Inganniamo il cervello
Per capire come si può ottenere un effetto stereoscopico, vale a dire com'è possibile percepire il senso di profondità, basta pensare a come funziona la vista umana.
Siamo in grado di percepire la profondità di quello che guardiamo. Questa capacità si deve al fatto che ogni occhio vede l'immagine da una posizione diversa; si creano, quindi, due prospettive della stessa immagine. Il cervello, poi, le unisce in una sola dotata di profondità.
È possibile ottenere lo stesso effetto artificialmente: il segreto è fornire ad ogni occhio un'immagine differente, così da riprodurre un doppio punto di vista, che permetterà al nostro cervello di ricreare il senso di profondità.
La stereoscopia non è certo una novità. Gli occhiali 3D sono presenti da tantissimo tempo, fin dal 1920, introdotti dall'industria del cinema.
Inizialmente la tecnologia stereoscopica è approdata al mondo dei PC tramite gli "elmetti virtuali", oppure con occhiali che funzionavano in abbinamento ai monitor CRT. L'elmetto virtuale non è altro che un apparecchio dotato di due piccoli display, uno per occhio: ogni display mostra la stessa immagine, con una differenza di prospettiva rispetto ad un asse centrale. Gli occhiali in abbinamento ai monitor CRT funzionano in maniera leggermente differente, ma con lo stesso principio. Il monitor mostra entrambe le immagini, mentre le lenti degli occhialini, oscurandosi ripetutamente e alternativamente, permettono ai due occhi di percepire ognuno, distintamente, prima l'una e poi l'altra immagine, offrendo le due prospettive. Inizialmente questa tecnica era impossibile da attuare con i display LCD, a causa delle frequenze d'aggiornamento troppo basse, anche perché visualizzando due immagini contemporaneamente sullo stesso monitor, il tempo di refresh si dimezza, quindi la scena riprodotta perde fluidità. Per i monitor CRT la frequenza minima consigliata era 100 Hz, che permette di ottenere una frequenza "visibile" di 50 immagini al secondo.
Zalman rompe questo limite, abilitando i monitor LCD per la visualizzazione stereoscopica. Il risultato si ottiene applicando al display uno strato di materiale polarizzante, che agisce sulle linee del display, in modo alternato: questa soluzione, abbinata agli occhiali appositi, fa sì che ogni occhio "veda" l'immagine desiderata.