Atooma: nello smartwatch Galaxy Gear c'è cuore italiano

Abbiamo avuto la possibilità di provare brevemente il Galaxy Gear. Abbiamo anche intervistato Fabrizio Cialdea di Atooma, startup che ha realizzato una delle applicazioni preinstallate sullo smartphone di Samsung.

Avatar di Andrea Ferrario - Manolo De Agostini

a cura di Andrea Ferrario - Manolo De Agostini

Abbiamo passato un paio d'ore in compagnia del Galaxy Gear, ma non è sufficiente per darvi un vero giudizio. Per capire a fondo questo prodotto bisogna usarlo nella quotidianità, ecco però le prime impressioni, alcune delle quali siamo certi ribadiremo nel nostro test completo. Prima di tutto, una grande mancanza è ovviamente l'assenza del GPS. Samsung lo presenta come il compagno del Note 3, ma è difficile immaginarsi uno sportivo che indossa il Gear e si porta appresso il Note 3 per le funzioni di geolocalizzazione. Soprattutto ora che l'azienda ha confermato le qualità di resistenza contro acqua e polvere, la base per un prodotto sportivo.

Abbiamo effettuato una chiamata di prova e usato il Gear per rispondere. Le situazioni in cui potrete usarlo in questa modalità sono realmente poche. Probabilmente in auto, mentre siete alla guida e da soli. Perché se siete in mezzo alla gente, è veramente scomodo sia portare il braccio all'orecchio per avvicinare il microfono, e inoltre sarete sempre in vivavoce, senza alcun rispetto della privacy. La qualità dell'altoparlante è quella di un vivavoce solo sufficiente.

Il design non è poi così male, molto minimalista e pulito, e s'indossa bene anche su un polso sottile. La durata della batteria siamo quasi certi non supererà la giornata. È un problema per voi metterlo in ricarica ogni giorno? Non per chi l'ha provato, ma certamente ad alcuni di voi non andrà giù. Il limite maggiore è tuttavia il prezzo, di ben 299 euro, ma ancora di più la limitata compatibilità con solo il Note 3 per ora, anche se non è detto che, più avanti, verrà aperto all'universo Android. In attesa del nostro test, ecco a voi un nuovo video di presentazione.

 

Parallelamente alla veloce prova del Gear abbiamo rivolto anche qualche domanda ai ragazzi di Atooma, startup italiana che ha sviluppato un'applicazione (Atooma appunto) preinstallata sullo smartwatch di Samsung. Di seguito ecco il botta e risposta con Fabrizio Cialdea, che ha curato tutta l'integrazione.

Tom's Hardware: Atooma è stata premiata al Mobile World Congress come applicazione più innovativa, e ha ottenuto molto clamore mediatico. Cos'è successo da allora? Avete ottenuto finanziamenti, maggiore attenzione da parte dei produttori? Avete assunto personale? Insomma, puoi spiegarci l'evoluzione di Atooma e della vostra startup?

Fabrizio Cialdea: Il MWC è stato certamente l'evento più rilevante in termini di boost mediatico che ha portato con sé. A seguito del MWC siamo stati contattati da diverse società interessate alla nostra tecnologia. In quella sede abbiamo conosciuto Mike Chen, Business Developer @RocketSpace di base a San Francisco. Lui è ora un nostro Advisor e assieme al suo aiuto abbiamo espanso notevolmente il nostro network. A seguire abbiamo continuato a sviluppare il nostro prodotto nonchè la partnership con Samsung. Fundrasing e ricerca di personale sono sempre andati di pari passo, ed è qualcosa che in un ottica di development agile come il nostro devono essere sempre "ongoing".

TH: Dagli smartphone allo smartwatch Galaxy Gear, per giunta come applicazione preinstallata. Come ci siete riusciti?

FC: Sei mesi di meeting tra Europa e Stati Uniti. Corporation come Samsung possono toglierti la vita nel cercare di capire con chi devi parlare, chi prende le decisioni o se e in che modo affrontare un meeting. L'approccio orientale è totalmente basato su R&D (ricerca e sviluppo, ndr), il marketing viene dopo, ed in questo l'aver collaborato già nelle mie trascorse esperienze lavorative con società come Huawei o LG mi ha aiutato molto per coinvolgere il loro R&D e farlo interessare alla nostra piattaforma.

TH: Quanto e cosa serve per portare un'app su uno smartwatch? Intendiamo termini di tempo e sforzi. Quali sono le sfide tecniche che avete dovuto affrontare per adattare Atooma al Galaxy Gear, dotato di uno schermo più piccolo? E cosa fa Atooma nel concreto per migliorare il prodotto di Samsung?

FC: Samsung come altre big company rendono la vita facile agli sviluppatori, nel senso che non appena il device sarà fruibile, documentazione, SDK e supporto per Q&A non mancheranno. Nel nostro caso, come early developers tutto era più difficile in quanto il nostro sviluppo è andato di pari passo col loro. Avevamo tra le mani un hardware di sviluppo molto instabile così come il SW quindi la sfida più che tecnica in sé è stata "organizzativa" per cercare di calare il nostro sviluppo nelle loro procedure e procedere con i loro stessi tempi. Atooma può e potrebbe espandere molto le potenzialità del wearable, attualmente per limiti anche "tecnici" del device (ad esempio supporta solo connessione BT) i casi d'uso sono più limitati. Tramite Atooma è possibile creare regole che coinvolgano la fotocamera e l'accelerometro dello smartwatch oppure creare regole che facciano partire delle notifiche sullo schermo in base a una qualsiasi condizione già disponibile sull'app a oggi.

TH: Quale futuro prevedete per gli smartwatch? Diventeranno di massa come gli smartphone o sono destinati a interessare una nicchia di persone? Avete già messo nel mirino i Google Glass?

FC: Tutto dipende dal marketing. Spesso la penetrazione di certi prodotti è più legata ad aspetti come la moda ed il costume che il benefit tecnologico che portano. Per via delle ridotte dimensioni dello schermo un oggetto del genere va comunque e sempre considerato a "corredo" dello smartphone. Per quanto riguarda i Glass, certamente sono in roadmap, Atooma è una piattaforma orizzontale capace di far dialogare e di controllare qualsiasi connected device. Atooma dialogherà con Smart TV, wearable device, appliances, etc... non ci poniamo limiti.

TH: Atooma è disponibile solo su Android. Vedremo l'applicazione su altre piattaforme? Cosa pensate di Windows Phone e del nuovo iOS 7? Sono sistemi operativi che state studiando attentamente e su magari sbarcherete, se non con Atooma, con altre applicazioni?

FC: A meno di personalizzazioni ad hoc di alcuni dei nostri use case volute da partner che lavorano su sistemi operativi come Windows o iOS, il nostro obbiettivo è continuare su Android. Il forecast e la penetrazione di Android è devastante ed il sistema operativo ci permette di muoverci agilmente tra tutte le funzionalità dello smartphone cosa che non possiamo nemmeno immaginare sulle altre piattaforme. Inoltre Android è ormai sbarcato su fotocamere digitali, auto, TV e quindi è ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare la nostra vision di Horizontal Context Aware Intelligent Platform.