Da BT un cloud agile, ibrido e ovunque per il mondo Enterprise

Che cosa chiedono i manager per passare al cloud? Agilità di business, accessibilità ovunque, big data e ampio ecosistema collaborativo

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a cura di Giuseppe Saccardi

Per rispondere  alle necessità di ammodernamento dell'IT delle aziende se ne devono innanzitutto capire le esigenze  e le motivazioni di business ed economiche che ne stanno alla base. La tematica è stata approfondita da BT in un white paper "Cloud Ibrido: una roadmap strategica" realizzato da BT in collaborazione con CISCO, le cui conclusioni sono analizzate nei paragrafi seguenti.

Come evidenziato, BT ha riscontrato tra i propri clienti enterprise un interesse crescente verso i servizi cloud, con una duplice spinta: da un lato le esigenze degli utilizzatori e dall'altro quelle dell'azienda. Tuttavia, l'adozione dei servizi cloud è ancora a uno stadio embrionale. In genere, le aziende hanno avuto un processo di crescita organico e per acquisizioni, il che ha portato a un'infrastruttura IT frammentata.

Negli ultimi anni, tuttavia, si sono trovate a fronteggiare un mercato sempre più competitivo e in evoluzione che le ha costrette a semplificare le attività per ridurre i costi e reagire più rapidamente alle esigenze di business. Di conseguenza sta prendendo piede un modello di cloud che integra il provisioning flessibile, il servizio on-demand e il pooling delle risorse e in cui l'IT si trasforma in un broker di servizi. In base all'esperienza di BT, gli aspetti delle soluzioni cloud che convincono di più i manager sono in sostanza i seguenti:

  • Agilità di business: la possibilità di incrementare o ridurre rapidamente le capacità a seconda delle esigenze di business rappresenta un vantaggio chiave.
  • Empowerment” dei dipendenti: la stragrande maggioranza dei dipendenti aziendali lavora lontano dal proprio ufficio. Per soddisfare le loro esigenze è consigliabile adottare un'architettura basata sul cloud in cui le risorse siano accessibili tramite Internet.
  • Funzionalità numerose, facilmente implementabili: i provider di soluzioni SaaS offrono un gran numero di feature a bassi costi. Come tali, questi servizi possono essere facilmente acquistati e utilizzati anche senza l'intervento delle divisioni IT. Ma la divisione IT continua a rivestire un ruolo importante al riguardo, gestendo il TCO, la sicurezza, la conformità e l'architettura complessiva dei dati.
  • Ecosistemi di business: collaborare a progetti che valicano confini geografici e organizzativi assume un'importanza via via crescente.
  • Big data: sono ancora poche le aziende che possiedono le capacità interne per elaborare, analizzare e proteggere adeguatamente grandi volumi di dati. A questo riguardo, un modello on-demand con uno storage dei dati e servizi analitici specializzati ha un'importanza sempre maggiore.
  • Facile roll out internazionale: quando un'azienda apre una nuova sede a livello internazionale diventa ancora più facile  fare affidamento sui servizi cloud, anziché investire in una nuova infrastruttura IT in loco.

Non solo meno costi ma anche  più strategia e valore aggiunto

Sebbene il controllo dei costi rimanga un criterio importante, in base all'esperienza di BT sono i fattori strategici e il valore aggiunto di business come quelli sin qui discussi che promuovono l'interesse verso i servizi cloud, visto da molti manager come il fulcro delle attività messe in campo per adeguarsi alla trasformazione dell’ambiente di business in seguito alla digitalizzazione.

Alla luce di questi elementi BT ritiene che non esista un unico modello di deployment del cloud perfetto per tutte le esigenze di business. Le infrastrutture di cloud pubbliche sono spesso usate per gestire picchi di domanda nelle risorse (IaaS), per i test delle applicazioni (PaaS) e per i servizi non critici (SaaS). In pratica, esigenze diverse necessitano di modelli di deployment del cloud diversi.

In questa complessa situazione, BT consiglia di adottare un cloud ibrido che faciliti l'integrazione di infrastrutture e servizi cloud distinti. Secondo BT il cloud ibrido non rappresenta né una soluzione mirata né una transizione verso un modello più unificato; al contrario, è ottimale per gestire l'inevitabile complessità di un'infrastruttura IT aziendale.

