Al giorno d'oggi, i migliori SSD esterni rappresentano la soluzione definitiva per chi cerca un sistema di archiviazione veloce, affidabile e facile da trasportare. In un’epoca dominata da file sempre più pesanti – dai video in 4K e 8K fino a progetti grafici complessi e videogiochi tripla A – questi dispositivi si distinguono per prestazioni elevate, tempi di accesso rapidissimi e una versatilità multipiattaforma che li rende compatibili con PC Windows, Mac, console PS5 e Xbox Series X|S, nonché con tablet e smartphone di ultima generazione tramite porte USB-C e Thunderbolt 4.
A differenza dei classici hard disk, gli SSD portatili non contengono parti meccaniche, risultando più resistenti a urti e vibrazioni, ideali per l’uso in mobilità. I modelli più recenti includono funzionalità avanzate di sicurezza, come la crittografia hardware AES a 256 bit, la protezione tramite password e la certificazione IP67, che garantisce resistenza a polvere e schizzi d’acqua. Queste caratteristiche rendono gli SSD esterni perfetti non solo per l’uso professionale – ad esempio nel montaggio video, nella fotografia o nel design – ma anche per chi desidera effettuare backup rapidi, espandere la memoria di un notebook o trasferire file voluminosi senza perdite di tempo.
Il mercato offre oggi una vasta gamma di opzioni, dai migliori SSD esterni economici, ideali per usi generici, fino a modelli premium con interfaccia NVMe che possono raggiungere velocità superiori ai 2.000 MB/s in lettura e scrittura. Alcuni includono software integrati per backup automatico, sincronizzazione cloud e monitoraggio delle prestazioni, creando un ecosistema completo per l’archiviazione intelligente. Per ulteriori approfondimenti, vi invitiamo a consultare anche le nostre guide dedicate ai migliori SSD interni e ai migliori SSD NVMe economici.
Con l'aggiornamento di novembre 2025, abbiamo controllato i link affinché possiate approfittare dei prezzi migliori offerti in rete.
Prodotti
Orico C10
Il più trasportabile
ORICO C10 è un SSD esterno da 1 TB con velocità fino a 1050 MB/s, design robusto e compatto, e ampia compatibilità grazie al cavo USB-C e A 2 in 1.
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Design pratico e robusto, Buona velocità di trasferimento dati, Ampia compatibilità
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Cavo USB non integrato
WD_BLACK P40
Il migliore per console
WD_BLACK P40 è un SSD esterno da 2.000 MB/s con RGB personalizzabile, compatto e resistente, ideale per gaming su PC e console.
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Prestazioni elevate, Design compatto e robusto con illuminazione RGB, Compatibilità multipiattaforma
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Possibili prestazioni limitate su console, Gestione RGB disponibile solo su Windows
LaCie Rugged SSD Pro
Miglior SSD Rugged per tutti
L'SSD esterno LaCie Rugged SSD Pro è perfetto per chi è sempre in movimento, offrendo robustezza e protezione IP67 contro cadute, polvere e acqua.
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Elevate prestazioni, Resistenza e durabilità, Design compatto e portatile
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Prezzo elevato, Compatibilità limitata, Mancanza di crittografia
Crucial X9
Il migliore sotto i 100€
L'SSD Crucial X9 da 1TB offre un'eccezionale combinazione di velocità, capacità e portabilità a un prezzo competitivo.
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Velocità e prestazioni, Portabilità
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Resistenza limitata
Grazie alla sua interfaccia USB 3.2 Gen 2, l'SSD Crucial X9 assicura compatibilità universale e facilità di utilizzo con una vasta gamma di dispositivi, inclusi PC, Mac, console di gioco come PlayStation e Xbox, nonché dispositivi mobili, offrendo un'opzione di storage versatile per tutte le esigenze. La portabilità è un altro punto di forza, con un design robusto ma leggero, che rende questo SSD ideale per utenti che sono spesso in movimento.
SanDisk Pro-G40
Per i professionisti
Il SanDisk Pro-G40 è un SSD esterno robusto e versatile, perfetto per professionisti in ambienti difficili.
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Velocità elevata, Robustezza e durabilità, Design compatto e portatile
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Prezzo elevato, Capacità limitata
Kingston XS2000
Veloce e tascabile
L'SSD portatile Kingston XS2000 combina velocità elevata con un design compatto e tascabile, ideale per creatori di contenuti in movimento.
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Dimensioni compatte, Resistenza, Buon rapporto qualità/prezzo
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Limitata dotazione di accessori
Samsung T7 Touch
Per trasportare dati sensibili
Il Samsung T7 Touch è un SSD portatile ad alta velocità (fino a 1.050MB/s) e sottile, con avanzata sicurezza tramite riconoscimento delle impronte.
