Le implicazioni della XPM

Con Windows 7 si può emulare su macchina virtual Windows XP. Abbiamo provato questa modalità.

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a cura di Tom's Hardware

Le implicazioni della XPM

A prima vista la modalità XP non è una rivoluzione. Era già possibile, in effetti, scegliere un altro hypervisor (un sistema per la virtualizzazione), e poi installarci Windows XP. L'effetto non era così agile ed efficace come con la XPM, e anche meno bello da vedere, ma lo scopo era raggiunto. La XPM, però, offre anche altri aspetti interessanti, come quello legato alle licenze, molto importante per l'utenza professionale: con una licenza Enterprise, tradizionalmente, era permesso usare diverse macchine virtuali (fino a 4 con Vista) senza costi aggiuntivi, ma con tutte le altre versioni bisognava pagare le licenze a parte. Per esempio, se si voleva avere XP virtualizzato su Vista Professional, bisognava pagare anche per la licenza di XP. Oggi Windows XP SP3, all'interno di Windows 7, è invece del tutto gratuito, mentre se volete comprarlo separatamente dovrete sborsare un centinadio di euro.

C'è un altro aspetto interessante, che vale la pena considerare. Con la modalità XP, infatti, Microsoft sembra introdurre nei suoi prodotti quello che Intel ha fatto con i processori, e cioè la modularità, che permette di creare un prodotto "per tutte le stagioni", con il quale è facile attivare o disattivare elementi specifici. Non tutti gli utenti, infatti, hanno bisogno della modalità XP, e non c'era ragione per infarcire Windows 7 con una caratteristica inutile e pesante. Con l'organizzazione per moduli, che riguarda anche altri prodotti, come Movie Maker o Photo Gallery, Microsoft ci offre un sistema operativo che nasce leggero, e che poi ognuno può personalizzare a piacere.

Se la tendenza resiste, e non c'è ragione per credere il contrario, vedremo sempre più moduli per Windows 7 e per le future versioni di Windows.