accompagnati da una diffusione capillare di punti di ricarica in aree sia urbane sia extraurbane, rendendo l’esperienza d’uso più fluida e prevedibile.
Verso il 2030: scenari e sfide future
A guardare oltre il 2025, gli analisti prevedono per l’Europa un tasso di penetrazione dei BEV che potrebbe arrivare a coprire fino al 40 % delle vendite di auto nuove entro il 2030, sulla base del consolidamento delle politiche di sostegno e del continuo calo dei costi delle batterie. Il Global EV Data Explorer dell’IEA indica che se i governi manterranno gli attuali incentivi e miglioreranno ulteriormente le infrastrutture di ricarica, la curva di adozione potrebbe addirittura accelerare verso un 45 % di quota di mercato BEV entro la fine del decennio, affiancata da una crescita parallela dei veicoli commerciali elettrici e dei truck a lunga percorrenza.
Resta però sul tavolo la questione delle materie prime: il litio, il nichel e il cobalto necessari per le batterie di nuova generazione presentano costi volatili e sono soggetti a dinamiche geopolitiche che possono influenzare l’intera filiera. In risposta, molte aziende stanno investendo in progetti di riciclo delle batterie esauste, puntando su processi di economia circolare che garantiscano il recupero di oltre il 90 % dei materiali critici.
Contestualmente, l’industria automobilistica europea è al lavoro per ridurre l’uso di terre rare nei motori elettrici e nei sistemi di gestione elettronica, in modo da attenuare i rischi legati alla dipendenza da forniture esterne. Dal punto di vista delle reti elettriche, l’integrazione massiccia di BEV pone la sfida dell’equilibrio fra domanda e offerta: si prevede che entro il 2030 la ricarica domestica serale possa rappresentare fino al 15 % del carico totale nelle ore di punta, richiedendo interventi di rafforzamento delle infrastrutture locali.
Proprio per questo il V2G, nelle versioni commerciali in prova fin da maggio 2025 nei Paesi Bassi, dovrà essere esteso a livello continentale per offrire una flessibilità maggiore alla rete. In prospettiva, la diffusione delle smart grid e l’impiego di intelligenza artificiale per la gestione predittiva delle potenze di ricarica potrebbero mitigare i rischi di sovraccarico, rendendo la transizione non solo sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche sicura per la stabilità del sistema elettrico.
Un cammino ancora in divenire
È ormai evidente che l’Europa stia imboccando una strada irreversibile verso la mobilità elettrica. I primi cinque mesi del 2025 hanno mostrato un mercato in piena espansione, sostenuto da politiche nazionali lungimiranti e da investimenti ingenti nelle infrastrutture di ricarica. Il graduale ma deciso abbandono dei veicoli a combustione interna, stimolato da incentivi economici e da stringenti normative ambientali, ha già generato un cambiamento nelle abitudini di milioni di automobilisti, riducendo progressivamente la “range anxiety” e dimostrando la fattibilità di un sistema di trasporti meno inquinante.
Tuttavia, le sfide da affrontare nei prossimi mesi restano molteplici: dalla gestione delle risorse per le batterie al rafforzamento delle reti elettriche locali, passando per la necessità di mantenere un’equilibrata combinazione di incentivi e disincentivi fiscali che non penalizzi ingiustamente fasce di popolazione meno abbienti. Le soluzioni tecnologiche più all’avanguardia, come le batterie allo stato solido e il V2G, dovranno affiancarsi a un’efficace regolamentazione e a una crescente collaborazione tra settore pubblico e privato.
Nel bilancio complessivo, il 2025 potrebbe restare nella memoria come l’anno in cui l’Europa ha iniziato a tagliare in modo decisivo il nastro verso un futuro a zero emissioni su quattro ruote. Un futuro che, seppure pieno di incognite, appare oggi più concreto.