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Prestazioni elevate, Sicurezza avanzata, Design compatto e robusto
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Cache di scrittura limitata, Mancanza di certificazioni di resistenza
Qual è la strategia di backup ideale con i migliori SSD esterni?
Affiancare un SSD esterno a una solida strategia di backup è fondamentale per garantire la massima sicurezza dei dati e un’affidabilità duratura. Un approccio efficace è quello della regola del backup 3-2-1, che prevede di mantenere tre copie dei file, conservate su due supporti differenti, di cui almeno una in una posizione esterna o su servizi di cloud storage. In questo schema gli SSD esterni rappresentano la scelta più logica come supporto primario on-site, grazie alla loro velocità di trasferimento, alla resistenza agli urti e alla portabilità.
Un altro aspetto importante è la gestione delle versioni. Attivare sistemi di versioning o snapshot consente di proteggersi sia da errori accidentali sia da minacce come il ransomware, permettendo di recuperare i dati da uno stato precedente senza perdere informazioni critiche. Questo processo va affiancato a verifiche periodiche di integrità dei file, eseguendo controlli tramite hash o checksum (ad esempio SHA-256) per intercettare eventuali corruzioni silenziose e garantire restore sempre affidabili.
Per rendere più efficiente l’intero sistema, conviene automatizzare il processo con backup incrementali frequenti, affiancati da copie complete a intervalli più ampi, seguendo uno schema di tipo GFS (Grandfather-Father-Son). L’utilizzo di più SSD esterni in rotazione rafforza ulteriormente la protezione: mentre un’unità viene aggiornata e collegata al dispositivo principale, l’altra rimane offline o conservata in un luogo diverso, riducendo l’esposizione a rischi fisici e logici.
La scelta del file system riveste anch’essa un ruolo cruciale. In scenari multipiattaforma l’opzione più versatile è l’exFAT, compatibile sia con Windows che con macOS, mentre in ambienti uniformi è possibile adottare file system più avanzati, dotati di journaling e funzioni di integrità estesa. In caso di dati sensibili, l’ideale è integrare la strategia con la cifratura, sia hardware che software, utilizzando password robuste e un sistema di gestione sicura delle chiavi.
Infine, non vanno dimenticate le buone pratiche operative: l’espulsione sicura dell’unità prima della disconnessione, l’impiego di cavi e hub certificati per garantire la piena banda di trasferimento e il monitoraggio periodico dello stato dell’SSD (temperatura, ore di utilizzo, parametri SMART). Questi accorgimenti, seppur semplici, possono fare la differenza tra un ecosistema di backup efficiente e uno vulnerabile.
Come scegliere un SSD esterno?
La scelta dell'hard disk esterno più adatto alle vostre esigenze non è un compito semplice, data la vasta gamma di opzioni disponibili sul mercato. La vostra decisione dipenderà molto dal tipo di utilizzo che intendete fare del dispositivo. Qui di seguito, cercheremo di guidarvi attraverso una serie di scenari d'uso comuni, per aiutarvi a identificare il prodotto più adatto a voi.
Se state cercando un hard disk esterno utilizzabile sia con il PC che con le console, è fondamentale scegliere tra quelli certificati per funzionare con le macchine da gioco di Sony e Microsoft. Inoltre, dovreste optare per un prodotto con una capacità di archiviazione elevata, in grado di ospitare un gran numero di giochi e file. Un altro aspetto cruciale è la velocità di trasferimento dei dati: scegliete un hard disk con connessione USB 3.1 o USB 3.2 per evitare problemi di latenza tra la console e l'unità esterna.
Se, invece, il vostro bisogno principale è lo spazio di archiviazione, e non siete interessati a creare un NAS casalingo per via dei costi o della complessità delle funzionalità offerte, potreste considerare hard disk esterni come il WD My Book di Western Digital. Questi dispositivi, di dimensioni maggiori, vengono di solito posizionati sulla scrivania e non sono destinati a essere trasportati. Si connettono al PC tramite USB 2.0 o USB 3.0 e richiedono un'alimentazione esterna. Pur offrendo velocità di trasferimento dei dati inferiori rispetto ad altre opzioni, vantano un'ampia capacità di archiviazione.
Infine, se quello che cercate è la massima velocità di trasferimento dei dati, la scelta ideale sarebbe un SSD esterno. Esistono diversi modelli sul mercato: alcuni utilizzano unità di tipo mSATA e raggiungono una velocità massima di 540MB/s, mentre altri sono basati su unità NVMe e possono raggiungere fino a 2.700MB/s. I modelli più recenti si interfacciano con il PC tramite USB Type-C e, rispetto agli hard disk esterni, sono più leggeri e compatti, rendendoli facilmente trasportabili. Tuttavia, gli SSD esterni tendono ad essere più costosi, quindi a parità di prezzo avranno una capacità di archiviazione inferiore rispetto agli hard disk.
