GTA 6 non potrà fare a meno del Role Play

GTA è sopravvissuto all'avvento dello streaming e al salto generazionale senza troppi stravolgimenti, ma il fenomeno del RP ha sicuramente consolidato numeri e community.

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a cura di Ecleto Mucciacciuoli

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L’era di Grand Theft Auto non si mai conclusa. Sin dall’uscita nel mondo videoludico del primo capitolo, il brand targato Rockstar non ha fatto altro che stare sulla bocca di tutti. Tra bufere mediatiche e ricordi indelebili dei nostalgici, GTA è stato protagonista imperituro della game industry. La nostra infanzia in fin dei conti deve molto alla sua essenza goliardica. Quante serate passate a demolire la città, a far infuriare orde di poliziotti o a scovare i trucco più strambo? Chi ora, pensando ai fogli sbiaditi con i codici per armi e veicoli non verserà almeno una lacrimuccia? Il ritorno della GTA Trilogy, per quanto non esente da critiche in fase di renderizzazione, vuole forse educare i fruitori del domani ad amare quanto noi il gioco.

Dopo l’uscita di GTA V, il brand non ha poi subito grandi stravolgimenti in termini di novità. La community originale è rimasta ancorata all’essenza del titolo anche dopo tanti anni dalla sua prima apparizione, ora perché ammaliata da quel senso di libertà che solo GTA riesce a trasmettere con sontuosa arroganza, ora per la presenza gradita di un online sempre accogliente. La fortuna del brand non risiede dunque nella sola nomea che si è costruita in anni di primati in termine di vendite e sterili numeri, ma anche per l’attaccamento dei fruitori. Potremmo quasi affermare che GTA si tratti di un love mark per l’industria e che verrà sempre amato a prescindere da cosa faccia. Libertà ineguagliabile, sana nostalgia per uno dei pochi nomi che si sono protratti fino alla nostra maturità e una trama dalle note ciniche e sensibilmente satiriche hanno concesso una sorta di aura mistica all’opera.

Il mondo del RP in GTA

Ora, dopo tanti anni in cui serpenteggia quasi ossessivamente il bisogno di un sesto capitolo, desidero focalizzarmi su elemento che per me, al paro degli altri menzionati in precedenza, ha concesso a GTA una sorta di elisir di giovinezza: il fenomeno del RP nell’era dello streaming. Prima di scendere nei dettagli è però doverosa una premessa per coloro che non conoscono questa peculiare tendenza. Nel mondo online di GTA V ci sono molti server, più o meno impegnati, che vantano la presenza di centinaia di giocatori. Non è ben chiaro se la moda iniziò all’alba dell’uscita del titolo Rockstar, ma fu un esplosione di numeri e consensi straordinari.

L’impalcatura tecnica e ludica dell’opera dà già di per sé un ampio ventaglio di personalizzazione del proprio personaggio. Basta poco per immergere completamente testa e cuore nelle sue irruenti strade e, volente o nolente, ci si affeziona a quel brio di libertà che riesce a scuoterti.

In questo calderone di caos e goliardia, nacquero dei server in cui le persone gridavano l’esigenza di una sorta di seconda vita virtuale. Gli strumenti presenti nel gioco sono già adatti a vivere un’esperienza più complessa, così ci è ben presto ritrovati nell’esigenza di impostare delle regole scritte. La nascita dell’ecosistema del role play in GTA V non è però solo il sana capriccio di una fetta della community, ma molto di più. Si è ben presto iniziato a capire che non tutti entravano online per lo stesso motivo e che ci potevano essere varie sfumature di RP.

Laddove brulicavano server aperti in cui c’erano utenti desiderosi di burlare gli altri o che non ambivano ad altro se non ad un pizzico di caos “controllato”, vi erano anche realtà più tutelate. Alcuni server, infatti, ospitarono moltissimi giocatori che abbracciarono volentieri le regole imposte da un ben più rigido sistema ruolistico. Avvenne dunque uno scisma fondamentale per comprendere il fenomeno preso in esame: la nascita di server che richiedono un colloquio conoscitivo, e una conoscenza delle dinamiche RP, contrapposta a quella di una diffusione di community minori e disimpegnate.

