Introduzione
I videogiochi sono sempre gli stessi, e ormai sono anni che non vediamo una vera evoluzione. Qualcuno starà pensando che viviamo su Marte, e qualcuno si starà chiedendo perché facciamo un'affermazione del genere: proviamo a fare un po' di luce.
Le schede grafiche sono sempre più potenti; i monitor, che hanno subito un crollo verticale dei prezzi, sono sempre più grandi, e le risoluzioni video sempre più elevate. . Milioni di colori e di pixel, e videogiochi dalla grafica sempre più fotorealistica sono parte integrante della vita dei videogiocatori, ma c'è ancora un difetto che permane: le immagini sono piatte.
Certo, l'epoca dei giochi con grafica 2D appartiene al passato, e ora tutti i giochi sono sviluppati con grafica tridimensionale; tuttavia, ineluttabilmente, tutta questa grafica tridimensionale finisce con lo "spiaccicarsi" contro la superficie piatta del monitor.
Esiste una tecnologia, quella stereoscopica, che non ha mai seriamente preso piede nel settore videoludico casalingo, e che però è in grado di spezzare la barriera del monitor, e offrire un'esperienza tridimensionale.
D'altronde, se ci pensiamo un attimo, l'occhio umano è un perfetto strumento di visualizzazione 3D, grazie alla capacità di percepire la profondità e la spazialità degli ambienti. Un videogioco potrà, un giorno, offrire una grafica foto realistica - identica alla realtà - ma fino a che mancheranno gli elementi di spazialità, la vera esperienza 3D sarà confinata alla cornice del monitor.
Zalman, famosa più che altro per i suoi dissipatori, sta cercando di fare un passo in questa direzione, con due monitor 3D, nome in codice "Trimon".