Vampire in the Garden: recensione in anteprima del nuovo anime Netflix

Vampire in the Garden è il nuovo anime Netflix: la storia di una vampira e di una ragazza che sognano un mondo in cui convivere in pace.

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a cura di Lucia Lasorsa

-Redattrice

Vampire in the Garden è una storia di vampiri che tratta una tematica delicata, con chiari riferimenti alla vita reale: la convivenza pacifica fra individui diversi. Il conflitto interiore fra la propria natura e il modo in cui ci si sente, inoltre, è un'altra tematica che, pur affondando le proprie radici in tempi remotissimi, è incredibilmente attuale. Non aspettatevi, quindi, dai 5 episodi che compongono Vampire in the Garden, una storia d'amore sdolcinata fine a se stessa: si tratta, infatti, di un'opera ben più complessa di quanto non possa sembrare.

Vampire in the Garden: la similitudine nella diversità

Vampire in the Garden è una serie di animazione giapponese prodotta da Netflix alla cui realizzazione hanno contribuito alcuni nomi piuttosto nota nell'industria:

  • Character designer: Tetsuya Nishio (Naruto).
  • Produttore: Tetsuya Nakatake (L'Attacco dei Giganti -fate i vostri acquisti a tema L'Attacco dei Giganti qui su Amazon)
  • Studio di animazione: WIT Studio (L'Attacco dei Giganti, Vinland Saga, Bubble).

Fra le tante tematiche che fanno di Vampire in the Garden, oltre che una serie drammatica e horror, anche un romanzo di formazione c'è proprio la crescita delle due protagoniste, la "sangue caldo" Momo e la vampira Fine. Nonostante, per propria natura, le due dovrebbero essere spinte a cercare di uccidersi a vicenda per autodifesa (se non ammazzi il nemico sarà lui ad ammazzare te, è la dura legge della guerra), stranamente, questo non avviene.

Unite dal dolce ricordo di una soave melodia, le due iniziano ad avvicinarsi, a nutrire fiducia reciproca e perfino affetto: qualcosa di assolutamente inconcepibile, sia per i vampiri che per gli esseri umani. Ognuna delle due insegna qualcosa all'altra, in uno scambio costruttivo per entrambe, che contribuisce a farle crescere e maturare e ad avvicinare l'una al mondo dell'altra.

La convivenza pacifica fra umani e vampiri sembra dunque possibile, ma Fine e Momo hanno anche qualcos'altro in comune, qualcosa che rende il loro rapporto così solido: oltre al desiderio di pacifica convivenza, le ragazze condividono anche un altro, importantissimo tratto: sono entrambe stufe di questa assurda e sanguinosissima guerra al punto di scappare via dal loro mondo. Infatti, è la stessa Momo a dire a Fine: "Allora sei come me!".

Dopo il loro fortuito incontro, decidono quindi di imbarcarsi in un'impresa assurda: cercare un fantomatico posto, di cui entrambe hanno ammirato una raffigurazione dipinta, in cui vampiri e umani convivono in pace. Questo perché, nel loro mondo, vampiri e umani possono solo cercare di uccidersi a vicenda. In quest'ottica, non esiste alcun posto sicuro per loro: i vampiri cercano costantemente di uccidere Momo, mentre gli esseri umani vogliono la testa di Fine. Eppure, tutto ciò che vogliono è vivere insieme, in pace, senza dar fastidio a nessuno.

Ma allora perché non le lasciano libere di farlo? Semplicemente, perché questa ipotesi è considerata impossibile da entrambe le fazioni: gli umani pensano che Fine stia cercando di ottenere la fiducia di Momo per attirarla in una trappola, e anche i vampiri sono scettici nei confronti di Momo, per cui, nel dubbio, pensano sia meglio liberarsi una volta per tutte di lei. E, perché no, dell'intera umanità. Ma i vampiri sono davvero tutti dei mostri? E gli umani sono davvero tutti buoni?

Monster

Vampire in the Garden riesce a trasmettere benissimo il messaggio di opere di finzione che trattano le medesime tematiche, ovvero i pregiudizi, la paura dell'ignoto e del diverso e le loro drammatiche conseguenze: se umani e vampiri cercassero un punto di incontro, si potrebbero salvare milioni di vite. Ma questa ipotesi è considerata irrealizzabile da entrambe le fazioni, ognuna sospettosa dell'altra, per cui una vampira e una "sangue caldo" non potrebbero mai essere amiche: gli umani pensano che Fine voglia ingraziarsi Momo per poi nutrirsene, mentre i vampiri temono che la presenza di Momo possa distogliere Fine dai suoi doveri.

Già semplicemente considerando cosa teme una fazione dell'altra, è evidente che gli esseri umani siano decisamente più terrorizzati dai vampiri di quanto questi ultimi lo siano di loro. Probabilmente, ciò è dovuto al fatto che i vampiri sono molto più resistenti e forti delle persone comuni, ma anche a un altro, importante particolare: mentre i vampiri dimostrano di saper creare e apprezzare l'arte, gli esseri umani l'hanno bandita. Questa operazione, che tanto ricorda la sua analoga nel film Equilibrium, dimostra come gli esseri umani preferiscano vivere nel terrore e nell'ignoranza più assolute dei vampiri, perché è più facile pensare a loro semplicemente come a dei mostri da sterminare.

Sotto questo punto di vista, a ben vedere, "sangue caldo" e vampiri sono diametralmente opposti: i primi, dall'aspetto più gradevole, nascondono una natura mostruosa, mentre i secondi, dall'aspetto mostruoso, nascondono una natura più gradevole. Si tratta di un topos letterario divenuto ormai classico il cui messaggio di fondo è che dai pregiudizi non nasce mai nulla di buono. Questo topos include anche, di conseguenza, la scoperta che i buoni sono anche un po' cattivi e vice versa, fornendo così una visione del mondo profonda e diversificata.

Dal punto di vista della resa visiva, vanno fatti gli stessi appunti che trovate anche nella nostra recensione di Bubble, poiché lo studio di animazione che ha realizzato entrambe le opere è il medesimo, WIT Studio: la cura per i dettagli è visibile, ad esempio, nel modo in cui viene rappresentata la neve, ma è decisamente inferiore quando guardiamo oggetti o individui posti a una certa distanza. Le animazioni sono piuttosto fluide, ma l'uso di fotogrammi statici o semi-statici per rappresentare, invece, scene dinamiche come, ad esempio, un ballo, risulta stucchevole, e sembra quasi come un espediente per non animare determinate scene.

In definitiva, dunque, Vampire in the Garden si è rivelato una sorpresa piacevole: forte di una narrazione scorrevole e appassionante, questa breve serie animata (che potrebbe anche essere una miniserie e concludersi con questi 5 episodi) rappresenta tutto il dramma della guerra, il dolore di chiunque ne prenda parte e il disagio profondissimo che provano Fine e Momo, entrambe considerate fin troppo strane dalle rispettive fazioni e che, a loro volta, non sopportano più di vivere in un mondo in cui le aspetta "una fine peggiore della morte".

Drammatica, crudele, spietata, intrisa di sangue, ma anche incredibilmente gioiosa, dolce, delicata, Vampire in the Garden è una serie da guardare tutta d'un fiato, che di certo saprà commuovervi e soddisfare anche la vostra sete di sangue e azione. Vampire in the Garden sarà disponibile per la visione in esclusiva su Netflix a partire dal prossimo 16 maggio.