Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti: il prezzo dell'eroismo

Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti è il nuovo capitolo di Black Hammer, una struggente disamine del ruolo dell'eroe.

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a cura di Manuel Enrico

"Life is what happens to you, while you’re busy making other plans" cantava John Lennon in Beautiful Boy. E spesso capita di avere la sensazione di essersi persi momenti della propria esistenza, travolti dalla frenesia della condizione umana. Ma se questo vale per gli uomini comuni, come deve esser per un supereroe vivere una doppia esistenza, alternare due identità destinate a darsi il cambio continuamente? Un quesito esistenziale che è alla base di Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti, il nuovo capitolo della saga di Black Hammer, l’universo supereroico creato da Jeff Lemire e pubblicato in Italia da BAO Publishing.

Il canone supereroico è stato al centro di una rivoluzione negli ultimi anni, una riscrittura dei paradigmi narrativi di questi superuomini che ha stimolato l’inventiva di autori come Kirkman (Invincibile) e Cates (Buzzkill e Paybacks – Eroi in Debito), che hanno saputo cogliere i tratti essenziali del supereroe tradizionale andando a indagare all’interno del suo intimo, affrontando temi che spesso vengono tralasciati nella narrativa supereroica tradizionale. All’interno di questo rinnovamento si è mosso anche Jeff Lemire, autore che ha dimostrato di saper cogliere gli aspetti essenziali di un genere e dargli nuova linfa, facendo emergere il lato più umano dei protagonisti, come dimostrato con Sweet Tooth e, nel nostro caso, Black Hammer.

Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti: ritorno dell'universo di Black Hammer

Il corpus narrativo principale di Black Hammer ha ripercorso la storia dei comics, muovendosi agilmente tra Golden Age e Silver Age, presentandosi ai lettori come una sorta di viaggio nell’evoluzione dei supereroi. Oltre a questo carattere storico, Black Hammer è divenuto un vero e proprio universo supereroico, un mondo in cui si muovono alla perfezione personaggi indipendente, che Lemire utilizza saggiamente come strumenti analitici del ruolo intimo del supereroe. Sotto questa luce, Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti è probabilmente il più riuscito, una disamina intimista e struggente dell’altra faccia dell’eroismo.

Quanto si è disposti a sacrificare, pur di essere un eroe? Leggendo le avventure dei grandi supereroi, l’elemento avventuroso tende a essere il tratto principale con cui identifichiamo questi personaggi, considerato come raramente gli uomini e le donne dietro la maschera abbiano legami familiari intensi che risentano della loro dualità. Ripensando agli eroi che hanno subito ripercussioni dirette di questa doppia vita, si identificano pochi esempi in cui l’uomo dietro la maschera ha rischiato di venire schiacciato dall’alter ego supereroico, come accaduto in diverse occasioni a Spider-Man o Daredevil.

Soprattutto, difficilmente si vive un rapporto padre e figlio come raccontato in Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti. All’interno del mondo dei comics abbiamo numerosi esempi di ereditarietà del ruolo supereroico, come all’interno della famiglia Summers in X-Men o in casa Wayne, con Bruce che accoglie il figlio Damian come Robin. Dinamica avvincente in cui genitore e figlio, oltre che dal sangue, sono uniti anche da una vita comune, fatta di avventure ed eroismo. Ma come potrebbe gestire un supereroe un’esistenza eroistica all’interno di una famiglia normale?

È quanto deve scoprire Jim Robinson, brillante scienziato che durante la Seconda Guerra Mondiale diviene il supereroe Dottor Andromeda, grazie a una scoperta scientifica che gli consente di varcare soglie dimensionali da cui ottenere grandi poteri. Inizia per Robinson una vita avventurosa, fatta di battaglie con altri superuomini durante la Guerra, che lo tengono lontani dalla moglie Joanie e dal figlio Charlie, che cercano di comprendere le sue assenze, i suoi periodi lontani da casa motivandoli con la sua figura di eroe.

Ma durante uno dei suoi viaggi, Dottor Andromeda viene coinvolto da una razza aliena in una missione di soccorso contro un nemico apparentemente invincibile. L’eroe terrestre non rifugge dallo scontro, combattendo questa minaccia in prossimità di un buco nero, avendone infine la meglio. Ritornato sul mondo alieno, Robinson scopre che il tempo in prossimità del buco nero scorreva molto più lentamente rispetto al resto della galassia, e quelle che a lui sono sembrate ore sono stati in realtà decenni.

Una rivelazione sconvolgente che lo porta a tornare immediatamente sulla Terra, dove scopre che la sua famiglia ha passato quasi vent’anni nella speranza di vederlo tornare, anni fatti di dolore, rassegnazione e odio nei suoi confronti per averli abbandonati. Una condizione che si trasforma in un tentativo dell’uomo di recuperare un rapporto familiare che sembra essere oramai totalmente perduto.

