Tsundere, Yandere e le personalità negli anime

Tsundere, Yandere e Kuudere, se bazzicate anime e manga, vi sarà capitato di sentirli nominare. Ma cosa significano questi termini?

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a cura di Elisa Erriu

L'amore ai tempi dei manga e anime è fatto di svariate sfumature: abbiamo la ragazza timida, il ragazzo sfacciato, la ragazza decisa e il ragazzo sdolcinato. Il carattere stesso dei protagonisti delle storie più dispariate vanno a delineare un vero e proprio stereotipo. È così che niente è lasciato al caso in Giappone e tutto ha un nome preciso, persino le personalità dei personaggi. Vi sarà capitato, infatti, di leggere tra le righe di un manga o di qualche sito qua e là termini come Tsundere, Yandere, Kuudere. Vi sarete chiesti se fosse una pietanza particolare nipponica o soltanto un nomignolo che usano le coppie per così dire molto "appiccicose". Invece no, sono veri e propri stereotipi giapponesi, parole che identificano una caratterizzazione ben precisa di un personaggio, al punto da rappresentare i suoi comportamenti, il modo di relazionarsi e le sue intenzioni più segrete. Ecco quali e quanti sono questi -dere nei manga e negli anime, la loro storia e i principali volti che li rappresentano al meglio.

Che cosa significa Tsundere e gli altri-Dere? Le personalità negli anime e nei manga

Cosa significa Tsundere e Yandere?

Con Tsundere e Yandere, due termini giapponesi, si identificano due personalità contrapposte tra loro: lo Tsundere rappresenta lo stereotipo di un personaggio aggressivo e irascibile, che ha difficoltà a esprimere i propri sentimenti verso la persona per cui prova qualcosa.  Al contrario, una personalità Yandere è tipica di chi si dimostra dolce e amorevole sin da subito, ma nasconde un lato più deciso, talvolta violento e folle.

Tsundere nasce dall'unione del termine -dere con "Tsuntsun", che può essere tradotto in italiano come "imbronciato" "irritabile", mentre "Yandere" ha origine da "Yanderu", che significa "malato".

Il suffisso -dere che identifica tutte le personalità giapponesi, ha origine dal vocabolo "deredere", che potremmo tradurre come "innamorato". Infatti tutti questi termini sono solitamente usati all'interno di storie in cui i personaggi hanno un qualche tipo di relazione tra di loro, che sia già in corso o che debba ancora nascere. È importante sottolineare questo aspetto, perché proprio come si intuisce dall'etimologia, i vari -dere non sono caratterizzazioni casuali dei personaggi, ma hanno per forza bisogno di collegarsi ai loro sentimenti e ciò che cuore, testa e ormoni li spingono a fare.

In questo modo sareste forse portati a pensare che siano dunque termini esclusivi di manga con una forte connotazione romantica. E (parzialmente) sbagliereste: essendo una caratteristica che identifica una serie di comportamenti, la targhetta da -dere può essere affibbiata a qualunque personaggio con un interesse sentimentale. Possiamo individuare -dere anche negli shonen più improbabili, come nei protagonisti di Bleach, One Piece o I Cavalieri dello Zodiaco. Tutto dipende, ovviamente, se in fondo nutrono un qualche tipo di affetto e come come tendono a dimostrarlo. Infatti non esistono solamente Tsundere e Yandere, anzi, c'è una ricca lista di personalità negli anime e nei manga. Tante quante i loro atteggiamenti.

Le caratteristiche e le differenze tra i -dere

Sebbene gli Tsundere e gli Yandere siano generalmente le personalità più usate negli anime e nei manga, altri -Dere che vengono spesso rappresentati sono i Kuudere, i Dandere, i Bokodere, gli Hajidere e gli Hiyakasudere.

Kuudere: una personalità da "Kuudere" è quella di un personaggio freddo, schietto e cinico, che nonostante mostri una spietata calma e quasi una profonda insensibilità, alla fine è capace di dimostrazioni d'affetto sincere e spiazzanti. Sono spesso pragmatici, intelligenti e glaciali, quasi inespressivi, privi di emozioni e stoici all'esterno, ma all'interno provano forti e sinceri sentimenti. L'etimologia deriva dal katakana "kuuru", che letteralmente viene dall'inglese "cool" e -Dere. I Kuudere sono simili agli Tsundere: entrambi sono tendenzialmente collegati a una certa sicurezza caratteriale, ma proprio come suggerisce la parola d'origine "cool", i Kuudere sono non soltanto intriganti, ma calmi e non diventano facilmente irascibili. Questi personaggi sono solitamente disegnati anche con i colori freddi, dai capelli bianchi, blu o da penetranti occhi di ghiaccio. Tuttavia, col passare del tempo, anche il loro cuore ricoperto di neve si scioglie.

