We Are Family: saldaPress al fianco delle fumetterie

Andrea Ciccarelli ci presenta la nuova fase di We Are Family, l'iniziativa di saldaPress a sostegno delle fumetterie italiane

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a cura di Manuel Enrico

Ora che stiamo iniziando lentamente a riprendere possesso delle nostre vite dopo che l’emergenza legata al COVID-19 ha imposto un cambio radicale nella nostra quotidianità. Parole come lockdown, distanziamento sociale si sono sostituite alle nostre routine, impattando anche con aspetti più ludici e leggeri della nostra vita. Gli appassionati di fumetti, ad esempio, hanno sperimentato una maggior difficoltà nel soddisfare la propria passione, condizione che ha spinto alcune case editrici a dare vita a nuovi modi per rimanere al fianco dei divoratori di fumetti. Una dinamica nata da una passione condivisa che ha coinvolto anche saldaPress, casa editrice che ha avviato un programma che già dal nome manifesta la sua natura: We Are Family.

Andrea G. Ciccarelli racconta il progetto We Are Family di saldaPress

We Are Family, siamo famiglia. Un messaggio forte e che in un periodo duro come quello del lockdown è divenuto un gesto concreto di vicinanza e amicizia tra chi legge e chi pubblica, figure unificate dal comune amore per il mondo delle nuvole parlanti.

Un’idea nata proprio in un momento duro che ha presentato un conto duro a realtà come edicole e fumetterie. Dare vita ad un simile progetto è la risposta a diverse emozioni e necessità, come ci ha raccontato il patron di saldaPress, Andrea G. Ciccarelli, che ha cercato di dare, con la sua casa editrice, un risvolto propositivo e lanciato al futuro anche in questa situazione non certo idilliaca

Un periodo complicato ma interessante, durante il quale abbiamo continuato a distanza il nostro lavoro di redazione, dedicandoci principalmente a rimodulare il piano editoriale secondo un criterio ben preciso: riportare il prima possibile i lettori in libreria attraverso il lancio di titoli di grande richiamo, come il reboot di Buffy, il progetto di variant italiane di In Aeternum per The Walking Dead o quella bomba di Il Nuovo Mondo che Ales Kot e Tradd Moore hanno creato apposta per fare innamorare la gente di una storia a fumetti. Il periodo, pur nella sua drammaticità (e fortunatamente nessuno di noi o dei nostri cari si è ammalato), è stato anche l’occasione per focalizzare meglio le idee che hanno poi portato alla nascita del progetto We Are Family, prima con la Fase 1 dei volumi a fumetti da leggere gratis in digitale tra aprile e maggio e poi, da giugno, con la Fase 2 mirata a sostenere economicamente la fumetterie con azioni concrete da parte della casa editrice. Erano idee che, in fase embrionale, tra di noi circolavano già dallo scorso anno, ma diciamo che l’emergenza sanitaria ci ha fatto capire che c’era bisogno di accelerare nel metterle in piedi. Poi l’entusiasmo e l’alto numero di adesioni con cui il progetto è stato accolto ci hanno confermato che era giusto muoversi in quella direzione.

E We Are Family è divenuta, per gli appassionati di fumetti, un appuntamento quasi quotidiano vissuto tramite le dirette social di uno dei volti della casa editrice, Jacopo Masini, che con artisti, esperti del mondo fumetto e appassionati ha continuato a far sentire unita la comunità fumettistica italiana. Impegno non sempre facile, ma che si è mantenuto costante per tutto questo duro periodo, con risultati che sembrano aver soddisfatto anche Ciccarelli, che può vantare anche un primato non indifferente