Gli SSD esterni sono più veloci degli HDD esterni?
Gli SSD esterni offrono prestazioni significativamente superiori rispetto agli HDD esterni, soprattutto quando si tratta di velocità di lettura e scrittura dei dati. Questa differenza è principalmente dovuta alla tecnologia sottostante che anima questi dispositivi. Mentre gli HDD esterni si affidano a dischi rotanti meccanici e bracci di lettura/scrittura, gli SSD esterni utilizzano memorie flash senza parti mobili. Questa caratteristica non solo rende i dispositivi più rapidi ma anche più affidabili, poiché la mancanza di parti mobili riduce il rischio di danneggiamenti meccanici e perdita di dati.
La velocità può rivoluzionare l'esperienza d'uso in molti scenari. Per esempio, trasferire file di grandi dimensioni, come video in alta definizione o grandi raccolte di foto, può richiedere notevolmente meno tempo con un SSD rispetto a un HDD. Questo rende gli SSD esterni particolarmente attraenti per i professionisti della creatività digitale, i giocatori e chiunque necessiti di accesso rapido e frequente a grandi volumi di dati.
Inoltre, questi dispositivi migliorano significativamente i tempi di avvio e di caricamento delle applicazioni. Ciò è particolarmente evidente nel caso di software che richiedono un'intensa lettura e scrittura di dati, come i programmi di editing video e foto o i giochi con tempi di caricamento elevati. L'impiego di un SSD esterno per tali applicazioni può dunque trasformare un'esperienza frustrante in un processo fluido e piacevole.
Qual è la vita media di un SSD esterno?
La vita media di un SSD esterno è un argomento di grande interesse sia per gli utenti domestici che per i professionisti, data l'importanza crescente dei dati nella nostra vita quotidiana. La durata di un SSD esterno è generalmente misurata attraverso il parametro TBW (Terabytes Written), che indica la quantità totale di dati che possono essere scritti sull'unità prima che inizi a mostrare segni di usura. La vita media può variare significativamente a seconda del modello, del tipo di chip di memoria utilizzato (SLC, MLC, TLC, QLC) e del carico di lavoro a cui è sottoposto.
Per un uso medio, che comprende attività come il backup dei dati, lo storage di giochi, l'editing di foto e video, e l'uso generale come unità esterna, un SSD può durare facilmente tra i 5 e i 7 anni, se non di più. Questo è possibile grazie alla natura della tecnologia, che, non avendo parti mobili, è meno soggetta a usura meccanica rispetto agli hard disk tradizionali. Tuttavia, è importante notare che la durata di un dispositivo può essere influenzata dalla frequenza e dall'intensità d'uso. Per esempio, un SSD sottoposto a scritture intensive e continue, come nel caso di server o workstation di editing video, potrebbe mostrare segni di usura in un arco di tempo più breve.
Nonostante questi fattori, i modelli moderni includono tecnologie avanzate di gestione dell'usura, come il wear leveling, che distribuisce uniformemente le scritture su tutte le celle di memoria per prolungare la vita dell'unità. Inoltre, molti SSD esterni vengono forniti con software dedicato che permette di monitorare la salute dell'unità e il suo utilizzo, offrendo agli utenti un avviso preventivo in caso di potenziali problemi.
È possibile collegare un SSD esterno a più dispositivi?
È possibile collegare un SSD esterno a più dispositivi, rendendolo una soluzione di storage estremamente versatile e pratica per utenti che necessitano di accesso ai loro dati da diverse postazioni o dispositivi. Gli SSD esterni, grazie alla loro interfaccia standardizzata (comunemente USB, USB-C, o Thunderbolt), possono essere facilmente connessi a una vasta gamma di dispositivi, tra cui computer portatili, desktop, console di gioco, e anche alcuni tipi di tablet e smartphone che supportano l'hosting USB.
Tuttavia, è importante considerare alcune precauzioni per garantire la compatibilità e la sicurezza dei dati quando si collega un SSD esterno a dispositivi diversi. Innanzitutto, è fondamentale che il file system sia supportato dai dispositivi ai quali si intende connetterlo. Ad esempio, formati come exFAT sono ampiamente supportati sia da Windows che da macOS, rendendoli ideali per un utilizzo trasversale. Al contrario, formati specifici di un sistema operativo potrebbero non essere riconosciuti da altri dispositivi, limitando l'accesso ai dati.
Inoltre, è cruciale adottare la pratica di "espellere" in modo sicuro l'SSD esterno prima di scollegarlo da un dispositivo. Questo passaggio garantisce che tutte le operazioni di lettura e scrittura siano state completate e che il sistema operativo abbia terminato qualsiasi attività relativa all'unità. Scollegare senza seguire questa procedura può portare a corruzione dei dati o danneggiare l'unità stessa, soprattutto se si trovava in fase di scrittura al momento della disconnessione.