Dandere: proprio come un "Kuudere", anche i "Dandere" sono persone riservate e distaccate. Ma al contrario della personalità "cool", loro sono intrinsecamente timidi e insicuri. Il "dan" in dandere deriva dalla parola giapponese "danmari" che significa "stare in silenzio". Normalmente, infatti, i Dandere sono silenziosi e asociali, al punto da sembrare anche loro privi di emozioni come un "Kuudere". Ma si dimostrano improvvisamente loquaci e dolci, quando si trovano da soli con la persona che amano, se messi abbastanza a loro agio. Al contrario, continueranno a rimanere chiusi in loro stessi. Non si trovano bene a parlare troppo con le persone a causa della loro insicurezza, mentre un personaggio Kuudere non avrà problemi a rispondere, mantenendo la sua calma o tacendo perché semplicemente l'ha reputato necessario. Un Dandere, invece, si dimostrerà sempre agitato se gli viene chiesto di parlare quando non vuole. Entrambi questi tipi di -Dere si allontanano dagli altri per ragioni diverse, rendendoli spesso privi di vere amicizie e simili agli hikikomori.

Bokodere: sono la (strana) combinazione tra uno Tsundere e un Dandere. Sono estremamente timidi verso coloro di cui sono infatuati, si imbarazzano per un nonnulla, ma al contrario di un Dandere, quando messi alle strette, si dimostrano violenti e iniziano a sferrare "pugni". D'altronde l'origine del loro termine deriva da "bokoru", che significa "picchiare qualcuno". Non sono personaggi aggressivi, tutt'altro, la loro è proprio un'incapacità nel controllare le emozioni: per colpa di un'eccessiva timidezza e imbarazzo, quando si trovano in una situazione compromettente, iniziano ad arrossire e a comportarsi in modo sregolato ed agitato, finendo spesso per ferire qualcuno.

Hajidere: sono personaggi simili a un Dandere, ma al contrario di questi, loro sono nervosi e imbarazzati esclusivamente con le persone per cui hanno una cotta segreta. Di solito sono socievoli ed estroversi, sicuri di loro stessi e simpatici, ma la loro timidezza si palesa soltanto quando interagiscono con la persona che amano, a un punto tale da manifestare comportamenti eccessivi. Balbettano, sudano, hanno difficoltà a respirare o svengono addirittura. Il loro nome è composto dalla parola "haji", che significa vergogna, imbarazzo.

Hiyakasudere: sono tra le personalità "piccanti" dei vari -Dere, noti anche in Occidente come "Teasedere" o "Smugdere". Sono i personaggi sfrontati, che amano prendere in giro gli altri, provocarli e spesso flirtare con coloro che gli piacciono. Sono maliziosi, sarcastici e affascinanti, sicuri di loro stessi e spesso riescono anche a far arrossire "le loro vittime". Il loro vocabolo ha origine da "hiyakasu", che significa "scherzare", "prendere in giro". Se dovessero fare sul serio, esagerare e avere atteggiamenti decisamente più espliciti, di solito vengono chiamati come "Erodere".

La lista non terminerebbe qui, ma sarebbe ancora (troppo) lunga, quindi ci limitiamo a citare anche i Mayadere, i personaggi che partono come antagonisti e poi cambiano per amore, i Bocchandere, coloro che sono legati a un segreto oscuro, spesso un passato come Yakuza o che sono teppisti, i Bakadere, goffi, innocenti e in poche parole "stupidi" (dal termine "baka) e i Goudere, coloro che farebbero di tutto per la persona che amano. Letteralmente, di tutto.

I -dere: la loro storia

Tutta la storia dei -Dere nasce dallo slang di Internet: nel 1978 l'organizzatore del Comiket, Koichi Ichikawa, descriveva Ran di Lamù come "uno yandere", mentre "tsundere" sembra aver fatto la sua prima apparizione verso gli anni 2000, nei videogiochi. Ma non è mai stato definito ufficialmente l'origine dei due termini e in molti casi il significato di entrambi può variare notevolmente, a seconda dei gusti e delle intenzioni dell'autore a cui si crede di assegnare le origini dei vocaboli.

