Daniel Snell, amministratore delegato cinquantatreenne di Arrival (società londinese di consulenza manageriale e impatto sociale), ha sviluppato una visione chiara su come i lavoratori possano non solo sopravvivere, ma prosperare nella trasformazione digitale. In particolare, ci sono alcuni punti fermi che permettono di vivere e crescere anche in un ambiente lavorativo dove l'intelligenza artificiale è ovunque.
Secondo Snell, la strategia peggiore che un dipendente possa adottare è quella dello struzzo, ovvero fingere che l'intelligenza artificiale non esista o non avrà impatto sul proprio lavoro. Gli investitori e i leader aziendali con cui collabora ripongono sempre maggiori speranze nell'AI come strumento per sbloccare efficienza, produttività e prestazioni, con l'obiettivo di rilanciare la crescita organizzativa.
L'esperto sottolinea come l'aumento dell'efficienza, sia essa guidata dall'AI o meno, porterà inevitabilmente all'eliminazione dei lavoratori meno performanti. Il coinvolgimento attivo rappresenta l'unica via per blindarsi professionalmente, evitando sia il panico che la narrativa della paura.
Azzardarsi e sperimentare
La prima strategia suggerita da Snell consiste nel trasformarsi in sperimentatori interni dell'intelligenza artificiale. Non bisogna limitarsi agli strumenti che l'azienda mette a disposizione, ma prendere l'iniziativa conducendo progetti pilota, esperimenti e ricerche esterne.
L'approccio consigliato prevede lo studio di organizzazioni che utilizzano l'AI con successo, per poi proporre idee concrete ai propri superiori. La chiave sta nell'adottare un atteggiamento orientato alle soluzioni, immergendosi nella strategia aziendale per comprendere quali sfide, opportunità e problematiche l'azienda percepisce come prioritarie.
La trappola dell'iperattivismo professionale
Una delle osservazioni più penetranti di Snell riguarda la tendenza diffusa a confondere una grande attività sul lavoro con la produttività reale. Condividere numerose intuizioni o lavorare intensamente non ha correlazione diretta con il valore percepito o la produttività effettiva.
Il consulente enfatizza l'importanza di chiarire sempre come il proprio lavoro generi valore per l'azienda e si allinei con la strategia aziendale. Evitare di scivolare in progetti o ruoli senza verificare mentalmente se quel progetto o team sia percepito come parte del futuro di crescita dell'organizzazione rappresenta un passaggio fondamentale.
L'arte dell'allineamento strategico
La terza strategia proposta da Snell riguarda l'allineamento con i leader del cambiamento. Associarsi a un dirigente, dipartimento, progetto o divisione che non rappresenta il futuro della crescita significa condannarsi all'invisibilità professionale.
Il rischio più grande è rendersi conto di non essere invitati alle conversazioni stimolanti, di non partecipare agli incontri dove confluiscono i migliori talenti. Questi segnali, secondo l'esperto, diventano evidenti rapidamente. La soluzione consiste nell'inserirsi nei circoli dove pulsa il cuore del business, portando contributi basati su come stabilire migliori efficienze, produttività e prestazioni attraverso l'AI.
La rivoluzione del tempo: eliminare sprechi e futilità
L'ultima strategia tocca un aspetto spesso trascurato ma cruciale: l'eliminazione di riunioni e progetti improduttivi. Snell descrive la situazione familiare di trovarsi in meeting dove ci si chiede perché si sia lì, qual è lo scopo dell'incontro o dove stia portando la discussione.
La raccomandazione è netta: scusarsi da riunioni dove non ci sarà una decisione chiara o non si otterrà alcun valore. Quando lavora con i leader, Snell consiglia di rifiutare meeting dove nessuno riesce ad articolare chiaramente quale decisione debba essere presa e perché la loro presenza sia necessaria. Molti progetti nascono scollegati dal focus strategico principale dell'azienda e la loro eliminazione, paradossalmente, migliora le prestazioni complessive.