Il CEO del publisher di GTA non crede nel metaverso, anche se ne ha già uno

A credere nel metaverso sono in tanti, ma non il CEO del publisher dietro la serie di GTA: ecco i suoi pensieri in merito!

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a cura di Alessandro Adinolfi

Da diversi mesi oramai non si fa altro che parlate di metaverso, criptovalute e blockchain. Parole che però per Strauss Zelnick, CEO di Take-Two Interactive, publisher della famosa serie di GTA, si rifiuta di pronunciare. No, non stiamo scherzando: in una lunga intervista con GamesIndustry.biz, Zelnick ha espresso il proprio parere in merito a questi investimenti milionari a cui abbiamo assistito nel corso dell'anno. E si tratta, ovviamente, di un parere non troppo positivo.

Secondo Zelnick, il metaverso e la blockchain altro non sarebbero che buzzword, in grado di spingere i vari investimento in base alla moda del momento e al sentimento comune. "Sono scettico. Le persone che investono seguendo le buzzword spesso non hanno grandi risultati", le parole di Zelnick dichiarate durante l'intervista. Il CEO di Take-Two Interactive ha poi dichiarato che forme simili al metaverso esistono già e funzionano decisamente bene. Un esempio? GTA Online, la componente online di Red Dead Redemption 2 e ovviamente il gameplay di NBA2K.

Ci sono tante incognite del metaverso e del mercato della blockchain. Tanti progetti nascono e tanti altri invece falliscono, lasciando molto spesso gli investitori e i giocatori senza nessun tipo di valore o di guadagno. Il concetto di "Play-to-earn" è oramai sdoganato da tantissimi giochi, ma sono davvero pochi quelli dove gli utenti guadagnano, molti altri invece quelli che falliscono o comunque investono più del denaro necessario.

Zelnick non vuole affermare che il metaverso fallirà sicuramente, ma semplicemente che si tratta di un prodotto non in grado di garantire successo, paragonando il tutto al boom delle Dot-com degli anni '90. "Nonostante il successo di tante società come Meta, Google e Amazon, molte altre sono fallite", le parole del CEO di Take-Two Interactive dichiarate a chiusura dell'intervista. "Affiancare una parola o chiamare un qualcosa con un nome che va di moda, cercando di creare un valore per un cliente, non funziona", ha concluso il CEO.