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a cura di Manolo De Agostini

Intel festeggia oggi i 50 anni dalla data della sua fondazione, avvenuta il 18 luglio del 1968 per mano di Robert Noyce, Gordon Moore e Andrew Grove. L'azienda statunitense ha segnato profondamente, forse più di tutti, l'evoluzione dei computer in questi decenni, tra prodotti di successo e anche alcuni passi falsi, tipici di aziende alla continua ricerca dell'innovazione.

Prima di diventare l'Intel che conosciamo in tempi più recenti, creatrice dei microprocessori più diffusi al mondo, l'azienda si occupava di memorie. Il primo prodotto dell'aprile 1969 fu infatti la SRAM 3101, una memoria a 64 bit che si presentò sul mercato con una velocità doppia rispetto alle proposte già sul mercato. Lo stesso anno Intel presentò la SRAM 1101, il primo chip commerciale a usare un processo MOS (metal-oxide semiconductor) e ad affidarsi a gate in silicio anziché metallo.

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Da sinistra a destra: Andrew Grove, Robert Noyce e Gordon Moore

L'azienda continuò poi a lavorare su SRAM e DRAM, fino al 1971, quando decise di entrare nel mondo dei microprocessori. Nel 1971 fu presentato il 4004 a 4 bit, un processore di cui l'Italia deve essere orgogliosa in quanto dietro il suo sviluppo, e del successivo 8008 a 8 bit un anno più tardi, troviamo Federico Faggin.

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Intel 3101

Faggin però pensava si potesse fare molto meglio, in quanto 4004 e 8008 operavano in un contesto formato da quattro chip diversi, e le loro applicazioni pratiche erano limitate. Faggin aveva intenzione di creare un vero microprocessore a singolo chip che fosse veloce ma anche flessibile.

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Intel 8080

Con l'approvazione dei vertici, iniziò a progettare l'8080, quando ancora l'8008 doveva ancora entrare nella fase di produzione. Il lavoro fu ultimato nel tardo 1973, con l'introduzione nel 1974. Fu una rivoluzione. Si trattava di un chip a 8 bit capace di 290.000 operazioni al secondo, 10 volte in più dell'8008. L'8080 finì sull'Altair 8800, il primo PC commerciale di successo.

Quel chip cambiò tutto. Intel si considerava fino ad allora in primis un'azienda che realizzava memorie, ma la svolta era dietro l'angolo. "L'8080 ha creato il mercato dei microprocessori. Il 4004 e l'8008 l'hanno suggerito, l'8080 l'ha reso reale", ha dichiarato Faggin.  A metà degli anni '80 Intel fu colpita dalla peggiore recessione della sua storia e ne uscì trasformata.

L'azienda dovette infatti abbandonare il suo settore di nascita, le memorie, dove le aziende giapponesi avevano preso il sopravvento. Le realtà nipponiche infatti, grazie ai sussidi governativi, portarono sul mercato chip a bassissimo costo con l'obiettivo di abbassare i prezzi e fare piazza pulita delle aziende statunitensi.

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Intel Pentium

Intel era un obiettivo e nel 1985 la strategia nipponica stava funzionando, con il prezzo di un prodotto di memoria Intel crollato da 17 a 4,5 dollari. L'anno successivo non fu migliore e in quell'anno l'azienda perse soldi (173 milioni) per la prima volta da quando nel 1971 diventò pubblica.

Così ci fu un mezzo terremoto in casa Intel, con Andy Grove che nel 1987 divenne CEO e prese la decisione di concentrare l'azienda sui microprocessori, con relative chiusure di impianti e ristrutturazione della forza lavoro.

Grove e i vertici di allora videro giusto: l'azienda tornò a fare utili e chiuse l'anno fiscale con un +51% di fatturato, raggiungendo la cifra record, per gli standard del periodo, di 1,9 miliardi. La corsa è durata per 11 anni, fino al 1997, quando Intel chiuse l'anno con un fatturato di 25 miliardi di dollari.

Dei processori creati da Intel e delle loro innovazioni ci siamo occupati in un articolo dedicato, che aggiorniamo di tanto in tanto con le nuove uscite. Pensiamo all'arrivo e ascesa dei Pentium, poi soppiantati nell'ultimo decennio dai Core, ma anche il passaggio a sempre più avanzati processi produttivi, ai transistor tri-gate e all'aumentare del numero di core.

Un altro articolo interessante riguarda le GPU della casa di Santa Clara, soprattutto in ottica futura, con la decisione di Intel di tornare a progettare e commercializzare GPU nel 2020.

50 anni di innovazione, scelte ardite che si sono dimostrate vincenti, ma anche qualche neo e non ci riferiamo solo ai prodotti non del tutto azzeccati o agli scivoloni, come le recenti falle Meltdown e Spectre o lo storico bug FDVI del Pentium 1, ma soprattutto alla regina delle cause legali, che l'ha vista finire sul banco degli imputati per concorrenza sleale e abuso di posizione dominante nei confronti della rivale di sempre, almeno negli ultimi decenni, AMD. Una vicenda oscura, che a prescindere dagli attori in campo, rimane una macchia e un qualcosa che da appassionati desideriamo non veder ripetersi in futuro.

Nell'anno dei 50 anni Intel è in un periodo che giudichiamo "interlocutorio". L'azienda è solida economicamente, la sua posizione nel settore delle CPU è ancora di primo piano e sta investendo in molti altri settori che potrebbero darle nuova spinta per il futuro, dall'auto autonoma all'intelligenza artificiale. Recentemente ha anche dato il via a una campagna acquisti di talenti ingegneristici che lascia ben sperare per i futuri prodotti.

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Allo stesso tempo però ha permesso ad AMD di tornare competitiva nel settore delle CPU x86 dopo anni di latitanza, sta affrontando problemi di carattere produttivo con la produzione in volumi a 10 nanometri rimandata al 2019, ma soprattutto ha perso il CEO, con Brian Krzanich che ha lasciato dopo aver infranto il codice di condotta dei manager sulle relazioni con i dipendenti.

Intel è inoltre fuori dal settore smartphone, dove ha cercato di entrare tardi e male, e in ambito computer potrebbe vedere nei prossimi anni ulteriore concorrenza proprio dalle architetture ARM. Riteniamo che Intel abbia le capacità per trarsi d'impaccio e affrontare le sfide del futuro. La speranza è che tra 50 anni qualcuno su Tom's Hardware (sempre se esisterà ancora) scriva qualcosa sui 100 anni di Intel, raccontandovi i prossimi 50 anni di innovazione.


Tom's Consiglia

Se avete intenzione di acquistare una CPU Intel ma non sapete quale scegliere, date un'occhiata al processore a sei core Core i5-8400, che offre buone prestazioni con giochi e software quotidiani, ma non si fa disdegnare neanche con produttività leggera.