Con Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti, Lemire offre uno dei ritratti più umani e intimi del supereroe mai realizzati. la cifra emotiva di questa storia è il rimorso, la presa di coscienza di uno slancio egoistico abbia causato una grande sofferenza a chi si ama, creando un distacco che porta a una sofferta separazione. Le due anime dell’eroe, la maschera e l’uomo, per Lemire sembrano essere inconciliabili, non sono due lati della stessa personalità, ma una deve per forza effettuare delle rinunce.

Apparentemente, è la parte umana, che affascinata dal potere che l’identità eroica conferisce, ne rimane stregata, perdendo di vista tutto ciò che realmente conta. Jim Robison, divenuto il supereroe Dottor Andromeda, non riesce a rinunciare a questa nuova esistenza, tutto passa in secondo piano, una decisione che solo tardivamente viene confessata da un Robinson vecchio e oramai distrutto:

‘I giorni diventarono settimane sena che me ne accorgessi. Le settimane si trasformarono in mesi. E io ero sempre più vicino…[…]Ho buttato via ogni parvenza di normalità il giorno in cui ho indossato quel maledetto costume. E tu, Charlie…non hai mai avuto voce in capitolo…tu eri solo un passante innocente’

Lemire rende Jim Robinson la voce narrante di Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti, trasformando le didascalie nel suo rimpianto, nel rimorso di aver sacrificato più di quanto potesse immaginare. Con sensibilità, Lemire alterna l’esaltazione di chi sperimenta un grande potere, nel narrare il passato dell’eroe, alla sofferenza e l’incapacità di processare il presente, fatto di dolore e figli di una condotta egoista. Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti è una lettura straziante e coinvolgente, priva di un villain come vorrebbe il canone supereroico, focalizzate sull’umanità dei suoi personaggi, che soffrono, sperano e muoiono come noi.

Lemire nuovamente lascia che lo spunto supereroico sia solo un incipit narrativo, lo sviluppa ponendo attenzione sulle emozioni umane, esaltate dalla voce narrante di un uomo vecchio e distrutto, che affronta uno dei momenti peggiori della vita di un genitore, consentendogli un ultimo momento di struggente poesia, un perdono tardivo a cui assistiamo con il cuore spezzato, che ci impedisce di odiare e accusare Jim Robison, ma portandoci a empatizzare con questo padre sofferente. Ed è in questa visione che si ritrova il significato del titolo, dove i Domani Perduti sono i giorni mai vissuti come padre da Robinson, momenti irripetibili e oramai soffocati da una vita da eroe che se da un lato lo ha premiato con avventure incredibili, dall’altro lo ha privato dell’esperienza umana, della normalità familiare che ora rimpiange.

Nota di colore, inizialmente il personaggio non era Dottor Andromeda ma Dottor Star, il nuovo nome sembra essere emerso recentemente, senza dare spiegazioni, tanto che lo stesso Lemire, interrogato sulla vicenda, ha preferito fornire una risposta abbastanza criptica:

'Tutto verrà spiegato, ci sono un sacco di novità in arrivo per Black Hammer'

Raccontare il lato umano del supereroe

Come da tradizione, facendo parte dell’universo di Black Hammer  non mancano citazioni e riferimenti al grande fumetto superoico. Aspetti minori, come la narrativa tipica della Golden Age, si intrecciano a elementi più facilmente riconoscibili, come Lanterna Verde e Watchmen, senza forzarne la presenza ma rendendoli parte integrante di una linea narrativa personale e godibile, in cui questa familiarità è un legame tra narratore e lettore.

Max Fiumara interpreta al meglio la storia di Lemire. Partendo dai concept di David Rubin, ideatore grafico del mondo di Black Hammer, Fiumara ne mantiene i tratti essenziali, amalgamandoli al suo stile. I personaggi sono vivi ed espressivi, Fiumara lascia emergere pienamente la loro interiorità con movenze nervose e sguardi intensi, li racchiude in tavole in cui la verticalità sfruttata nei momenti narrativi più rapidi lascia il giusto spazio a uno sviluppo orizzontale che premia la spettacolarità e la dinamicità. A Fiumara va riconosciuto il merito di avere colto nel finale di Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti una sensibilità grafica toccante e impeccabile, impreziosita dai colori di Dave Stewart.

Stewart utilizza una palette cromatica netta, che contribuisce al distacco emotivo tra gli anni da eroe e il presente grigio dei Robinson. Se le grandi imprese di Dottor Andromeda, compresa l’ultima disperata avventura, sono un tripudio di colori accesi e vividi, l’oggi foriero di dolore e rimpianto è caratterizzato da una scala di grigi che trasmettono sofferenza e rimpianto, esaltate da pochi accessi cromatici che esaltano il contesto emotivo cupo.

BAO Publishing pubblica Dottor Andromeda e il Regno dei Domani Perduti in uno splendido volume cartonato, con una grafica di copertina che veicola il tenore narrativo della storia. L’eccellente scelta dei materiali, con una carta che rispetto il lavoro del colorista, è uno dei punti a favore del volume, che avrebbe potuto ospitare un più nutrito comparto extra, non limitandosi ai semplici bozzetti preparatori dei personaggi.