Blizzard: i giochi single player sono a rischio estinzione

Secondo Rob Pardo di Blizzard i giochi single player come li conosciamo sono destinati a soccombere. La pirateria e il noleggio potrebbero scoraggiare gli editori, che non finanzierebbero più progetti rischiosi senza la garanzia di un ritorno economico.

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a cura di Roberto Caccia

Rob Pardo di Blizzard sostiene che i giochi single player abbiano le ore contate. Il direttore del team creativo dell'azienda crede infatti che i videogame tradizionali con budget stellari che offrono esperienze soltanto per singoli giocatori potrebbero scomparire nei prossimi anni.

Rob Pardo profetizza la fine dei giochi single player

I motivi principali sono da ricercare nella pirateria e nella possibilità di noleggiare i giochi, due fattori che rendono difficile il finanziamento milionario da parte di editori, timorosi di supportare progetti che potrebbero non ripagare gli investimenti.

"Una delle tendenze più grosse è la possibilità di creare molti giochi più piccoli e per questo motivo si può assistere a un'evoluzione maggiore, che non sarebbe possibile nei giochi ad alto budget a causa dei maggiori rischi monetari coinvolti", sostiene Pardo, che prosegue l'intervista difendendo il modello di business legato agli abbonamenti.

Secondo il direttore creativo di Blizzard questa formula funziona ancora se i giochi non sono sopravvalutati. Questo implica un maggior sforzo da parte degli editori e degli sviluppatori, soprattutto in fase di design del videogioco. Lo scopo è di continuare a divertire gli utenti, giorno dopo giorno.

Pardo spiega che alcuni giochi hanno provato ad affidarsi agli abbonamenti pensando di poter contare su questa risorsa e fallendo miseramente, perché non sono riusciti a convincere i giocatori che il loro titolo poteva valere dai 10 ai 15 dollari mensili.

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Pur senza specificare alcun nome è facile cogliere il riferimento a Star Wars: The Old Republic, che ricordiamo diventerà gratuito (freemium) a partire da novembre, dopo aver tentato la via dell'abbonamento e della prova gratuita (fino al livello 15 e con diverse limitazioni).

Rob Pardo tuttavia difende anche i free-to-play, che permettono ai giocatori di provare un gioco senza alcun rischio, consentendo di pagare soltanto per i contenuti che si vogliono.

"Credo che sia un modello di business molto solido, che per funzionare debba essere integrato in modo profondo con il design stesso del gioco. Gli sviluppatori devono farsi domande come: che cosa potrebbero comprare i giocatori? E quanto sarebbero disposti a pagare per un contenuto piuttosto che per un altro?", ha dichiarato il responsabile creativo di Blizzard.

Nonostante tutto anche questi giochi hanno un lato negativo, che per Pardo si traduce nella necessità di pagare per avere un'esperienza di gioco completa e per progredire nel gioco, anche se si tratta di un problema che riguarda principalmente il design del gioco piuttosto che il modello di business.

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La posizione dell'uomo di Blizzard e la sua difesa sul sistema ad abbonamenti è facilmente comprensibile, soprattutto se si considera l'azienda in cui lavora e i recenti buoni risultati ottenuti da World of Warcraft: Mists of Pandaria.

Tuttavia crediamo che difficilmente i giochi single player abbiano le ore contate. In giro per il mondo ci sono infatti milioni di appassionati a cui non interessa minimamente giocare online o con altri amici, e che non vedono l'ora di provare la nuova avventura "solitaria".

Anche se il finanziamento dei giochi dovesse subire una battuta d'arresto a causa di editori troppo timorosi il recente successo di piattaforme come Kickstarter ha mostrato che ci sono diversi modi per pubblicare un gioco senza doversi "piegare" alle esigenze del mercato. I videogiocatori ringraziano.