Le ragioni del mancato raggiungimento degli obiettivi finanziari dell'anno fiscale sono riconducibili ai soliti sospetti: "Un anno difficile, con venti macroeconomici contrari, correzioni delle scorte, COVID-19 e transizioni nell'architettura dei prodotti", sono alcune delle cose che hanno pesato sul bilancio di Nvidia.
Se la situazione è comune a molte aziende, Huang è tra i pochi leader che hanno deciso di incassare meno dell’anno precedente, condividendo almeno in parte le “vacche magre”. Altri capi d’azienda hanno incassato comunque premi sostanziosi, nonostante conti traballanti e licenziamenti - sto parlando proprio di Google. D’altra parte, come giustamente osserva The Register, il compenso di Huang è già più o meno il doppio rispetto alla media dei suoi pari.
Anche con questi “obiettivi mancati” non si può dire che Nvidia se la stia passando male: la domanda di GPU non fa che crescere, e pare proprio che i datacenter delle AI siano pronti a sostituire il fenomeno crypto - che comunque potrebbe riprendere vigore in ogni momento. E infatti le azioni Nvidia hanno fatto segnare un +73% nell’ultimo anno, e Huang è il principale azionista - nonché il 76esimo uomo più ricco del mondo.