Le capacità chiave per  l'adozione del cloud

In base all'esperienza di BT, i reparti IT devono sviluppare almeno tre capacità chiave, se vogliono avere successo nel supportare l’adozione del  cloud in azienda:

  • Definire una piattaforma di governance per mantenere un controllo sui servizi cloud garantendo che i servizi vengano utilizzati entro i limiti di sicurezza e conformità, oltre che nel rispetto del budget.
  • Implementare una piattaforma di gestione delle identità e degli accessi che funzioni in soluzioni cloud diverse: Questo aspetto riveste una particolare importanza non solo ai fini della sicurezza e della conformità, ma anche per l'adozione da parte degli utenti. I sistemi con accessi multipli possono rappresentare una grave vulnerabilità e risultare complicati per gli utenti al punto di nuocere all'adozione dei servizi cloud. Per avere successo, un modello di cloud ibrido necessita di un approccio di tipo single sign-on.
  • Monitorare la user experience complessiva: L'esperienza dell'utente dipende dalla concatenazione di numerosi servizi. Di conseguenza i reparti IT devono comprendere le prestazioni dei servizi dal punto di vista dell’utente. All’IT competerà la responsabilità chiave di monitorare e gestire le prestazioni complessive, anche laddove questi servizi venissero erogati in modalità cloud da più provider.

La strategia e la roadmap dei servizi verso il cloud ibrido

Due sono le fasi che BT suggerisce di attuare nel passaggio al Cloud.

Fase 1: definire la strategia

Nello sviluppo di una strategia per il cloud si deve partire dal presupposto che non esiste un'unica soluzione che soddisfi tutte le esigenze. Ogni organizzazione deve definire in proprio opportunità, esigenze e rischi. L'elasticità, ad esempio, è spesso considerata un vantaggio del cloud, ma molte volte i componenti chiave della piattaforma IT sono stabili e non occorre che siano flessibili.

BT è del parere che il ruolo dell'IT come broker di servizi attenga principalmente ai modelli SaaS. Implementare i modelli Iaas o PaaS ha ripercussioni molto meno serie per l'IT. Pertanto mentre si riorganizzano i processi IT si può già partire con la implementazione della componente dalla propria strategia per il cloud che riguardano questi servizi. Alle aziende che si accingono a definire la propria strategia di implementazione del cloud, BT consiglia ”plan backward, build forward”: pianificare a ritroso, costruire per il futuro. 

Quando i consulenti BT lavorano con i clienti allo sviluppo di una strategia cloud, iniziano generalmente definendo lo stato futuro auspicato per l'azienda e in base a questo si pianifica una roadmap a ritroso fino allo stato attuale. In questo modo i requisiti a breve termine e gli obiettivi a lungo termine risultano perfettamente allineati.

Fase 2: costruire la roadmap dei servizi

Nella fase successiva è importante che le aziende comprendano bene tutte le informazioni e rispettino i piani di esecuzione. Fondamentale è giocare d'anticipo perchè il mercato del cloud è dinamico e non ancora maturo. Le norme si evolvono rapidamente e presto emergeranno nuovi standard per l'interoperabilità. Di conseguenza, le aziende devono anticipare questi cambiamenti e essere in grado di adeguare la propria roadmap in corso d'opera.

Il consiglio di BT è valutare nel dettaglio il proprio panorama applicativo considerando aspetti quali: chi sono gli utenti e le applicazioni che utilizzano; la durata delle applicazioni; i requisiti RPO (recovery point objective) e RTO (recovery time objective); sensibilità e sicurezza dei dati; valore strategico delle applicazioni. Una volta impostata questa panoramica, è possibile mappare ogni applicazione rispetto alla soluzione cloud ottimale. 

Il diagramma sottostante illustra i nove diversi modelli cloud. Sull'asse orizzontale il Modello di deployment va dal cloud privato (in hosting) al community cloud fino al cloud pubblico a destra. Sull'asse verticale il Modello di servizi va dalle soluzioni Infrastructure as a Service, alle Platform as a Service fino alle Software as a Service. 

Il ruolo della process criticality/data sensitivity

La sensibilità dei dati può variare notevolmente, da un livello molto basso a un livello molto alto. Analogamente la Process Critically può spaziare da livelli bassi (ad es. sistemi di conferencing) ad alti (ad es. sistemi ERP). P

er le applicazioni che gestiscono dati altamente sensibili e che rappresentano aree particolarmente critiche dell'azienda l'ideale sono le soluzioni Private Cloud. Diversamente, le applicazioni non considerate critiche per l'azienda e che gestiscono prevalentemente informazioni di dominio pubblico si possono inserire nelle soluzioni Public SaaS. 

I Community Cloud svolgono un ruolo speciale poiché offrono una serie di vantaggi, tra cui ricche funzionalità ed economie di scala, oltre ad una maggiore sicurezza e a controlli di conformità che si applicano alla specifica community.

Una volta individuati i modelli cloud ottimali, le aziende possono selezionare i fornitori di servizi cloud. Il criterio chiave nella scelta di un provider è che questo disponga degli strumenti e dei controlli che permettono al cliente - il reparto IT - di assumere il ruolo di broker di servizi.