Gli SSD esterni sono resistenti all'acqua?
Vi siete mai trovati in una situazione in cui avete accidentalmente esposto il vostro dispositivo di memorizzazione a liquidi e vi siete preoccupati per la perdita dei vostri dati preziosi? Quando si tratta di SSD esterni, la resistenza all'acqua può essere una caratteristica fondamentale per garantire la protezione dei vostri dati in tali circostanze.
Molti di voi potrebbero domandarsi se gli SSD esterni sono effettivamente resistenti all'acqua. La risposta varia a seconda del modello e del produttore. Alcuni sono progettati con specifiche di resistenza all'acqua e alla polvere, spesso indicate con il codice IP (International Protection Marking). Questo codice definisce il grado di protezione offerto dagli involucri dei dispositivi elettronici contro vari agenti esterni. Ad esempio, un SSD esterno con una valutazione di IP67 è protetto contro l'ingresso di polvere e può essere immerso in acqua fino a 1 metro di profondità per un massimo di 30 minuti.
Tuttavia, è importante sottolineare che non tutti offrono questa protezione. Per questa ragione, vi consigliamo di verificare le specifiche tecniche del prodotto prima dell'acquisto se prevedete che il vostro dispositivo possa essere esposto a liquidi o ambienti umidi. Inoltre, anche se un SSD esterno è classificato come resistente all'acqua, è sempre prudente evitare l'esposizione a liquidi quando possibile, poiché ciò può estendere la durata del dispositivo e garantire la sicurezza dei dati.
Per coloro che lavorano frequentemente in ambienti esterni o sono inclini a incidenti, scegliere un SSD esterno con una buona protezione contro l'acqua può essere una mossa saggia. Non solo offre una pace mentale, ma assicura anche che i vostri dati rimangano protetti in condizioni meno che ideali. Ricordate, la salvaguardia dei vostri dati è di fondamentale importanza, quindi scegliere un dispositivo che offra il massimo livello di protezione dovrebbe essere una priorità.
È possibile criptare i dati su un SSD esterno?
Criptare i dati su un SSD esterno per proteggere le vostre informazioni sensibili da accessi non autorizzati è una pratica raccomandata specialmente se utilizzate il dispositivo per trasportare dati critici o personali. La criptazione trasforma i dati in una forma illeggibile senza la chiave corretta o la password, aggiungendo un livello essenziale di sicurezza.
Molti SSD esterni offrono opzioni di criptazione hardware integrata, che fornisce una protezione robusta con minimo impatto sulle prestazioni. Questo tipo di criptazione è gestito direttamente dall'unità, richiedendo spesso una password per accedere ai dati ogni volta che l'SSD è collegato a un dispositivo.
Se il vostro SSD esterno non dispone di criptazione hardware, potete optare per soluzioni software. Esistono numerosi programmi di criptazione affidabili disponibili sia in versione gratuita che a pagamento. Questi software vi permettono di criptare l'intero disco o singoli file e cartelle, a seconda delle vostre esigenze. Tuttavia, tenete presente che la criptazione software può ridurre leggermente la velocità di trasferimento dei dati a causa del processo di criptazione e decriptazione in tempo reale.
Prima di procedere con la criptazione, assicuratevi di eseguire il backup dei vostri dati. Anche se la criptazione è un processo sicuro, esiste sempre il rischio di perdita di dati in caso di errore o dimenticanza della password. Inoltre, considerate la scelta di una password forte e unica per massimizzare la sicurezza dei vostri dati.
Infine, se prevedete di utilizzare il dispositivo su diversi sistemi operativi, assicuratevi che la soluzione di criptazione scelta sia compatibile con questi sistemi. Alcuni strumenti di criptazione possono essere specifici per Windows, macOS o Linux, quindi è importante considerare la versatilità del software se lavorate in un ambiente eterogeneo.
Quanto velocemente può trasferire dati un SSD esterno?
La risposta a questa domanda dipende principalmente dall'interfaccia di connessione utilizzata dal vostro dispositivo esterno. Gli SSD esterni attuali possono avvalersi di varie tecnologie di connessione, tra cui USB 3.1, USB 3.2, USB 4, Thunderbolt 3 e Thunderbolt 4, ciascuna con la propria gamma di velocità di trasferimento.
Se avete a disposizione una connessione USB 3.1, potete aspettarvi velocità di trasferimento dati fino a 5 Gbps (gigabit per secondo), che è già notevolmente più veloce rispetto alle tecnologie USB precedenti. Tuttavia, con l'USB 3.2, questa velocità può raddoppiare, raggiungendo i 10 Gbps.
