L'indice S&P 500 continua a toccare massimi storici e gli investitori celebrano una delle stagioni di utili più brillanti mai registrate, ma c'è chi lancia un allarme: la dipendenza sempre più marcata delle performance di mercato da un ristretto gruppo di colossi tecnologici sta creando una situazione di squilibrio che potrebbe rivelarsi pericolosa per i portafogli degli investitori.
È la raccomandazione di Sean O'Hara, presidente di PacerETFs, società che gestisce ben 40 miliardi di dollari in asset, che mette in guardia contro questa concentrazione eccessiva e suggerisce strategie alternative per diversificare gli investimenti.
I numeri in effetti rivelano una notevole distorsione di mercato: nel Russell 1000 Growth Index, che comprende 392 società, sette aziende da sole rappresentano il 52% del valore totale, lasciando alle restanti 385 società una quota decisamente minoritaria. Questo significa che le sorti dell'intero indice dipendono essenzialmente dalle performance di Nvidia, Alphabet, Microsoft e degli altri membri del gruppo denominato "Magnificent Seven".
La situazione diventa ancora più evidente osservando i rendimenti dell'ETF Roundhill Magnificent Seven, che negli ultimi sei mesi ha registrato un balzo del 32%. Tuttavia, questa concentrazione estrema nasconde dei rischi che gli investitori potrebbero sottovalutare, specialmente in un sistema di ETF a capitalizzazione ponderata dove le aziende con valutazioni più elevate possono influenzare sproporzionatamente le performance complessive.
Alternative promettenti nel panorama tecnologico
O'Hara suggerisce di "allontanarsi dalla ponderazione per capitalizzazione con una parte del portafoglio e cercare di sovrappesare i titoli che storicamente sono stati sottopesati in quegli indici". La sua strategia punta a identificare opportunità in società tecnologiche più piccole ma con potenziali di crescita superiori.
Tra gli esempi più convincenti citati dall'esperto figurano Applovin e Ubiquiti, due società che negli ultimi sei mesi hanno registrato aumenti superiori al 100%, superando di gran lunga le performance di Nvidia e degli altri componenti del gruppo Magnificent Seven. Anche Palantir e Palo Alto Networks rappresentano esempi significativi di titoli tecnologici che, pur non appartenendo al club esclusivo dei sette colossi, hanno generato rendimenti interessanti per i fondi gestiti dalla sua società.
Oltre al comparto tecnologico, O'Hara individua nel settore sanitario un'area di investimento particolarmente interessante, descrivendola come "estremamente sottopesata rispetto alla sua storia". L'integrazione dell'intelligenza artificiale nei processi di sviluppo farmaceutico potrebbe rivoluzionare i tempi di produzione dei medicinali, aprendo scenari di crescita significativi per le aziende del settore.
La prospettiva di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve aggiunge un ulteriore elemento di interesse per gli investimenti diversificati. Le società di piccole e medie dimensioni, che tipicamente si finanziano attraverso i mercati del debito, potrebbero beneficiare maggiormente di un allentamento della politica monetaria rispetto ai colossi già consolidati.
Nonostante l'ottimismo generale che pervade Wall Street, con la Fed pronta a tagliare i tassi la prossima settimana, O'Hara mantiene un approccio cauto. "È una buona idea pensare alle small cap e alle mid cap se la Fed taglia i tassi, ma credo che avranno ancora alcuni venti contrari, almeno quelle che non sono profittevoli", spiega l'esperto.
La strategia suggerita non implica un abbandono totale dei titoli tecnologici di prima fascia, ma piuttosto una diversificazione intelligente che possa sfruttare le opportunità nascoste in segmenti di mercato meno affollati.