We Are Family è stata l’unica iniziativa legata al fumetto presente all’interno della piattaforma governativa Solidarietà Digitale  e questo ha sicuramente contribuito a far crescere i numeri legati alla nostra proposta di fumetti in digitale sulla piattaforma Issuu che, nel periodo tra aprile e maggio, ha raggiunto le 30mila letture e le 260mila impression. È stato fondamentale il contributo dei nostri partner d’oltreoceano (Skybound, Image Comics e Aftershock) e degli autori con cui collaboriamo. Ci siamo trovati subito in sintonia con tutti sull’idea alla base del progetto e questo ha facilitato parecchio le cose. Tutta l’attività di live e di engagement tramite i social è stata fondamentale per la riuscita del progetto e, in generale, anche molto divertente. Credo che, mentre parlavamo dei libri con vari ospiti tra cui diversi autori italiani ed esteri, siamo anche riusciti a comunicare il senso di inclusività che caratterizza la nostra casa editrice. Collegarsi a una nostra live – o vederla successivamente registrata – è sempre stato un po’ come partecipare a una festa con amici che, mentre parlano di una cosa che amano alla follia (il fumetto), un po’ scherzano, un po’ si prendono in giro e alla fine c’è sempre chi ti allunga una birra.

Le live di cui parla Ciccarelli sono state un ottimo modo per rafforzare il rapporto tra casa editrice e lettori, ma anche per avvicinare nuovi appassionati consigliando letture nuove o già saldamente consolidate come punti di forza di saldaPress. In questo dialogo, però, mancava però un terzo interlocutore fondamentale di questo mondo: le fumetterie

La Fase 2 di We Are Family è partita proprio da questa considerazione: dopo i lettori, la nostra attenzione doveva concentrarsi sulle fumetterie. E inserendo le due azioni dentro un’unica cornice, quella di We Are Family appunto, volevamo mettere in evidenza uno dei punti cardine del progetto: parlando di industria del fumetto, l’editore, il lettore, l’autore e la rete di vendita e promozionale in tutti i suoi aspetti... be’, siamo tutti collegati. E, in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo e che, probabilmente, ci accompagnerà anche nei prossimi mesi, è necessario prendere coscienza di questa stretta correlazione. Perché io credo che sia proprio lì la chiave per superare nel migliore dei modi questo periodo. Quello del fumetto non è un mondo grandissimo e, proprio per questo, il circolo di idee e, in generale, la comunicazione può avvenire a grande velocità. Ma, usando una metafora, è anche un corpo che ha bisogno della salute di tutti i suoi organi per funzionare, nessuno escluso. In questo momento, se uno degli organi si ammala, il resto del corpo non è in grado di sostituire la sua funzione. E quindi il sistema si avvita su se stesso e rapidamente collassa. Siamo e saremo sempre, ognuno di noi, entità indipendenti ma, come in una famiglia, dobbiamo capire velocemente che abbiamo più da guadagnare che da perdere dandoci una mano a vicenda per andare avanti.

Parlando di distribuzione non si possono dimenticare le edicole. Per decenni sono state un tempio in cui veniva venerata la passione per i fumetti, ma gli ultimi anni stanno segnando uno dei periodi più complessi e faticosi per queste realtà.

saldaPress ha buona presenza nelle edicole, con una discreta offerta di spillati dedicati ad alcune delle sue produzioni di punta, come Aliens, Predator, Terminator, una vicinanza agli edicolanti che consente anche di avere bene a fuoco quali possono essere le criticità di questo sistema

Il discorso sulle edicole, invece, è molto più complesso e soprattutto con pochi margini di intervento da parte di una casa editrice come la nostra che ha una presenza in edicola tutto sommato limitata. La crisi che caratterizza le edicole credo dipenda in larga parte dalla poca funzionalità del suo sistema distributivo (sostanzialmente un unico distributore nazionale che comunica poco e male con i vari distributori locali che gestiscono in modo spesso incomprensibile il territorio) e da un modello economico che non ha saputo – o non ha voluto – cambiare quando le vendite dei quotidiani e dei settimanali – cioè il core business delle edicole – hanno cominciato a calare in modo irreversibile. Un modello economico che, nonostante la parcellizzazione di qualunque tipo di audience, ancora si basa quasi esclusivamente sull’alta diffusione di un prodotto indifferenziato (e il conseguente alto macero dei resi. Un modello che, in un’epoca caratterizzata dalla velocità di trasmissione e condivisione delle informazioni, non ha saputo creare nessun tipo di collegamento tra la nuova realtà – anche promozionale – rappresentata dai social e la capillarità della rete di vendita (un patrimonio inestimabile, buttato alle ortiche da politiche editoriali miopi e dissennate). La rete delle edicole, in larga parte, resta ancora non informatizzata e quindi l’editore, per sapere quanto ha venduto veramente, deve ancora aspettare sei mesi dall’uscita della pubblicazione. Sei mesi in cui sostanzialmente si muove alla cieca. Ma qual è oggi l’industria che si può permettere un tale disallineamento temporale dell’informazione?

