Risultati: prestazioni JBOD

Intel ci ha dato sei SSD DC S3500 equipaggiati con il controller proprietario SATA 6 Gbps integrato. Li abbiamo collegati alle sei porte del chipset C226, abbiamo usato diverse modalità di RAID software e usato due sistemi operativi per scoprire le prestazioni di questa configurazione.

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a cura di Tom's Hardware

Risultati: prestazioni JBOD

La prima cosa che vogliamo stabilire è quanto veloci siano questi SSD, tutti insieme, nel migliore scenario. Per farlo abbiamo testato gli SSD in una configurazione JBOD, presentandoli al sistema operativo come unità individuali. In questo caso usiamo le sei porte SATA 6 Gb8/s del PCH presente sulla C226 WS. Poi abbiamo testato ogni unità in Iometer in modo indipedente usando un worker per SSD. In questo modo diamo uno sguardo alle massime prestazioni del RAID, senza perdite attribuibili all'overhead dei calcoli.

Che cosa abbiamo imparato facendo i test in questo modo? Abbiamo stabilito una base.

Prestazione sequenziale

Fin da subito vediamo che il collegamento DMI del C226 limita la quantità di throughput che possiamo avere dal chipset. In teoria ogni linea PCIe 2.0 dovrebbe offrire 500 MB/s. Quel numero, in pratica, è sempre inferiore.

Detto questo, osserviamo il collo di bottiglia. Con uno, due e tre unità caricate simultaneamente vediamo lo scaling previsto, di poco inferiore di media a 500 MB/s. Arrivando a quattro, cinque e sei unità, abbiamo a che fare con il limite, che è circa 1600 MB/s per le letture. Non ci aspettavamo davvero molto di più, dato un picco di 2 GB/s di bandwidth teorico.

I risultati di scrittura sono simili, anche se la soglia scende. Con quattro, cinque e sei unità sotto carico allo stesso tempo abbiamo poco più di 1200 MB/s. Fortunatamente la maggior parte degli scenari non permette di avere prestazioni sequenziali elevatissime - persino il nostro test FCAT richiede solo 500 MB/s per catturare un flusso lossless di un video a 2560x1440.

Prestazione casuale

Il passaggio alle prestazioni casuali 4 KB è informativo, e coinvolge molte più transazioni al secondo e meno bandwidth. Centomila 4 KB IOPS si traducono in 409,6 MB/s. Così, quando il bandwidth totale è limitato (come in questo articolo), non rimaniamo in panne testando gli accessi casuali più piccoli. In altre parole, un bandwidth in lettura di 1,6 GB/s sono un sacco di IOPS 4 KB.

Testare ogni S3500 singolarmente dimostra prestazioni decenti. Con una singola unità, arriviamo fino a 77.000 IOPS in lettura con questa particolare configurazione. È chiaro che lo scaling non è perfetto. Se un SSD ci offre 77.000 IOPS, sei dovrebbero arrivare a 460.000. A ogni modo le prestazioni sono comunque eccellenti in quanto sei unità toccano 370.000 IOPS.

Ricordate che abbiamo detto che non saremmo stati limitati dal throughput durante il nostro test con operazioni di I/O casuali? Abbiamo mentito. Facendo i conti, 370.000 IOPS sono oltre 1,5 GB/s. È quindi probabile che un bandwidth maggiore dovrebbe portare a numeri migliori.

Naturalmente in tutto questo giocano anche altri fattori. Serve molta potenza di calcolo per mettere sotto carico gli SSD nel modo in cui li stiamo testando. Ogni drive ha un thread dedicato per generare il proprio carico di lavoro, e con sei unità stiamo usando il 70% del nostro Xeon E3-1285 v3. La CPU ha solo quttro core fisici però, quindi potrebbero esserci anche dei problemi di scheduling. La spiegazione più plausibile è che il DMI del chipset è troppo ridotto per l'array SSD.

Passando alle scritture casuali 4 KB abbiamo un quadro simile. Un SSD DC S3500 da 480 GB supera leggermente 65.500 IOPS. Le sei unità che insieme superano 311.000 IOPS. Abbiamo così alcuni importanti dati che influenzano le conclusioni che abbiamo tratto dal resto della prova e ci sono applicazioni dove questa configurazione ha sicuramente senso. Se state realizzando un NAS usando ZFS, dove ogni unità è presentata singolarmente al sistema operativo, questo è un modo importante per osservare le prestazioni aggregate. In questo ambiente, di certo, sarebbe più utile usare un'archiviazione di tipo meccanico. Il nostro scopo è quello di arrivare ai limiti. Passiamo al RAID.