Giornata contro le discriminazioni razziali: i film da recuperare

I nostri consigli su quali film recuperare per ricordare la Giornata contro le discriminazioni razziali

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a cura di Simone Soranna

La giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali è celebrata ogni anno il 21 marzo. Questa data è stata scelta per ricordare il medesimo giorno del 1960 quando, in Sudafrica, la polizia aprì il fuoco su un gruppo di dimostranti di colore provocando morti e feriti. Erano ancora gli anni pienamente coinvolti dall’apartheid, tuttavia a ben guardare i fatti di cronaca più recenti sembra che la Storia si ripeta tristemente anche oggi. Ma quali sono i film contro le discriminazioni razziali da noi più apprezzati? Il cinema ha da sempre dimostrato grande attenzione nel voler portare in scena simili tematiche. Non solamente le grandi pellicole drammatiche dal sapore storico, ma anche curiosi esperimenti declinati su altri generi meno prevedibili. Dai film sportivi a quelli animati, passando anche attraverso l’horror e, perché no, la fantascienza: il tema della minoranza ha sempre spronato i registi a raccontare storie di alta caratura con cornici originali.

Film contro le discriminazioni razziali

Race – Il colore della vittoria

In inglese, il termine race può indicare sia una gara sportiva, che il concetto di razza. È quindi perfetto per raccontare l’incredibile storia (agonistica e personale) di Jesse Owens. Alle Olimpiadi di Berlino del 1936, in pieno regime nazista, l’atleta afroamericano si aggiudica ben quattro medaglie d’oro: un affronto che sa di umiliazione alle assurde politiche razziste di stampo hitleriano.

Race – Il colore della vittoria racconta proprio questo evento sportivo unico e indimenticabile. Ideale soprattutto per un pubblico di giovani (è uno dei film contro le discriminazioni razziali più apprezzati tra i banchi di scuola), la pellicola è appassionante ed emozionante. Nel cast svetta la presenza di Jeremy Irons ma la curiosità più interessante è dovuta alla scelta del protagonista. Infatti per il ruolo di Owens era stato inizialmente contattato John Boyega. Il quale però rifiutò per partecipare alla saga di Star Wars.

12 anni schiavo

Prodotto da Brad Pitt (che compare anche in un breve cameo sul finale), 12 anni schiavo non è solo un film contro le discriminazioni razziali, ma anche uno dei film più intensi degli ultimi anni. Nominato a nove premi Oscar, si aggiudicò tre statuette di grande valore: miglior film, miglior attrice non protagonista (Lupita Nyong'o) e miglior sceneggiatura non originale.

La storia racconta dell’assurda esperienza di Solomon Northup che, per dodici anni, fu costretto in schiavitù nelle piantagioni della Lousiana. Sono molti i momenti di drammatica violenza che hanno turbato il pubblico. Il film, presente nel catalogo di Amazon Prime Video, prova a sfidare lo sguardo dello spettatore mettendolo di fronte a una violenza insensata che solleva più di qualche interrogativo. Imperdibile.

Zootropolis

Anche l’animazione ha spesso trovato il modo per provare ad affrontare tematiche spinose ma importanti. Certo, il discorso diventa un po’ meno evidente, più metaforico. Eppure sarebbe sbagliato ritenere questi lavori solamente come un semplice intrattenimento per bambini. Un progetto come Zootropolis, ad esempio, non ha molti peli sulla lingua per indagare il potere che la paura può esercitare sui singoli e diventa un film contro le discriminazioni razziali in tutto e per tutto.

La città nella quale è ambientata il film (disponibile su Disney+) è abitata da numerose specie animali. La convivenza forzata di questi personaggi lascia spazio ad alcuni screzi dovuti alle loro esigenze. Zootropolis è un film caratterizzato da personaggi stereotipati. Non per limite della lavorazione, ma per sottolineare la difficoltà di un’inclusione forzata. Tutte queste dinamiche porteranno a conseguenze sempre più gravi fino a che, poco per volta, il vaso traboccherà. In superficie potrebbe sembrare l’ennesimo film con “animali parlanti”. Scavando un po’ invece emerge una delle pellicole più attente e precise nel trattare una tematica così scivolosa.

District 9

Anche la fantascienza spesso usa delle metafore per parlare di temi sicuramente più stringenti e quotidiani. District 9 è un ottimo esempio di questo processo. Sul cielo di Johannesburg, in Sudafrica, una gigantesca astronave aliena fa capolino per essere però ingabbiata dagli umani. Le creature al suo interno vengono ghettizzate all’interno di una sorta di lager dove dovranno subire le angherie dei “padroni di casa”.

La terribile piaga dell’Apartheid torna a rivivere sul grande schermo, ovviamente mascherata da film di fantascienza ma con lo stesso tenore. Prodotto da Peter Jackson, il lavoro è stato un successo inaspettato riuscendo addirittura a ottenere quattro nomination agli Oscar (tra cui quella per il miglior lungometraggio). Si tratta di uno dei film contro le discriminazioni razziali più originali degli anni Duemila.

