A Konami non serve Metal Gear Solid: guadagni da record anche senza grandi autori

Konami non è solo pachinko e Metal Gear Solid. Non ci credete? Ecco le cifre registrate dal publisher durante l'ultimo anno fiscale.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Il divorzio tra Hideo Kojima e Konami ha portato inevitabilmente alla chiusura di Metal Gear Solid. Salvo clamorosi colpi di scena, infatti, uno dei franchise più longevi e conosciuti dell'industria dei videogiochi rischia seriamente di rimanere un vero e proprio ricordo del passato. I fan potrebbero prenderla male e arrabbiarsi, ma analizzando i risultati dell'ultimo anno fiscale (da aprile 2021 a marzo 2022), forse ci si accorge di come, forse, al colosso nipponico non serva proprio la serie creata dal game designer giapponese.

Come riportato da PC Gamer, infatti, nel settore videogiochi Konami ha avuto il suo miglior anno di sempre. Questo non grazie a IP famose e storiche come Silent Hill o Metal Gear Solid, tutt'altro. Il publisher giapponese è riuscito nell'impresa di raggiungere un utile netto di 425 milioni di Dollari grazie ad alcuni giochi di cui il grande pubblico non è a conoscenza. Uno di questi è Yu-Gi-Oh Master Duel, pubblicato su Steam a gennaio 2022. Il titolo free-to-play è stato giocato da 30 milioni di giocatori, che con acquisti in-game hanno sicuramente trainato i guadagni del publisher nipponico. Un altro, grande successo è stato Momtaro Dentetsu, un board game basato sulle stazioni ferroviarie pubblicato solamente in Giappone.

Ultimamente, la percezione dell'utenza è che Konami non pubblichi più videogiochi. Analizzando il report però si viene a conoscenza di come in realtà nel corso dell'ultimo anno fiscale, il colosso nipponico abbia pubblicato ben 18 videogiochi. Tra questi troviamo alcuni titoli meno conosciuti e destinati solamente al Sol Levante, e altri ancora invece destinati a una nicchia piuttosto piccola, come quella del retrogaming.

Che piaccia o no, Konami senza Metal Gear Solid riesce ancora a registrare grandi cifre. E forse, a questo punto, il ritorno di determinate serie (come quella di Silent Hill) non è proprio la prima cosa che i manager del publisher giapponese hanno in testa la mattina quando programmano la line-up per il futuro.