Internet costerà di più, è inevitabile

Il costo degli abbonamenti internet aumenterà nel prossimo futuro, per lo meno per chi ha esigenze particolari o vuole prestazioni "premium".

Avatar di Luca Zaninello

a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Il costo degli abbonamenti internet aumenterà nel prossimo futuro, per lo meno per chi ha esigenze particolari o vuole prestazioni "premium". Si prevede che gli utenti dovranno sottoscrivere pacchetti ausiliari per godere al meglio dei servizi di intrattenimento, streaming e/o lavoro remoto in aggiunta ai servizi base di connettività.

Ciò servirà a garantire un ritorno economico adeguato agli operatori di rete che negli anni hanno effettuato ed effettueranno ingenti investimenti nella realizzazione delle infrastrutture. Questo cambiamento difficilmente potrà colpire subito anche l'Italia, tuttavia si tratta di uno scenario da tenere sotto attenta osservazione.

Questo è perlomeno quello che è emerso dalla la nostra chiacchierata con Rahul Patel, Senior Vice President & General Manager Connectivity, Broadband e Networking di Qualcomm.

Il nostro incontro con il dirigente Qualcomm è avvenuto durante il corso del Wi-Fi 7 Day, organizzato dall'azienda americana nel suo quartier generale di San Diego, occasione sfruttata per il lancio della nuova piattaforma 10G Fiber Gateway e per alcuni approfondimenti sul più recente standard di connettività wireless e sul sistema FastConnect 7800.

Sono stati molti gli argomenti trattati nel corso della roundtable a cui abbiamo partecipato, ma uno ci ha colpito particolarmente. Qualcomm sta lavorando a stretto contatto con gli operatori per spingere la piattaforma 10G Fiber Gateway appena presentata, sistema che permetterà una migliore gestione del traffico end-to-end da parte di tali operatori. Ci sarà in pratica possibilità di gestione dei flussi dall'origine fino al dispositivo finale da cui l'utente accede ad internet.

Sebbene siano tanti i vantaggi resi possibili dalla combinazione di hardware e software Qualcomm, appositamente pensata per migliorare l'esperienza utente sulle connessioni in Fibra ad alta velocità, è stato chiarito senza troppi giri di parole che ciò permetterà agli ISP (Internet Service Provider) di gestire come meglio ritengono opportuno il traffico generato all'interno delle abitazioni.

Gli operatori, dunque, potranno regolare le prestazioni della rete non solo a livello di gateway (leggasi router principale) ma anche in base alla natura del traffico stesso generato dal singolo dispositivo. Nascerà quindi l'era del Wi-Fi "as-a-service", essendo al giorno d'oggi il Wi-Fi il principale metodo di accesso alla rete.

Gli esempi che ci sono stati fatti sono molto chiari. Volete la migliore esperienza di streaming audiovisivo, come per esempio la qualità 4K/8K e l'HDR o Dolby Vision? Dovrete pagare il pacchetto di "ottimizzazione streaming". Giocate molto da console, PC o in cloud e volete la minor latenza? C'è il pacchetto "gaming" fatto apposta per voi. Lavorate da casa e le videochiamate sono una priorità assoluta? Anche per voi l'operatore potrebbe mettere a disposizione una soluzione specifica in aggiunta al vostro abbonamento internet di base.

Il quadro che è stato dipinto da Patel vede gli operatori in posizione di enorme difficoltà. Secondo Qualcomm (e non solo, leggendo i report che da diverso tempo vengono pubblicati dagli esperti del settore), gli ISP starebbero investendo quantità ingenti di fondi per il miglioramento e la costruzione della rete ad alta velocità da cui poi non riescono a trarre quelli che considerano "giusti profitti".

Questi potenziali profitti, stando sempre alla narrativa che ci è stata esposta, vengono assorbiti quasi completamente dai fornitori di servizi finali. Ebbene, con il Wi-Fi "as-a-service" tutto questo potrebbe cambiare.

Secondo ETNO, un gruppo di pressione per gli operatori di telecomunicazioni europei, più della metà del traffico Internet globale passa attraverso sei società della Silicon Valley: Google, Facebook, Netflix, Apple, Amazon e Microsoft. La percentuale sale fino all'80% se si includono i giganti del gaming come il produttore di Call of Duty, Activision Blizzard.

Dopo aver ascoltato questo racconto, abbiamo chiesto a Patel se crede possibile che gli utenti possano optare per rimanere ancorati ai vecchi standard di connettività (sia all'interno dell'abitazione che verso l'esterno) pur di evitare questi costosi compromessi, di fatto rallentando ancora di più l'adozione della Banda Ultralarga e dei più recenti standard Wi-Fi, ancora molto poco diffusi nelle case private.

Il Vice President ha prontamente risposto che per la maggior parte delle persone non ci sarà alcun vero cambiamento a livello di costo. Chi paga il suo abbonamento ad internet e lo utilizza in modo classico per la posta elettronica, la navigazione in rete, lo streaming saltuario e le videochiamate con parenti e amici, solo per fare alcuni esempi, difficilmente avrà esigenza di richiedere questi servizi aggiuntivi.

Il focus sarà dunque sugli utenti più esigenti, quelli che vogliono le esperienze da lui definite "premium". Stando a Patel, infatti, tali utenti saranno disposti a pagare per ottenere un'esperienza di livello superiore.

Si prospetta quindi un futuro in cui il modo di accedere ed utilizzare internet potrebbe essere drasticamente diverso, per lo meno per alcuni. Ovviamente va tenuto presente che questi cambiamenti saranno sicuramente monitorati dagli enti regolatori e difficilmente potranno essere applicati nei Paesi in cui esistono ferree leggi sulla Net Neutrality, tra i quali per fortuna c'è anche l'Italia.

Cosa ne pensate? Credete anche voi che gli operatori di rete abbiano diritto di gestire il traffico che passa sulle loro reti oppure pensate che tale traffico debba essere trattato in maniera omogenea indifferentemente dall'applicazione finale?