Scappa – Get Out

Fu il caso dell’anno al botteghino statunitense. Con soli 5 milioni di dollari di spesa, Scappa – Get Out ne incassò circa 175. Il film di esordio di Jordan Peele è un horror teso e claustrofobico. Prendendo le mosse dalla commedia più classica (sono espliciti i riferimenti a Indovina chi viene a cena?), il film conduce lo spettatore in un incubo senza fine dal quale si vorrebbe, appunto, scappare.

Il razzismo è senza dubbio il tema cardine dell’intero progetto. L’odio e il disprezzo nei confronti degli afroamericani emergono poco alla volta lungo i minuti, prendendo dimensioni via via sempre più ingenti. Così, una “normale” famiglia diventa lo specchio di una società ancora lontana dall’accettare l’integrazione nel suo tessuto più profondo. Il film è un ritratto spietato e cinico degli anni a noi più contemporanei. La pellicola si aggiudicò anche l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Lo stesso regista si confronterà ancora con il medesimo tema e il medesimo stile in un altro film contro le discriminazioni razziali: Noi.

Malcom X

Il regista statunitense Spike Lee ha fatto di questa tematica il valore fondamentale della sua cinematografia. Tra i tanti titoli idonei per trattare un simile argomento, quello che forse spicca maggiormente per portata storica è proprio Malcolm X. Il biopic è incentrato sulla figura di uno dei più importanti attivisti per i diritti degli afroamericani. Il regista lo dirige quasi come fosse un kolossal, senza risparmiarsi sul budget e sul minutaggio.

Tutto il carisma e il fascino della figura in questione emergono anche grazie al talento di Denzel Washington che qui regala una delle migliori interpretazioni della sua carriera. La bravura di Lee è quella di non restituire sullo schermo un quadro agiografico del leader, ma provare a indagare la sua personalità rileggendola come quella di un eroe tragico. Uno dei film contro le discriminazioni razziali più necessari. Da vedere.

Green Book

Ricordato da molti critici come il feel good movie per eccellenza, Green Book è l’ultimo grande film contro le discriminazioni razziali (in ordine cronologico) che ha provato a far luce sulla questione razziale. Riuscendo a scaldare i cuori degli spettatori di tutto il mondo e vincendo l’Oscar come miglior film, il lungometraggio racconta l’incredibile amicizia tra un pianista afroamericano e un buttafuori di origini italiane. Lungo le strade dell’America, i due entreranno sempre più in sintonia e impareranno a fare i conti su come gestire al meglio l’odio nei loro confronti.

Diretto da Peter Farrelly, il regista di celebri commedie come Tutti pazzi per Mary o Scemo & più scemo, il film è semplicemente delizioso. Tutti gli elementi sono al posto giusto e le risate non mancheranno. Il tutto però sarà ovviamente veicolato da un retrogusto decisamente amaro che caratterizzerà lo scorrere della pellicola. Viggo Mortensen e Mahershala Ali sono in perfetta sintonia (il secondo vincerà anche un Oscar proprio per la sua interpretazione in questo ruolo). Inoltre riescono a restituire tutte le sfumature di un’amicizia sincera e calorosa capace di andare al di là di ogni pregiudizio. Green Book dimostra come la questione razziale sia soprattutto una questione di ignoranza. Così c'è spazio per una grande ode alla cultura. La quale forse non sarà la cura perfetta, ma sicuramente potrebbe aiutare.

Black Lives Matters – 400 anni in lotta per la libertà

Infine, non poteva di certo mancare anche un documentario. Nel caso specifico si tratta di una miniserie che indaga da vicino la Storia. Presente nel catalogo della neonata piattaforma streaming Nexo+, Black Lives Matters – 400 anni in lotta per la libertà ripercorre quattro secoli di Storia inglese e americana sulle orme di chi ha combattuto e lottato per la libertà e l’uguaglianza.

Una grande cavalcata che con passo deciso e spedito prova a condensare i fatti più salienti e gli esempi di maggior risonanza che hanno contribuito alla vittoria di alcune battaglie sociali importantissime. La serie convince per la sua doppia veste: da un lato un’esaustiva e appassionante radiografia storica, basata sulla divulgazione e l’informazione cronachistica; dall’altra un ritratto emotivamente caldo e sentito di una delle piaghe sociali più profonde dei nostri giorni. Il documentario non si dimentica infatti di esaltare gli eroi del passato, pur ammonendo tutti sul dramma contemporaneo che rischia di rendere vano il loro lavoro e sacrificio.

Per questi e altri film contro le discriminazioni razziali consulta il catalogo di Netflix, Disney+ e Amazon Prime Video.