Per chi cerca prestazioni ancora superiori, le connessioni Thunderbolt offrono una soluzione eccezionale. Un SSD esterno dotato di Thunderbolt 3 può raggiungere velocità fino a 40 Gbps, permettendovi di trasferire file di grandi dimensioni o molti dati in pochissimo tempo. Con l'introduzione di Thunderbolt 4, le velocità di trasferimento rimangono impressionanti, mantenendo i 40 Gbps ma con miglioramenti in termini di capacità di docking e supporto per display multipli.
È importante notare che le velocità reali di trasferimento dati possono variare a seconda di vari fattori, tra cui le specifiche del dispositivo host, il tipo di dati trasferiti e l'ambiente operativo. Per esempio, il trasferimento di un singolo file di grandi dimensioni può avvenire più velocemente rispetto a molti file di piccole dimensioni a causa dell'overhead di gestione del file system.
Per sfruttare al meglio queste velocità, assicuratevi che il vostro computer o dispositivo supporti la stessa tecnologia di connessionoo. Inoltre, considerate la possibilità di utilizzare cavi di alta qualità e di mantenere aggiornati i driver del dispositivo per garantire le migliori prestazioni possibili.
Come evito i colli di bottiglia con porte, cavi e hub quando uso un SSD esterno?
Le prestazioni di un SSD esterno non dipendono esclusivamente dalla velocità del drive, ma anche dall’intera catena di connessione che lo collega al dispositivo host. La qualità della porta USB o Thunderbolt, del cavo di collegamento e dell’eventuale hub o dock può influenzare in modo determinante la velocità effettiva di trasferimento dei dati. Anche il miglior SSD può apparire lento se collegato a una porta datata o tramite un cavo non certificato.
Per ottenere le massime prestazioni, è consigliabile verificare che la porta supporti almeno lo standard USB 3.2 Gen 2 o versioni successive come USB4 o Thunderbolt 4, capaci di offrire velocità teoriche fino a 40 Gbps. Collegare un SSD esterno a una porta USB 2.0 o a un pannello frontale di vecchia generazione riduce drasticamente il throughput, vanificando i vantaggi della tecnologia flash. Anche i cavi USB-C giocano un ruolo cruciale: se troppo lunghi o privi di certificazione, possono degradare il segnale e costringere il sistema a negoziare una velocità inferiore. È quindi preferibile utilizzare cavi di alta qualità, compatibili con lo standard dichiarato e dotati di chip e-marker per la piena compatibilità con le specifiche più recenti.
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda il protocollo di trasferimento. Il supporto a UASP (USB Attached SCSI Protocol) consente di ridurre la latenza e migliorare la gestione delle code di I/O rispetto al vecchio protocollo BOT (Bulk-Only Transport). Assicurarsi che il sistema operativo, il case dell’SSD e la porta host siano compatibili con UASP può incrementare sensibilmente le prestazioni, soprattutto negli accessi casuali e nei carichi misti di lettura e scrittura.
Gli hub e le dock station rappresentano poi un altro potenziale punto critico. Poiché la banda complessiva viene condivisa tra più dispositivi, l’uso simultaneo di display, reti ad alta velocità o altri periferici può generare colli di bottiglia. In contesti professionali o durante operazioni di backup massivi, è quindi preferibile collegare l’SSD esterno direttamente alla porta principale del dispositivo, evitando connessioni intermedie non necessarie. Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante: un hub non alimentato o un cavo difettoso può causare cali di tensione e disconnessioni improvvise durante i trasferimenti più intensi.
Infine, per preservare la stabilità del collegamento, è buona prassi mantenere aggiornati driver e firmware, verificare la piena compatibilità con lo standard di interfaccia e utilizzare strumenti di test per monitorare la velocità reale di trasferimento. Piccole accortezze, come la disattivazione temporanea della modalità di sospensione dell’unità durante sessioni di lavoro lunghe, possono fare la differenza in termini di continuità e affidabilità operativa.
Il supporto TRIM sugli SSD esterni fa davvero la differenza?
Il TRIM è un’istruzione con cui il sistema operativo comunica all’SSD esterno quali blocchi non contengono più dati utili, permettendo al controller di eseguire garbage collection in modo proattivo. Senza TRIM, l’unità tende a riempirsi di pagine invalide e, nel tempo, le prestazioni sostenute in scrittura possono degradare sensibilmente, soprattutto con carichi prolungati o quando lo spazio libero scende sotto il 20–30%. L’effetto è spesso percepibile in attività come montaggio video, rendering di asset o backup incrementali di grandi librerie, dove la velocità passa da picchi elevati a valori altalenanti per via del write amplification.
Affinché il TRIM funzioni in modalità esterna, devono allinearsi tre elementi: il sistema operativo deve supportarlo sulle unità rimovibili; il bridge USB–SATA/NVMe dell’involucro deve propagare correttamente i comandi (UASP è preferibile rispetto a BOT); il file system deve essere compatibile con le operazioni di deallocazione. In scenari multipiattaforma, file system come exFAT offrono una buona base di compatibilità, ma l’efficacia del TRIM può dipendere dall’implementazione dell’OS; in ambienti omogenei, file system con journaling e supporto consolidato al TRIM garantiscono una gestione più prevedibile nel lungo periodo.