La professionalizzazione dei server e lo scisma della community

Da un lato i fruitori meno interessati a questo fenomeno ebbero comunque la possibilità di prendere parte a modelli di role play meno, in cui per intenderci ci sono regole comportamenti precise, orari fissi e non si può mai uscire dal personaggi, ma ci fu anche un inaspettato interesse nell’osservare in streaming questa nuova tendenza. Molti creator iniziarono ad approdare nei server più complessi, per costruire una storia intrigante intorno al proprio personaggio virtuale, in un ecosistema di persone che interagiscono. Da un lato i numeri sono composto da chi apprezza e conosce il sistema RP, ma non ha o il tempo o l’interesse di viverlo in prima persona, mentre dall’altro si tratta di community fidelizzate trascinate dagli stessi streamer che, per stare in sua compagnia, hanno comunque trovato il piacere di vederlo immedesimato in un contesto inusuale.

Questa spinta bidirezionale ha generato un flusso costante di spettatori sulle varie piattaforme live e si è generato un effetto insolito, come se fosse una piccola serie tv, in cui però si può interagire con gli attori. Pian piano il desiderio di osservare la storia e gli eventi creati nel RP andò anche oltre. Nacquero veri e propri personaggi in questo bizzarro ecosistema. Professionisti di vari settori della comunicazione e non si ritagliavano volentieri una spazio per essere qualcun altro (o se stessi) in un contesto colmo di spettatori.

In fin dei conti si tratta di raffinare la propria essenza e di saper recitare dignitosamente per essere intriganti in un contesto RP. Magari siete, per esempio, un abile giornalista nella vita di tutti i giorni e volete essere l’uomo che si occupa della reportistica e della cronaca in città. Beh, potete farlo e anzi, ciò va ad aumentare vertiginosamente il livello di credibilità dell’intero server, poiché si nutre di gente capace.

Insomma, si ricerca da anni quasi di ritagliarsi una vita nella vita, in cui trascinare migliaia di spettatori nelle dinamiche di una città che ogni giorno cerca di reinventarsi e sorprendere. In questo contesto prolifico il role play ha quindi donato una linfa propria, quasi incontrollabile, al destino di GTA. Come funziona per una persona qualunque il reclutamento in un server? Alla base di tutto vi è un cocktail di serietà, credibilità e fantasia. Prima di accedere a questo imprevedibile contesto virtuale è necessario un colloquio conoscitivo approfondito. L’incontro è mirato non solo alla minuziosa spiegazione del regolamento proprio del server, ma anche alle politiche interne e alle sue peculiarità.

Cara Rockstar Games, ti scrivo...

Passata al vaglio una disanima sugli attributi personali per inquadrare la recluta, vi è la consueta riflessione sul personaggio da creare. La scelta non oscilla solamente tra lavoratori a impegno civile, come dottori o meccanici, ma anche personalità più eccentriche. Sono, infatti, ben volute personalità creative e artiche o veri e propri VIP festaioli. C’è anche spazio per la fantasia nell’equazione, quindi se vuoi essere un alieno, fai pure. Laddove si sfiorano goliardia e follia è però doveroso ricordare che si tratta di una scelta che accompagna la ferrea coerenza tra scelta e azione. Un server con delle regole rigide è anche quello che permette l’intreccio naturale di varie narrazioni dopotutto.

In conclusione la nascita del RP in GTA ha giovato a due fondamentali vantaggi per il brand: la costruzione di una community non più collaterale, ma che ama e respira il mondo virtuale di Rockstar, e una longevità fuori dal comune. Per questo sono fiducioso che il sesto capitolo della saga debba, in qualche modo, implementare e curare tutto quello che è stato eretto finora. Perché non creare dunque una modalità online in salsa role play, così da concretizzare l’impegno dei server? L’exploit di numeri sulle piattaforme streaming non deve essere un fenomeno isolato, ma deve essere coccolato e incentivato da Rockstar stesso.

Ingaggiare creator per spingere un’ipotetica nuova modalità, creare un tessuto con i server online e migliorare quanto ideato finora devono essere le regole per cementare un percorso immortale con la community. Non implementare, o peggio ignorare, ciò che sta accadendo in questi anni in GTA VI sarebbe un peccato mortale, nonché il fallimento di uno dei dogmi dell’industria: la nascita di community sane.