Ciò che sappiamo con certezza è che si tratta di uno stereotipo che nella cultura giapponese esisteva da decenni a livello culturalmente intrinseco e talvolta involontario, benché non esistesse un termine univoco per indicarlo. I vari -Dere iniziarono ad apparire nei giochi  bishōjo, ovvero i simulatori di appuntamento (conosciuti come "dating sim") in cui l'obiettivo principale è corteggiare belle ragazze. Da qui i termini -Dere si sono diffusi sempre di più agli inizi del 2000. Questo perché gli autori hanno la necessità spesso di differenziare quanti più tipi di personaggi possano interessare all'utente.

Più personaggi differenti ci saranno, più il giocatore o il lettore potrà trovare difficoltoso scegliere il personaggio che desidera corteggiare, ampliando in questo modo la portata del pubblico. I personaggi  Tsundere e Yandere sono tra la formazione tipica di questi giochi, dal momento che compensano alcuni desideri (o paure) dell'utente.

L'idea di un personaggio timido che si rivela un'accanita fan o, al contrario, un personaggio scontroso che si dimostra dall'animo dolce e vulnerabile, suscita un forte coinvolgimento emotivo e moralistico, specialmente in una cultura, come quella giapponese, che insegna sin da bambini a nascondere i propri sentimenti.

Negli ultimi anni queste personalità stereotipate hanno ricevuto una crescente attenzione e un relativo merchandising, al punto da diventare un vero fenomeno culturale, raggiungendo altri media come i maid café, gli anime, i manga, e persino i romanzi.

L'importanza, oggi, di avere personaggi con una caratterizzazione riconoscibile, può servire sia a utenti maschili sia alle donne: potendosi riconoscere in una terminologia chiara, anche le ragazze (specialmente in Giappone) si sentono più libere di esprimere i propri sentimenti, sfruttando questo mezzo mediatico. Attraverso i comportamenti, le battute e i giochi di parole dei loro personaggi preferiti, imparano a superare le proprie paure o a capire le dinamiche sfaccettate e anche più spigolose di una relazione.

Gli Tsundere e gli Yandere più famosi

È giunto il momento di mostrare gli esempi più eclatanti e famosi dei rispettivi termini. La più iconica personificazione del tipo Tsundere è senz'ombra di dubbio Taiga Aisaka di Toradora. La celebre "tigre portatile" è irascibile, aggressiva, porta con sé una spada di legno e conosce le arti marziali, ma è anche profondamente goffa quando si tratta di esprimere i propri sentimenti: nel corso dell'anime, Taiga riconosce però le proprie paure e finisce con l'impegnarsi seriamente nella sua relazione con Ryuuji.

Un'altra Tsundere conosciutissima è Asuka Langley della saga di Evangelion, coraggiosa, intraprendente, sfrontata e decisamente energica. A differenza di Shinji e di Rei, coprotagonisti della serie, è orgogliosa del suo ruolo, anche se dietro la sua eccessiva fiducia in sé stessa, nasconde un animo tormentato e fragile.

Come Yandere possiamo citare, invece, Yuno Gasai di Mirai Nikki o Misa Amane di Death Note: le sfaccettature della personalità Yandere sono così tante da risultare intricato poterle catalogare, anche perché spesso la loro devozione amorosa si trasmuta in una vera, preoccupante ossessione. Sono le personalità che diventano più pericolose dell'aggressivo Tsundere, trasformandosi in psicopatici, meschini manipolatori e iperprotettivi crudeli. Nel caso di Yuno, la sua ossessione si trasforma in una vera sindrome psicotica assassina, non appena il suo amato si trova in pericolo o suscita l'interesse di qualcuno. In modo analogo Misa è protettiva nei confronti di Kira, anche se nel suo caso la sua ossessione la porta a essere più vittima delle trame del celebre assassino.

Come sovrano del genere Kuudere, portiamo alla vostra attenzione Sesshomaru di Inuyasha: freddo, spietato e privo di compassione persino verso il suo stesso fratello, questo demone canino dimostrerà un profondo attaccamento verso una piccola umana.

Tra i Dandere, invece, merita di salire sul trono Nagisa Furukawa, la dolce e fragile protagonista di Clannad, con cui il protagonista instaura un legame che lo porterà a cambiare vita.

Come Bokodere menzionamo Mahiru Inami, di "Working!!", che ha dato vita a questo termine a causa delle reazioni di questo personaggio nei confronti degli uomini. Inami soffre di una grave androfobia (paura degli uomini) a causa di suo padre. Ma non possiamo non citare nella lista anche Yor di Spy x Family.

La principessa delle Hajidere è senza dubbio Hinata di Naruto, mentre tra le Hiyakasudere e gli Erodere impossibile non citare Blair di Soul Eater, Holo  da Spice and Wolf, Jiraya di Naruto, Miroku sempre da Inuyasha e Minoru Mineta da Boku no Hero Academia.