La verifica pratica passa da alcuni indizi concreti: in uso reale, un SSD correttamente “trimmato” mantiene latenze stabili e non esibisce cali marcati dopo sessioni lunghe di copia o cancellazione massiva; gli strumenti di diagnostica del sistema mostrano lo stato di TRIM/UNMAP abilitato per l’unità esterna; le performance dopo un ciclo di svuotamento del cestino o dopo operazioni programmabili di “manutenzione archiviazione” tornano a livelli vicini ai valori nominali. In assenza di TRIM, l’unico sollievo temporaneo è lasciare inattivo l’SSD collegato per permettere al garbage collector interno di lavorare, ma è un palliativo: la costanza del throughput resta inferiore rispetto a un setup con TRIM operativo.
In ottica di affidabilità e longevità, il TRIM riduce la write amplification, distribuendo le scritture e contenendo l’usura delle celle, con benefici misurabili sul TBW residuo. Per chi lavora con progetti pesanti o archivi in continua evoluzione, assicurarsi il supporto TRIM via UASP è quindi un tassello strategico al pari della scelta dell’interfaccia (USB 3.2, USB4, Thunderbolt) e della corretta dissipazione termica.
Quanto conta la dissipazione del calore in un SSD esterno?
La dissipazione del calore è un aspetto spesso sottovalutato quando si valutano i migliori SSD esterni, ma riveste un ruolo fondamentale per garantire prestazioni stabili e durature. Gli SSD portatili, grazie alla loro incredibile velocità, tendono a generare calore soprattutto durante operazioni prolungate di lettura e scrittura, come il trasferimento di file di grandi dimensioni o l'utilizzo con applicazioni ad alta intensità di dati.
Un surriscaldamento eccessivo può causare il cosiddetto thermal throttling, ovvero una riduzione automatica delle prestazioni per evitare danni al dispositivo. Questo fenomeno comporta una diminuzione delle velocità di trasferimento e, nei casi più estremi, potrebbe anche influire sulla longevità dell'SSD.
Per questo motivo, molti SSD esterni moderni integrano soluzioni passive di dissipazione, come gusci in alluminio o rivestimenti in metallo che favoriscono la dispersione del calore. Alcuni modelli particolarmente avanzati sono progettati con sistemi di dissipazione termica ottimizzati o con design a lamelle per migliorare ulteriormente il flusso termico.
Se prevedete di utilizzare l’unità per sessioni di lavoro prolungate o per trasferimenti di file di grandi dimensioni, è consigliabile scegliere un dispositivo che offra una buona dissipazione del calore. Inoltre, per chi lavora in ambienti caldi o utilizza l'SSD in spazi chiusi e poco ventilati, questo parametro diventa ancora più rilevante.
Gli SSD esterni influenzano l'autonomia dei dispositivi portatili?
Quando si utilizza un SSD esterno con notebook, tablet o smartphone, è lecito domandarsi se il suo impatto sull’autonomia della batteria possa risultare significativo. Sebbene gli SSD portatili siano noti per la loro efficienza energetica rispetto agli hard disk tradizionali, la realtà è che ogni dispositivo connesso a una porta USB o Thunderbolt consuma inevitabilmente una certa quantità di energia, che viene sottratta alla batteria dell’host.
Il consumo energetico di un unità SSD esterna varia in base a diversi fattori, tra cui la tecnologia dell’interfaccia (USB 3.2, USB-C, Thunderbolt), il tipo di memoria flash integrata e le operazioni in corso. Durante trasferimenti intensi o prolungati, specialmente con file di grandi dimensioni o operazioni di backup, il consumo può aumentare sensibilmente, incidendo sulla durata della batteria del dispositivo principale. In condizioni di uso passivo, invece, l’assorbimento energetico resta generalmente contenuto.
Per gli utenti che lavorano in mobilità, valutare l’impatto di un SSD esterno sulla durata della batteria è quindi un aspetto rilevante. Alcuni dispositivi moderni dispongono di funzioni di risparmio energetico, come lo standby automatico o la sospensione dopo un periodo di inattività, che aiutano a ridurre al minimo il consumo quando l’unità non è attivamente utilizzata. È inoltre buona prassi scollegare fisicamente l’unità quando non serve, specialmente durante viaggi o sessioni di lavoro prolungate senza accesso a una fonte di alimentazione.
È necessario formattare un SSD esterno prima dell'uso?
