Fortnite fa bene a tutti: Epic Games migliora le condizioni dei tester

Il successo di Fortnite permette ad Epic Games di migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti: ecco i dettagli.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Nel corso della giornata odierna, gli sviluppatori di Fortnite hanno annunciato un miglioramento dei contratti di centinaia di tester. Epic Games ha infatti deciso di cambiare, in meglio, la situazione lavorativa di tantissime persone che al momento eseguono il lavoro di QA, offrendo loro un nuovo tipo di contratto con tantissimi benefit.

Epic Games ha svelato la sua nuova politica di lavoro in un'intervista con The Verge. Elka Looks ha parlato della strategia di assunzione di chi attualmente sta lavorando come QA tester per Fortnite. Come spiegato dalla Looks, Epic Games assumerà circa un centinaio di dipendenti con contratti full time, che potranno anche beneficiare dei vari benefit della società statunitense, come ad esempio un'assicurazione sanitaria, un abbonamento in palestra, un piano pensionistico, bonus di performance, ferie pagate e sconti per l'Epic Games Store.

Questo piano di assunzioni non cambierà però la politica di tutto il team di sviluppo. Come è giusto che sia, Epic Games continuerà comunque a lavorare con personale esterno, rivolgendosi ad agenzie di collocamento, offrendo contratti a breve termine quando ce ne sarà bisogno. L'assunzione di centinaia di dipendenti resta comunque un evento molto positivo, soprattutto considerando come Activision abbia gestito i contratti del reparto QA di Raven Software: dove erano stati promessi aumenti salariali, si sono invece verificati licenziamenti.

Le nuove assunzioni seguono la strada che già da diverso tempo Epic Games ha deciso di intraprendere, migliorando la politica di welfare all'interno dell'azienda. Chiaramente la strada per migliorare le condizioni lavorative dell'intera industria è ancora lunga, ma nel corso degli anni si sono fatti passi in avanti decisamente importanti. Ora è cruciale non tornare indietro, per evitare di ritrovarsi ancora una volta con sviluppatori che temono licenziamenti e periodi di crunch estenuanti, come già accaduto in passato anche in realtà più piccole rispetto a quelle dell'industria tripla A.

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