 Una realtà complessa, quella delle edicole, che non deve esser dimenticata, ma le cui sorte coinvolgono diversi attori. saldaPress non si sottrae a questo percorso, come dimostra con la seconda fase di We Are Family, che diventa l’occasione per avvicinare i lettori non solo al fumetto, ma alla frequentazione di quei luoghi che fanno del fumetto una delle proprie ragioni d’esistenza. We Are Family allarga quindi il proprio amichevole abbraccio anche alle fumetterie

Esatto, il nostro vuole essere un abbraccio sincero alle fumetterie – proprio per comunicare alle persone che le gestiscono e che ci lavorano che siamo loro vicini in questo momento di generale difficoltà – ma anche un gesto concreto verso l’intero sistema. Da giugno a ottobre, con iniziative a cadenza mensile, metteremo a disposizione delle fumetterie che hanno scelto di aderire al nostro progetto, oltre 100mila euro di libri e albi (all’interno di box e singolarmente), tutti consegnati gratuitamente alla fumetteria. Il meccanismo che abbiamo ideato per la Fase 2 di We Are Family – “un motore a due tempi”, lo abbiamo chiamato per spiegare ai nostri partner l’alternanza mensile tra variant e box – funziona in modo virtuoso: mentre motiva le fumetterie a vendere gli albi e i volumi che gli vengono dati in omaggio dall’editore (perché il 100% del prezzo di copertina di quelle pubblicazioni resta alla fumetteria), coinvolge attivamente i lettori che vengono informati dai nostri social e da una comunicazione sul punto vendita che il loro acquisto di quei prodotti sostiene attivamente la fumetteria. In parallelo, il nostro eshop gestisce una minima parte della tiratura delle variant, il cui incasso generato dalla vendita viene comunque riversato totalmente nel progetto. Ma la cosa importante è che si tratta di un meccanismo che lavora su più livelli – economici e di comunicazione – avendo sempre comunque come focus il sostegno alla fumetteria.

Iniziativa sicuramente lodevole e che mira a ricreare una sinergia tra le diverse entità del mondo dei fumetti. Viene da chiedersi quanto programmi simili possano portare in termini di rinascita al circuito delle fumetterie, soprattutto quali devono essere i passi successivi per consolidare questi sforzi. La visione di Ciccarelli è lucida e precisa, identifica in ogni elemento della filiera, dall’editore al lettore, quali siano i contributi e lo spirito con cui mantenere questo ideale di ‘famiglia’

I lettori sono il cuore del modello economico della fumetteria e, in tutta questa crisi legata al Covid, si sono dimostrati esemplari. Moltissimi, se la loro fumetteria non aveva un eshop attivo, hanno aspettato che riaprisse per poter tornare ad acquistare lì i propri fumetti. Altrettanti hanno usato servizi di vendita online che, per ogni acquisto, permettevano di segnalare la fumetteria a cui girare una sostanziosa percentuale della cifra spesa. In generale, credo che tutto quello che possono fare i lettori per far conoscere ad altri lettori come loro il fumetto e i luoghi in cui si vende, non solo va bene, ma, diciamo, è il giusto meccanismo per “allargare la famiglia”. Per quello che invece riguarda gli editori, posso dire che la nostra iniziativa è facilmente replicabile da altri, grandi o piccoli che siano, con poco o tanto da mettere in campo. Fare rete e condividere la comunicazione su questo tipo di progetti, fosse solo per sostenerne insieme i costi, sarebbe già una bellissima cosa. Noi editori dovremmo fissarci un obiettivo: mettere al centro di ogni nostro discorso editoriale, almeno da qui a fine anno, la rete della fumetteria. Provare a capire tutti insieme quali sono i suoi problemi e focalizzare le sue molte potenzialità non ancora espresse, in funzione di elaborare poi un piano d’intervento comune. Ecco, secondo me questo vorrebbe dire aver chiaro in mente il ruolo centrale – sia economico che culturale – della più importante rete di vendita dedicata al fumetto che abbiamo in Italia.