Quando acquistate un nuovo SSD esterno, potreste chiedervi se sia necessario formattarlo prima di iniziarne l'uso. In realtà, la maggior parte degli SSD esterni sul mercato viene pre-formattata con un file system che ne consente l'uso immediato su sistemi operativi comuni come Windows, macOS o Linux. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, potete semplicemente collegare l'unità al vostro computer e iniziare a trasferire i dati senza alcuna procedura preliminare.
Tuttavia, ci sono situazioni in cui potreste voler formattare il vostro SSD esterno. Se, ad esempio, avete bisogno di utilizzarlo su più sistemi operativi con requisiti di file system diversi, potreste doverlo formattare con un file system che sia compatibile con tutti i sistemi che intendete utilizzare. Ad esempio, il file system exFAT è spesso raccomandato per l'uso tra dispositivi Windows e macOS per la sua compatibilità e per la capacità di gestire file di grandi dimensioni.
Un'altra ragione è la pulizia dei dati. Se avete ricevuto un'unità usata o se semplicemente desiderate pulirla completamente prima di un nuovo utilizzo, la formattazione eliminerà tutti i dati esistenti, assicurando che l'unità sia vuota e pronta per i nuovi file.
Formattare un SSD esterno è un processo relativamente semplice, ma è importante scegliere il file system giusto per le vostre esigenze. Windows offre strumenti integrati per la formattazione, come il Gestione Disco o il comando "format" nel Prompt dei Comandi, mentre su macOS potete utilizzare l'Utility Disco. Ricordatevi sempre di eseguire un backup dei dati prima di procedere con la formattazione, poiché questo processo cancellerà definitivamente tutti i file presenti sull'unità.
Qual è la differenza tra SSD esterno e SSD portatile?
Molti utenti si domandano se esista una differenza concreta tra un SSD esterno e un SSD portatile, spesso usati come sinonimi nei cataloghi online. In realtà, entrambi i termini indicano dispositivi basati su memoria flash progettati per il collegamento a computer e altri device tramite interfacce USB o Thunderbolt. Tuttavia, il termine "portatile" viene generalmente utilizzato per enfatizzare la compattezza e la leggerezza dell’unità, caratteristiche pensate per facilitare il trasporto quotidiano.
Un SSD esterno portatile tende quindi ad avere un design più robusto, spesso con certificazioni antiurto o impermeabili, mentre un SSD esterno tradizionale può includere anche soluzioni più ingombranti, magari pensate per restare sulla scrivania. Entrambe le tipologie garantiscono ottime performance rispetto agli HDD, ma se siete spesso in movimento o lavorate in ambienti dinamici, scegliere un modello esplicitamente portatile può fare la differenza in termini di praticità e resistenza.
Qual è la capacità ideale per un SSD esterno nel 2025?
La scelta della capacità di archiviazione ideale per un SSD esterno dipende strettamente dal vostro utilizzo specifico. Nel 2025, i tagli più comuni spaziano da 500 GB a 4 TB, ma esistono modelli che superano anche i 10 TB, pensati per utilizzi altamente professionali. Per un uso generico – come il salvataggio di documenti, foto e qualche backup occasionale – un SSD da 1 TB rappresenta un equilibrio eccellente tra spazio e costo.
Chi lavora con file multimediali pesanti, come video in 4K o progetti CAD, dovrebbe orientarsi su unità da 2 TB o più, così da evitare frequenti operazioni di pulizia o trasferimento. Al contrario, per scopi più limitati, come l’espansione della memoria di una console da gaming o il trasporto sicuro di presentazioni e file temporanei, anche un SSD da 500 GB può rivelarsi più che sufficiente. Considerate sempre anche la scalabilità futura: investire in uno spazio maggiore oggi può evitarvi di dover acquistare una nuova unità a breve termine.
Si può avviare un sistema operativo da un SSD esterno?
Se avete la necessità di eseguire un sistema operativo da un SSD esterno, sappiate che è possibile ed estremamente utile per chi cerca un ambiente portatile o desidera sperimentare diversi OS senza intaccare la memoria interna del computer. Il primo passo è verificare che il BIOS o l'UEFI del vostro dispositivo consenta l'avvio da unità esterne, una funzione ormai comune nella maggior parte dei computer moderni.
Dopo aver confermato la compatibilità, occorre predisporre l'SSD per l'installazione. Questo implica la creazione di una partizione avviabile e il caricamento del sistema operativo prescelto. Ogni sistema ha il proprio metodo di installazione, ma generalmente il setup permette di selezionare l'SSD come destinazione principale per l'installazione.
Completata l'installazione, bisogna accedere alle impostazioni del BIOS o UEFI e modificare l'ordine di avvio, dando priorità all'SSD esterno. In questo modo, ogni volta che il dispositivo sarà collegato, il computer lo utilizzerà come unità primaria per l'avvio del sistema operativo.
