Andor racconta le origini dell'Impero

Oltre alla Ribellione, in Andor vengono mostrate le inedite origini dell'Impero e come è nata la sua struttura.

Avatar di Manuel Enrico

a cura di Manuel Enrico

Sin dal suo annuncio, Andor era stata investita del difficile ruolo di esser il nostro punto di vista privilegiato in uno dei periodi più complessi e meno valorizzati della continuity di Star Wars: l’Ascesa dell’Impero. Collocata nel ventennio che intercorre tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza, questa parentesi della cronologia della saga di George Lucas è stata solamente scalfita in passato, soprattutto grazie alla presenza di  serie animate, come Rebels, che hanno mostrato i primi anni del dominio di Palpatine. L’arrivo della nuova serie di Star Wars su Disney Plus, quindi, non rappresenta solo l’occasione di conoscere il passato di Cassian (Diego Luna), ma ha investe fa sì che Andor racconti le origini dell’Impero. Non solamente in senso cronologico, ma anche da un punto di vista concettuale, contribuendo a creare le radici di quell’odioso nemico conosciuto ai tempi della Trilogia Classica.

In più occasioni si è rivelato come l’Impero, nella sua burocrazia e nel suo design, fosse una metafora del totalitarismo che aveva inquinato vita della prima metà del ‘900. Critici e saggisti hanno ravvisato somiglianze estetiche alle armate naziste nelle armature dei soldati imperiali, mentre è facilmente rilevabile nel discorso del neo proclamatasi Imperatore, in La Vendetta dei Sith, una narrativa populista che viene giustamente contestata da una sconcertata Padme (‘Così muore la democrazia, sotto scroscianti applausi?’). Questo passaggio sociale, all’interno della continuity di Star Wars, non può che rappresentare un momento centrale nella costruzione di questa galassia, al punto che è facile individuare negli anni in cui si svolge Andor il momento della nascita dell’Impero, quantomeno nella sua fase concettuale.

Oltre alla Ribellione, in Andor vengono mostrate le origini dell'Impero

Le radici dell’Impero affondano nella Repubblica

Nella Trilogia Classica, l’impostazione narrativa era fortemente polarizzata: l’Allenza Ribelle erano i buoni, l’Impero il male assoluto. Una visione bicromatica che ci accompagna per tutti i film, in cui assistiamo agli sforzi della Ribellione che mira a detronizzare un malvagio imperatore, reo di avere distrutto la ‘perfetta’ Repubblica. L’inganno, se vogliamo, è aver convinto i fan che l’ordine precedente all’ascesa di Palpatine fosse una società galattica giusta, malvagiamente distrutta da un tiranno. Illusione durate sino all’uscita della Trilogia Prequel (La Minaccia Fantasma, L’Attacco dei Cloni, La Vendetta dei Sith), in cui viene meno questa visione utopica, facendo emergere delle crepe all’interno della stessa Repubblica, in cui corruzione e arrivismo sono elementi ben presenti. E questi sono la vera radice del futuro Impero.

Volendo andare ancora più indietro, basterebbe leggere i romanzi e i fumetti de L’Alta Repubblica, ambientati duecento anni prima de La Minaccia Fantasma, per comprendere come anche la Repubblica fosse in realtà un esempio di politica lobbistica. In diverse occasioni si evince come interessi corporativi siano capaci di pilotare decisioni che interessano la vita di miliardi di senzienti, andando contro i buoni principi della Repubblica stessa, che vengono piegate alle esigenze di una politica che non disdegna di stringere accordi sottobanco. E abbiamo potuto vedere come una personalità come Sheev Palpatine si sia mosso a dovere, nella doppia figura di senatore di Naboo e Darth Sidious, per sfruttare queste crepe per conquistare il potere. A ben vedere, dunque le radici dell’Impero sono da ricercarsi nella Repubblica, e Andor sembra volerci ricordare questo aspetto.

Ripensando a quanto abbiamo sempre conosciuto dell’Impero, la sensazione che abbiamo ricevuto era che la popolazione della galassia fosse schiacciata da questo regno del male, ma non abbiamo mai avuto modo di vedere esattamente come. Ci è stato raccontato per interposta persona, tramite le esperienze dei ‘buoni’, ma è mancato un percorso narrativo che mostrasse la vera natura dell’Impero, non era mai stata raccontato il punto di vista più funzionale in questi casi: quello della gente comune. E qui, Andor, ha deciso di cambiare le regole del gioco.