Più delle edicole dove è la struttura della distribuzione a tagliare fuori la maggior parte delle realtà legate al fumetto. Oggi, dopo una grossa espansione del fumetto in edicola, assistiamo nuovamente a una diminuzione dei titoli in vendita. Perché? Perché chiunque troverebbe stupido buttare via il 60/70% di quello che stampa e considererebbe con sospetto un interlocutore che non solo non suggerisce strategie che possano modificare questa percentuale (perché questa percentuale, in fondo, la considera fisiologica rispetto a come è fatto il sistema) ma addirittura non sa mettere a frutto le buone performance che ciclicamente il fumetto fa in edicola. Che poi, diciamocelo, è normale se i grandi gruppi editoriali, quelli che tengono in piedi l’edicola perché gli serve per poter dire di aver diffuso da qualche parte la pubblicità che i loro concessionari hanno venduto alle aziende, sono sostanzialmente disinteressati al fumetto. Il fumetto non investe in pubblicità, non paga i media perché parlino dei suoi libri. È da sempre considerato il tizio eccentrico che può restare seduto al tavolo finché racconta ai commensali qualche storiella divertente e non si lamenta della scarsa qualità del servizio. Questa gente il fumetto non lo capisce. Il modello economico che guida i loro consigli di amministrazione guarda i numeri che il fumetto esprime e si limita a dire “sono piccoli”. Non hanno nessuna pazienza – e nessun interesse – ad aspettare che quei numeri crescano. Non ci vedono alcun vantaggio e non possono nemmeno permetterselo: sono a bordo di una macchina pesante che ha bisogno di un flusso costante di  benzina – tanta benzina –  per andare avanti.

Nonostante questa visione poco rosea per le edicole, saldaPress non ha voluto abbandonare gli edicolanti, ma anzi li ha resi parte integrante della propria famiglia, portano anche in edicola alcuni dei suoi prodotti di punta, dal citato Aliens Universe sino al divertente Volt, senza dimenticare dei nomi particolarmente apprezzati come The Walking Dead o Invincible.

Ora che il lockdown è sempre più un ricordo e si cerca di ripartire con ancora più voglia, saldaPress ha in programma di offrire ai propri lettori nuove proposte, andando ad inserire nel proprio catalogo nuovi capitoli di amate saghe (come l’Alien 3 di Willian Gibson), ma anche ampliando l’offerta con titoli dal forte richiamo:

Nei prossimi mesi ci concentreremo molto sul Whedonverse, e quindi su Buffy e Firefly. Date le ottime vendite del primo volume di Buffy, abbiamo deciso non solo di pubblicare in tempi brevi il secondo, ma anche di lanciare entro la fine dell’anno lo spin-offAngel e la miniserie che fa da ponte tra i due titoli, cioè Buffy/Angel: La Bocca dell’Inferno. Firefly – che a differenza di Buffy non è un reboot ma un sequel dell’omonima serie TV e finalmente racconta La Guerra dell’Unificazione più volte citata da Joss Whedon ma mai raccontata prima – è partito questo mese e avrà il secondo volume in uscita a settembre.

C’è poi il lancio di una serie mensile in albi dedicata a Godzilla che vedrà la luce in autunno e che, appena annunciata, ha scatenato sui nostri social i fan del re dei mostri che attendevano da tempo la notizia. Aggiungo anche due titoli targati Aftershock secondo me molto interessanti, uno previsto per ottobre e l’altro per novembre: Rosso profondo (i vampiri dell’America trumpiana firmati da Tim Seeley) e Mary Shelley, cacciatrice di mostri (che diciamo, con Unholy Grail e I fratelli Dracula, compone una sorta di ideale trittico sul tema della rivisitazione alternativa dei classici della letteratura).

Tra le nuove serie di saldaPress da non perdere segnaliamo Firefly, consigliando l'acquisto del primo volume La Guerra dell'Unificazione