Castlevania, l'adattamento videoludico perfetto?

L'epopea gotica di Trevor Belmont sulle tracce del perfido Dracula potrebbe rappresentare il migliore adattamento di un videogioco mai realizzato fino ad ora, anche al netto di qualche difetto e una durata un po' troppo breve.

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a cura di Andrea Balena

Come casa di produzione e distribuzione, Netflix continua a puntare su un catalogo di prodotti variegati, in grado di stuzzicare un pubblico eterogeneo in continua crescita. Una delle strade intraprese è l'animazione, rivolta non necessariamente agli spettatori più giovani. Come dimostrato da prodotti quali Bojack Horseman, F is for Family e la distribuzione dell'apprezzato Rick and Morty, il colosso dello streaming vuole realizzare cartoni animati per adulti, che non si risparmiano in quanto a volgarità e violenza visiva. Con Castlevania, l'ultimo arrivato di questo sottogenere, l'obbiettivo è però differente: realizzare un adattamento animato di un videogioco che non sia deludente sotto ogni aspetto.

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Anche allo spettatore più ingenuo è ormai chiaro che la trasposizione da un medium peculiare come il videogioco sul grande schermo è un'operazione quasi sempre fallimentare, in cui è impossibile conciliare la tipica frenesia ludica con gli aspetti più virtuosi della settima arte. I tentativi nel corso dei decenni sono stati innumerevoli e hanno abbracciato le vie creative più disparate, producendo nel migliore dei casi prodotti mediocri (Assassin's Creed) se non addirittura delle vere schifezze (c'è gente che ancora si sogna la notte quell'orrore di Super Mario Bros!). Nonostante ciò, il lavoro del controverso producer Adi Shankar, noto per aver reinterpretato in chiave dark molti brand famosi, potrebbe finalmente rendere giustizia alla trentennale saga della Konami con il mitico Conte Dracula come antagonista.

1476 d.C., Valacchia: la dottoressa Lisa Tepes, moglie di Dracula, viene ingiustamente messa al rogo dalla Chiesa per presunta stregoneria. Il suo amato, ricolmo d'ira, abbraccia il titolo di Signore delle Tenebre e per vendetta inizia un genocidio sulla popolazione umana con l'aiuto di una gigantesca armata di mostri evocati dagli inferi. L'unica speranza per l'umanità risiede nello scorbutico Trevor Belmont, ultimogenito di una famiglia di ammazza demoni rinnegata dal clero.

La storia è basata sulle vicende di Castlevania 3: Dracula's Curse uscito sul NES nel 1989, prequel assoluto della saga e tassello importante per la mitologia perché Trevor è il primo eroe leggendario a sconfiggere il vampiro millenario. Il gioco all'epoca era quasi sprovvisto di narrativa, limitata a qualche testo, per via della sua natura arcade, quindi gli autori di questa serie hanno avuto molta libertà creativa sull'intreccio. In particolare è da lodare il lavoro svolto dallo sceneggiatore Warren Ellis, noto fumettista britannico: approfittando della presenza nella trama della Santa Inquisizione, lo scrittore ha imbastito una critica feroce verso la corruzione dell'istituzione, un argomento ricorrente in molte altre sue opere.

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Il tono della produzione rimane sempre serio e cupo, anche se non disdegna momenti più leggeri e umoristici, che fortunatamente non intaccano la narrazione. Sono assolutamente degni di nota i dialoghi che mischiano il logorroico con momenti più badass, la vera impronta autoriale di Ellis. In particolare i monologhi di Dracula restituiscono la solennità e la malvagità di un villain gotico, contrapposti agli sproloqui e borbottii alcolici di Trevor.

Risulta interessante la caratterizzazione di quest'ultimo, completamente inedita rispetto ai pixel originali: lo incontriamo in una locanda mentre si perde nell'alcool per dimenticare la scomunica della chiesa e la demonizzazione della sua famiglia. Bloccato in un eterno e nichilistico vagabondaggio fra città e città, inizialmente non può che essere felice della distruzione del popolo che lo ha rinnegato, ma dopo aver assistito allo stato di distruzione della città di Gresit e dei suoi abitanti, decide di imbracciare nuovamente la sua fidata frusta per combattere le orde delle tenebre.

L'aspetto visivo è assolutamente spettacolare grazie ai fondali disegnati a mano e ben realizzati, e alle ottime animazioni che non hanno nulla da invidiare a prodotti occidentali più conosciuti e amati. Non a caso lo studio di animazione che ha curato l'adattamento è una vecchia conoscenza del settore, che ha lavorato principalmente su Adventure Time. Ma a differenza delle avventure colorate in terre fatate, Castlevania è un tripudio di violenza spettacolare e gore, molto più forte e d'impatto rispetto al materiale originale. I più puristi del brand potrebbero storcere il naso sull'atmosfera generale e il character design, chiaramente ispirati al successivo e più noto episodio Symphony of the Night, ma il risultato finale è più che soddisfacente.

Le scene d'azione sono le parti migliori e capaci di restituire lo stesso feeling del videogioco, con gli ampi colpi dell'iconica frusta e le tante armi di fortuna che Trevor raccoglie sul campo di battaglia, in molti casi identiche a quelle presenti nel gioco. Ci sarebbe piaciuto vedere del pollo arrosto nascosto nei muri, ma avrebbe rovinato l'atmosfera, non vi pare?

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La storia di Trevor soffre però di due difetti evidenti e fastidiosi. Il peccato veniale è la colonna sonora totalmente anonima, che non sfrutta minimamente la ricca offerta musicale dei videogiochi come Vampire Killer o Blood Tears, brani amatissimi dai fan. Una vera sofferenza è invece l'estrema brevità della visione, appena 4 episodi da 25 minuti ciascuno. Questa scelta purtroppo è stata dettata dalla necessità di contenere i costi di produzione, relegando a questa prima stagione il ruolo di prologo e di introduzione per Sipha e Alucard, i compagni del protagonista che nel gioco originale erano personaggi giocabili.

A causa della sua durata è difficile quindi valutare la riuscita finale di Castlevania come adattamento. Quanto abbiamo visto risulta molto buono e fedele al materiale originale, senza perdere la possibilità di narrare qualcosa di inedito per il grande pubblico. Speriamo che la già annunciata seconda stagione possa solo migliore quanto già visto.


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