Corporazione e mercenari: le armi dell’Impero

Nel presentare la sua serie, lo showrunner Tony Gilroy, già sceneggiatore di Rogue One (2016), aveva tenuto a precisare come il racconto del passato di Cassian Andor non sarebbe stato solamente un modo per presentare ai fan della saga la vita dell’agente ribelle, ma avrebbe consentito di scoprire questo complesso periodo transitorio vedendo le conseguenze della caduta della Repubblica dal punto di vista delle persone comuni:

La nostra serie sarà focalizzata sulle persone comuni, quelli dietro la scena, coloro che costruiranno la strada verso vero la rivoluzione. Con questi personaggi è come esser in cucina, i nostri personaggi sono lì che lavano i piatti, così che il canon possa prendere forma anche lontano dalla scena principale, ma quello che avviene per loro è completamente diverso. Ogni giorno la nostra aspirazione per far sì che risultasse tutto reale si respirava in ogni ambito, in ogni costume, in ogni arma.

Questo si traduce non solamente nei passaggi che conducono alla nascita della Ribellione, grazie soprattutto alla presenza di un personaggio chiave come Mon Mothma, ma anche nel mostrare quali siano le meccaniche burocratiche del nuovo ordine imperiale, e la diretta conseguenza di questo cambio sociale. Un primo assaggio si era già visto sia in Rogue One che in Solo, dove la presenza di una mentalità di sfruttamento della popolazione era emerso con una chiarezza mai sperimentata in altre trasposizioni del franchise.

Non è un caso che i primi tre episodi di Andor si concentrino con particolare enfasi sulla mentalità di sfruttamento della Zona Corporativa, zona dello spazio in cui, già dai tempi delle Repubblica, i colossi corporativi avevano imposto la loro volontà, creando un vero e proprio governo alternativo a Coruscant. Divenuto quasi una realtà sociale concreta alla caduta della Repubblica, con l’iniziale tolleranza di Palpatine, interessato a sfrutta le più lascive leggi a tutela dei cittadini utilizzate da queste corporazioni. I primi tre episodi di Andor sembrano dimenticarsi dell’Impero, focalizzandosi sulle logiche corporative, ma in realtà questa presunta assenza serve a far comprendere come, per i normali cittadini, la fine della Repubblica abbia portato a un progressivo disinteresse della vita nell’Orlo Esterno. Syril Kran (Kyle Soller) e la sua story line incarnano al meglio questo tratto, mostrano come le angherie che le forze di polizia corporative impongono ai cittadini delle loro zone di controllo porti alla nascita di una crescente situazione di ostilità, che inevitabilmente può condurre solamente a una radicalizzazione di forze sovversive, intenzionate a ribellarsi a questo giogo.

Burocrazia imperiale e società galattica

La costruzione sociale dei primi tre episodi di Andor viene ulteriormente valorizzata dalla presenza di una criminalità che si muove al meglio entro le crepe di questo sistema solo apparentemente rigidamente chiuso. Corruzione e mentalità corporativa sembrano andare di pari passo, e sin dal primo episodio viene enfatizzato questo aspetto, ma in una simile dinamica sociale trovano posto anche personaggi capaci di muoversi abilmente tra questi meccanismi e ritagliarsi una propria, convivente esistenza. Presenze che abbiamo visto sin dalla Trilogia Classica, basti pensare a Han Solo o Lando Carlissian, ma con Andor quelle che erano simpatiche canaglie diventano veri e propri criminali, che rasentano il ruolo di mercenario.

Se da un lato abbiamo Luthen Rael che sembra essersi venduto alla nascente Ribellione, dall’altro abbiamo un Impero che sta creando una propria rete di collegamenti con elementi poco raccomandabili della Galassia. Anche se nel quarto episodio vediamo la presenza dell’ISB, il bureau della sicurezza imperiale, non manchiamo di notare come anche questo organismo sia venato da dissapori interni che scaturiscono da rivalità e invidie dei suoi rappresentanti. Pur cercando di mantenere un controllo quanto più rigido possibile sui mondi dominati, tramite l’ISB l’Impero sembra voler anzitutto privilegiare una mentalità di sfruttamento industriale, creando un’omologazione di concetti e prassi, che viene presentata tramite la reticenza ad adattarsi di Dedra Meero (Denise Gough), che al momento sembra esser uno dei migliori punti di vista della mentalità imperiale in Andor.

Tutti gli elementi visti nei primi episodi di Andor sembrano puntare finalmente alla costruzione di una genesi dell’Impero. Solitamente si è portati a vedere nell’auto-proclamazione di Palpatine come la nascita dell’Impero, ma l’impatto avuto da questo nuovo ordine sociale va ben oltre la scena vista in La Vendetta dei Sith, è un percorso di creazione di un apparato burocratico che passa da Rebels a Andor, toccando anche marginalmente momenti di Obi-Wan Kenobi. Il compito di Andor, dunque, non è solo mostrare la nascita dell’Alleanza Ribelle, ma anche di rivelare ai fan della saga come la nemesi di Leia, Dodonna e Mon Mothma abbia avuto un proprio percorso di sviluppo, divenendo il nemico per eccellenza dei fan di Star Wars.

L'offerta di Disney+

Disney+ annuale Disney+ mensile
89,99€/anno 8,99€/mese
VEDI OFFERTA VEDI OFFERTA