Stile di nuova generazione

Dead Rising è un survival horror con orde di zombie in un centro commerciale. Il divertimento e la componente splatter sono assicurati!

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a cura di Tom's Hardware

Stile di nuova generazione

Addentrandosi nei meandri più tecnici, Dead Rising è un titolo next gen con riserva. Il motore grafico offre degli spunti interessanti, soprattutto nella costruzione dei modelli poligonali dei personaggi. La moltitudine di filmati narrativi sono indubbiamente le occasioni migliori per scoprire la cura dei dettagli, come le texture della pelle (vene, peli ed imperfezioni ben visibili) o le animazioni facciali. Il motore è in grado di gestire a schermo un numero davvero imponente di zombie, che tra l’altro possono essere lasciati ben visibili a terra privi di vita, senza che la fluidità ne risenta (i cali di frame rate sono una rarità). Gli effetti sono limitati al sangue, riprodotto magistralmente, all’utilizzo di una saggia sfocatura per ricoprire qualche pop-up in lontananza e alla mutazione della luce secondo l’ora della giornata. Da sottolineare il quantitativo illimitato di sfumature utilizzato per la costruzione del centro commerciale, elemento che incorona Dead Rising come uno dei titoli più “accesi” della nuova generazione di casa Microsoft. Le animazioni svolgono a dovere il loro lavoro, senza eccessivamente stravolgere i principi della fisica; fisica che si appoggia sul collaudato motore Havoc, sinonimo di garanzia già da diversi anni. Il gioco, comunque, non nasconde le sue pecche, soprattutto quando si tratta di gestire le collisioni dei poligoni mobili con l’ambiente circostante. A differenza di altri titoli per Xbox 360, comunque, come ad esempio Ninety-Nine Nights, il problema delle collisioni non penalizza gli scontri con i nemici; è principalmente visibile in prossimità di muri o strutture fisse, come porte o altro, quindi nulla di realmente preoccupante.

Audio da oscar

Il comparto audio è probabilmente uno degli aspetti più curati di tutta la produzione. Ogni piccolo effetto è campionato alla perfezione, al punto da differenziare ogni singolo splatter. I riferimenti alle pellicole degli anni ’70 sono una costante, dalla tipica motosega stridente ai lamenti degli zombie, come ogni buon fan di Romero ha sempre desiderato da un videogioco. Aspetto tal volta preso poco in considerazione, il doppiaggio è ottimo, grazie ad un’interpretazione più che convincente degli attori che hanno prestato la loro voce ai protagonisti. Nell’insieme, questo minuzioso lavoro rende il centro commerciale del gioco un luogo credibile, se non “vivo” sotto certi punti di vista.