Gli esperti di Intelligenza Artificiale ricevono compensi altissimi, e le aziende del mondo se li contendono a suon di milioni. Eppure c'è chi oggi suggerisce di non specializzarsi, saltando il dottorato e preferendo l'esperienza pratica. Il suggerimento di "non studiare" va contro il pensiero comune, ma a dirlo è qualcuno che conosce molto bene il mondo dell'AI.
A lanciare questo avvertimento è infatti Jad Tarifi, pioniere dell'AI che ha fondato il primo team di intelligenza artificiale generativa di Google, secondo cui chi oggi intraprende un percorso di studi superiore in questo campo rischia di trovarsi obsoleto prima ancora di completare la formazione. La sua previsione è tanto audace quanto preoccupante: entro cinque-sette anni, il tempo necessario per conseguire un PhD, la maggior parte dei problemi dell'intelligenza artificiale sarà già risolta. Il suggerimento sembra quindi essere tanto vale buttarsi subito.
L'evoluzione accelerata dell'intelligenza artificiale
La rapidità con cui l'AI sta progredendo ha sorpreso anche i suoi stessi creatori. Tarifi, 42 anni e con un dottorato conseguito nel 2012 presso l'Università della Florida, ritiene che persino l'applicazione dell'intelligenza artificiale alla robotica sarà completamente sviluppata nel giro di pochi anni. Questa accelerazione tecnologica rappresenta un fenomeno senza precedenti nella storia della scienza informatica, paragonabile forse solo alla rivoluzione di internet negli anni '90, ma con una velocità di trasformazione ancora maggiore.
Il ricercatore descrive il dottorato come un percorso adatto esclusivamente a "persone strane" ossessionate da un campo specifico, data la quantità di sacrifici e i lunghi anni di studio richiesti. Per chi fosse comunque determinato a proseguire nella ricerca accademica, Tarifi suggerisce di specializzarsi in sottocampi ancora embrionali, come l'applicazione dell'AI alla biologia, dove esistono ancora margini di innovazione significativi.
Il percorso professionale di Tarifi illustra perfettamente la transizione dal mondo accademico a quello imprenditoriale nell'era dell'AI. Dopo aver sviluppato durante il dottorato una teoria che combinava principi di neuroscienze, geometria e machine learning, ha trascorso quasi un decennio in Google come tech lead e manager, contribuendo allo sviluppo dei modelli per i progetti di intelligenza artificiale generativa dell'azienda. Oggi è fondatore e CEO di Integral AI, una startup specializzata nella creazione di agenti AI autonomi che agiscono per conto degli utenti.
L'esperienza di Tarifi riflette una tendenza più ampia. dove molti ricercatori stanno abbandonando le posizioni accademiche tradizionali per fondare proprie aziende o unirsi a team di sviluppo in grandi corporation. Questa migrazione di talenti sta accelerando ulteriormente l'innovazione, creando un circolo virtuoso che però rischia di lasciare indietro chi segue percorsi formativi più lunghi.
Anche avvocati e medici
Le previsioni di Tarifi non si limitano al campo dell'intelligenza artificiale. Il ricercatore mette in guardia anche gli studenti che intendono intraprendere carriere in legge e medicina, sostenendo che i programmi formativi di questi settori si basano su informazioni ormai datate e su metodi di memorizzazione destinati a essere superati dall'AI. Questa visione trova eco nelle parole del venture capitalist Victor Lazarte, che prevede una sostituzione completa dei ruoli entry-level nel settore legale entro i prossimi tre anni.
Il panorama professionale che emerge da queste analisi ricorda per certi versi le trasformazioni industriali del passato, quando l'automazione ha rivoluzionato interi settori produttivi. Tuttavia, la velocità e l'ampiezza del cambiamento previsto dall'AI potrebbero superare qualsiasi precedente storico, interessando professioni che fino a poco tempo fa sembravano al riparo dalla digitalizzazione.
In questo scenario, la strategia più efficace potrebbe essere quella di concentrarsi su competenze complementari all'intelligenza artificiale piuttosto che competere direttamente con essa. Chi oggi sceglie un percorso formativo dovrebbe considerare settori dove l'elemento umano rimane insostituibile o dove l'AI può fungere da amplificatore delle capacità personali piuttosto che da sostituto.
L'avvertimento di Tarifi rappresenta un campanello d'allarme per il sistema educativo tradizionale, chiamato a ripensare i propri programmi e tempistiche in un'epoca dove l'obsolescenza tecnologica può essere più veloce di un corso di studi. La sfida per le università e gli studenti sarà quella di trovare un equilibrio tra formazione approfondita e adattabilità ai cambiamenti tecnologici accelerati.