Avviare un OS da un SSD esterno offre molteplici vantaggi: permette di avere il proprio ambiente di lavoro sempre a portata di mano, facilita l'accesso a software e file senza dover intervenire sulla memoria interna del PC e risulta particolarmente utile per il troubleshooting o la gestione di più sistemi operativi in parallelo.
La velocità di avvio e l'esperienza complessiva dipendono dall'interfaccia utilizzata per il collegamento dell'SSD. Tecnologie come USB 3.2, Thunderbolt o NVMe offrono prestazioni elevate, mentre connessioni più datate potrebbero rallentare il sistema. Per massimizzare l'efficienza, optate per un SSD con un'interfaccia rapida e prestazioni elevate.
Come posso verificare la salute del mio SSD esterno?
Per verificare la salute del vostro SSD esterno, potete utilizzare diversi strumenti di diagnostica. La tecnologia SMART (Self-Monitoring, Analysis, and Reporting Technology) è particolarmente utile in questo contesto. Questo sistema integrato nei dispositivi di archiviazione permette di monitorare vari parametri critici, come la temperatura di esercizio, il numero totale di ore di funzionamento e i cicli di scrittura completati.
Prima di tutto, assicuratevi di scaricare un'applicazione affidabile che supporti la lettura dei dati SMART. Molti produttori offrono software specifici che non solo facilitano l'accesso a queste informazioni, ma forniscono anche un'analisi dettagliata dello stato del disco. Se il vostro produttore non fornisce un software dedicato, ci sono numerose alternative gratuite e a pagamento disponibili online che possono svolgere funzioni simili.
Dopo l'installazione del software, eseguite una scansione completa. Questo processo può rivelare problemi nascosti, prevenendo possibili guasti e perdite di dati. Mantenere un'occhiata regolare sulla salute non solo vi assicura prestazioni ottimali, ma prolunga anche la vita del dispositivo.
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Qual è il miglior SSD esterno per il gaming?
Per il gaming, ti consiglio il WD Black P50 Game Drive. Questo SSD offre velocità di lettura fino a 2000 MB/s, ed è ideale per ampliare lo spazio di archiviazione di PC e console, inclusa la PS5.
Un'altra opzione eccellente è il Western Digital Black SN850X, con una velocità di lettura di 7300 MB/s e un dissipatore integrato che riduce il surriscaldamento, perfetto per mantenere prestazioni elevate durante il gioco.
Infine, il Seagate Game Drive da 2 TB è progettato specificamente per PS4 e PS5, offrendo spazio extra per una vasta collezione di giochi e una facile compatibilità con altre piattaforme.
Questa è una risposta che ha più di due mesi.
Ti consigliamo di usare il bot AI per avere risposte aggiornate o di far riferimento alla guida. -
Qual è il miglior SSD esterno per usi professionali?
Per usi professionali, ti consiglio di considerare i seguenti SSD esterni:
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SanDisk Pro-G40: offre velocità di lettura fino a 3.000MB/s e scrittura fino a 2.500MB/s, ed è resistente a polvere e acqua con certificazione IP68. Perfetto per lavori in ambienti difficili.
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LaCie Rugged SSD Pro: riconosciuto per la sua robustezza, offre velocità di trasferimento fino a 2.800MB/s. Ideale per professionisti creativi che lavorano in movimento.
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Kingston XS2000: con velocità di trasferimento fino a 2.000MB/s, è compatto e resistente a polvere e acqua. Perfetto per chi ha bisogno di un dispositivo portatile.
Questi prodotti offrono un mix di prestazioni elevate e robustezza, ideali per usi professionali.
Questa è una risposta che ha più di due mesi.
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Qual è il miglior SSD esterno per il backup dei dati?
Ecco i migliori SSD esterni per il backup dei dati:
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SanDisk Pro-G40: Questo SSD è ideale per professionisti che lavorano in condizioni difficili, grazie alla sua alta velocità (fino a 3.000 MB/s in lettura) e robustezza (certificazione IP68).
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WD My Passport: Perfetto per chi cerca portabilità e sicurezza, con crittografia AES a 256 bit e capacità fino a 5 TB.
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Kingston XS2000: Compatto e veloce, con velocità di trasferimento dati fino a 2.000 MB/s e protezione IP55.
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LaCie Rugged SSD Pro: Con un design robusto e velocità di trasferimento fino a 2.800 MB/s, è ideale per ambienti di lavoro ostili.
Questi SSD esterni offrono affidabilità e prestazioni elevate, rendendoli ideali per il backup dei dati.
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Quale SSD esterno offre il miglior rapporto qualità-prezzo?
Ti consigliamo il &SanDisk Extreme SSD 1TB perché offre un eccellente rapporto qualità‑prezzo, combinando buone prestazioni e affidabilità in un formato portatile. Questo drive esterno è una scelta ideale se cerchi un SSD versatile e conveniente per diverse esigenze, senza spendere troppo fileciteturn0file8.
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