Apple contro Samsung contro Apple

Il 2012 ha visto Samsung crescere a dismisura fino a diventare la più importante azienda al mondo nel settore. Google quell'anno pubblicò l'importante aggiornamento Jelly Bean, e nascevano le prime ROM alternative, tra cui l'importante Cyanogen Mod.

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a cura di Tom's Hardware

Apple contro Samsung contro Apple

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Scorrere il dito sullo schermo del telefono: swipe. Metterci due dita per ingrandire o rimpicciolire le immagini: pinch to zoom. E quello più famoso, scorrere il dito per sbloccare: swipe to unlock, altrimenti noto come scorri per sbloccare.  Ognuno di questi gesti, semplici e intuitivi, è protetto da un qualche brevetto. Se non altro per quanto riguarda i dispositivi portatili:

slide to unlock

"Cancellare un contatto con lo schermo sensibile al tocco su una posizione predefinita che corrisponde a un'immagine di sblocco; muovere continuativamente l'immagine di sblocco sullo schermo sensibile al tocco coerentemente con i movimenti del contatto, mantenendo contatto costante con lo schermo, che l'immagine di sblocco sia una grafica, un oggetto interattivo dell'interfaccia utente con cui l'utente interagisce per sbloccare il dispositivo; e sblocco del dispositivo portatile se l'immagine di sblocco sullo schermo sensibile al tocco si muove dalla prima posizione predefinita all'area predefinita di sblocco sullo schermo sensibile al tocco".

Sì, è una cosa che esiste. In particolare, è un brevetto riconosciuto ad Apple nel 2011 per lo slide-to-unlock. È il famigerato brevetto 721, uno di quelli che secondo i giudici Samsung ha coscientemente violato, nell'ambito di un lunghissimo e sfiancante scontro legale tra i due più grandi produttori di smartphone del mondo.

Violare consapevolmente la proprietà intellettuale di qualcun altro è un "lato oscuro" delle politiche aziendali. Ma d'altra parte si dice sempre che "i grandi artisti rubano" e tutto il resto, lo avrete sentito.

Che le aziende si denuncino l'un l'altra non è certo una novità, e di certo proteggere la proprietà intellettuale è una parte importante degli affari. Di contro, violare consapevolmente la proprietà intellettuale di qualcun altro è un "lato oscuro" delle politiche aziendali. Ma d'altra parte si dice sempre che "i grandi artisti rubano" e tutto il resto, lo avrete sentito.

A cominciare dalla fine del 2011 e per buona parte del 2012, le società del settore tecnologico non fecero che denunciarsi tra loro su brevetti che riguardavano tanto l'hardware quanto il software e tutte le testate specializzate (e anche quelle generiche) ne parlarono moltissimo – forse ricorderete gli articoli di Tom's Hardware sul tema. C'erano denunce, ingiunzioni, e di tanto in tanto, in qualche paese, veniva vietata la vendita di questo o quel modello, mentre gli avvocati cercavano di capire che fare.

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Per come la vedeva Steve Jobs, Android era un "prodotto rubato". E questo senza nemmeno prendere in considerazione l'influenza che lo stesso iPhone aveva avuto sulla progettazione degli smartphone. Così cominciarono le cause. La versione sintetica, per chi non ha una laurea in legge, è che Apple denunciò Samsung su diversi brevetti software (come scorri per sbloccare appunto) e hardware (elementi di design come gli angoli arrotondati). Ci furono molte diverse cause in tanti diversi paesi. Negli Stati Uniti Apple cercò di convincere un giudice a proibire le vendite di smartphone Samsung mentre la questione era ancora aperta. Non successe, e Samsung continuò a vendere milioni di terminali. Recentemente un giudice statunitense ha riconosciuto Samsung colpevole di violazione di alcuni brevetti, e non di altri, mentre altri ancora non sono stati riconosciuti come validi – il che fa riflettere sul fatto che i brevetti sul software in generale spesso risultano un'idea sciocca. A Samsung è stato ordinato di pagare una sanzione, molto inferiore a quanto richiesto da Apple, ma la questione è tutt'altro che chiusa.

Lo scontro riguarda anche il marketing, almeno da parte di Samsung. A cominciare dal Galaxy S3, Samsung cominciò a confrontare i propri smartphone con l'iPhone, spesso con un tono di scherno vero i clienti del concorrente e le campagne pubblicitarie della stessa Apple – se la prendevano in particolare con quelli che facevano la coda per avere un iPhone appena uscito. Era difficile non notare le pubblicità Samsung che deridevano l'iPhone. Apple invece scelse, nella maggior parte dei casi, di ignorare gli sfottò di Samsung.

A Samsung è stato ordinato di pagare una sanzione, molto inferiore a quanto richiesto da Apple, ma la questione è tutt'altro che chiusa.

La vicenda non si svolse nell'arco di una notte, ma impiegò più o meno quattro anni. Nel frattempo Samsung (e altri) modificarono diversi aspetti del design. Tanto in Apple quanto in Samsung ci fu un cambio al vertice, e nel 2014 le aziende si accordarono fuori dalle aule, in molti casi non statunitensi.

Cosa significò tutto ciò per i consumatori? Non molto, al di là delle discussioni tra i fan delle due parti e qualche titolo particolarmente rumoroso. Ma dietro le quinte lo scontro legale portò anche a leggere modifiche nel design dell'hardware e del software; magari sarebbe successo lo stesso, chi lo sa?

Oggi entrambe le aziende, Samsung ed Apple, continuano a godersi la vita come colossi del settore mobile. E probabilmente anche i loro avvocati se la passano benissimo.