Il dialogo tra Volkswagen e l'amministrazione americana sta procedendo in un clima di costruttiva collaborazione, nonostante le tensioni commerciali che hanno caratterizzato gli ultimi mesi. Oliver Blume, CEO del colosso automobilistico tedesco, ha rivelato al quotidiano Sueddeutsche Zeitung che le discussioni con Washington stanno avanzando in modo "assolutamente corretto e costruttivo", aprendo nuovi scenari per gli investimenti del gruppo negli Stati Uniti. A differenza di altre aziende straniere che hanno prontamente annunciato nuovi progetti sul suolo americano in risposta ai dazi imposti dal presidente Trump, i produttori tedeschi hanno finora mantenuto un approccio più cauto verso quello che rappresenta il loro principale mercato di esportazione.
Il gruppo Volkswagen sta valutando un significativo potenziamento della propria presenza negli USA, dove già impiega direttamente oltre 20.000 persone e indirettamente più di 55.000. "Il Gruppo Volkswagen vuole investire ulteriormente negli Stati Uniti. Abbiamo una strategia di crescita", ha dichiarato Blume nell'intervista. Tra gli investimenti già realizzati, il CEO ha citato i 5,8 miliardi di dollari nella casa automobilistica americana Rivian, sottolineando come questi impegni economici dovrebbero essere considerati nelle decisioni relative ai dazi.
Mentre l'Audi, marchio del gruppo Volkswagen privo di stabilimenti produttivi negli Stati Uniti, sta pianificando di produrre alcuni modelli sul territorio americano - sebbene il brand abbia precisato che questo progetto era stato concepito prima dell'amministrazione Trump - le trattative per ridurre l'impatto del dazio del 25% sulle importazioni proseguono a livello istituzionale. Secondo fonti citate da Reuters, i produttori automobilistici tedeschi, Volkswagen inclusa, stanno cercando di far leva sui loro investimenti e sulle esportazioni dagli USA per mitigare i potenziali danni.
Il principale interlocutore di Volkswagen a Washington è il Segretario al Commercio Howard Lutnick, con cui Blume ha concordato di mantenere riservati i dettagli delle discussioni. La guerra commerciale scatenata da Trump ha già comportato perdite e costi aggiuntivi per oltre 34 miliardi di dollari alle aziende, secondo un'analisi di Reuters, costringendole a sviluppare diverse strategie di adattamento.
Nonostante una corte commerciale statunitense abbia temporaneamente bloccato la maggior parte dei dazi, una corte d'appello federale li ha provvisoriamente ripristinati per esaminare il ricorso dell'amministrazione Trump contro la sentenza del tribunale di grado inferiore. In questo contesto di incertezza, la proposta di Volkswagen di "ulteriori, massicci investimenti" sul suolo americano potrebbe rivelarsi una carta strategica importante nelle negoziazioni.
Interrogato su una possibile tempistica per il raggiungimento di un accordo con Washington, Blume ha evitato di sbilanciarsi. "Naturalmente, vorrei che accadesse rapidamente. Ma dipende da molti fattori e non posso promettere nulla", ha commentato il CEO di Volkswagen, auspicando che Bruxelles e Washington possano raggiungere un'intesa ampia che coinvolga tutti i settori industriali.