Journey to the Savage Planet Hot Garbage | Recensione

Journey to the Savage Planet si aggiorna con il primo DLC Hot Garbage. In quale strano pasticcio ci andremo a cacciare questa volta?

Avatar di Martina Fargnoli

a cura di Martina Fargnoli

Editor

Journey to the Savage Planet è stata una delle produzioni più sorprendenti di inizio 2020: un gioco di avventura che richiamava alla mente Metroid Prime e con un senso di scoperta che cresceva al diventare sempre più efficiente e abile del nostro personaggio. Potenziamenti per la tuta, armi e inventario sbloccavano a mano a mano sempre più tasselli dell’enorme puzzle ambientale rappresentato dal pianeta stesso sul quale avevamo messo piede. Difficile replicare la stessa esperienza, il ritmo di avanzamento e la curiosità che la campagna principale ha generato quando l’espansione Hot Garbage è completabile in circa 4 ore, del resto da un dlc venduto a 7,99 euro non ci aspettavamo la stessa grandezza e ricchezza del capitolo base, tuttavia speravamo almeno che il nuovo contenuto scaricabile potesse darci un motivo valido per tornare a indossare la tuta. Purtroppo, ciò è vero solo in parte, perché non tutte le nuove caratteristiche a cui avremo accesso ci hanno coinvolto nella loro acquisizione e uso.

C’è da fare una precisazione: noi abbiamo giocato l’espansione Hot Garbage dopo aver completato la campagna e speso qualche altra ora per potenziarci il più possibile come raccontato nella recensione del gioco base, ciò significa che quando siamo atterrati sul paradisiaco pianeta DL-C1, eravamo attrezzati all’incirca con la migliore tecnologia fino a quel momento acquisibile. In uno scenario di questo tipo, ci siamo sentiti già di gran lunga al di sopra delle forze nemiche in quanto ad abilità. I nuovi potenziamenti seguono le stesse dinamiche già imparate a conoscere e includono miglioramenti alla salute, alla resistenza che diventa illimitata e lo scanner si fa più preciso per individuare i nuovi collezionabili rappresentati da delle cartoline. Se come noi avete praticamente elevati livelli sia di salute che di resistenza, l’impatto delle nuove abilità è quasi impercettibile ed è strano che un contenuto indirizzato a chi si presume abbia già finito il gioco, sia invece più adatto a chi deve ancora completare Journey to the Savage Planet. A seconda delle vostre statistiche, quindi, l’esperienza potrebbe essere un po’ diversa dalla nostra.

Fortunatamente Hot Garbage mantiene lo stesso humor che avete imparato ad apprezzare, riuscendo comunque a non farvi mai annoiare. La Kindred Aerospace ci ha spediti a indagare sulle azioni criminali della Vyper Corp, un’altra società che si basa su principi non proprio etici e che sta scaricando rifiuti tossici in tutta l’isola su cui vogliamo costruire il resort per anziani “Boomerdale” – il nome è già tutto un programma. La tossicità è una vera grana per i futuri profitti della Kindred Aerospace, mentre l’inquinamento è solo un fattore secondario. Con queste premesse inizieremo a esplorare le varie sezioni che compongono l’isola, in modo più lineare rispetto a quanto abituati a fare, ma è anche perché la storia in questo caso delinea maggiormente il nostro percorso. La struttura Metroidvania, pur non brillando, rimane però intatta e si esplicita al meglio in due sezioni chiave: la prima ci mette al cospetto di alcuni cerchi di gas fucsia che ci danno la possibilità di “volare” percorrendo sospesi in aria una distanza maggiore, mentre la seconda, ormai quasi alla fine del dlc, ci richiede di sbloccare l’anti-commozionatore tossico per la tuta così da viaggiare in zone ad alto contenuto di tossine e addentrarci nel covo di Kronus.

La strada per arrivare al cervello dietro tutte le macchinazioni sarà disseminata di scontri contro guardie robot che andranno sconfitte esponendone prima i punti deboli. Capire come non risulta molto difficile se ormai riuscite ad associare i colori e gli elementi presenti intorno a voi agli scudi dei robot. Vista la potenza di fuoco e la mobilità a disposizione delle macchine, gli scontri si fanno un po’ più movimentati rispetto a quanto abituati a vedere in precedenza, soprattutto lo scontro finale con il boss cerca un po’ di farci muovere per tutta l’area sfruttando massicciamente la nuova meccanica dei cerchi di gas. Trasformando il pavimento in lava – i vecchi meme non muoiono mai – l’unico modo per sopravvivere e colpire il nemico è sfruttare la spinta del jetpack passando di cerchio in cerchio. Ogni cerchio ricarica l’indicatore, permettendoci di librarci in aria per un tempo maggiore. La scelta è sicuramente appropriata ed è in questo frangente che si nota di più ciò che ci ha inizialmente colpiti di Journey to the Savage Planet. In libera esplorazione molti dei punti sono raggiungibili anche facendo affidamento sui normali potenziamenti della tuta ottenuti nel corso della precedente partita, ovviamente con lo svantaggio di impiegarci qualche minuto in più per raggiungere una sporgenza.

La spinta a esplorare ogni angolo del pianeta non è così forte come in passato, complici potenziamenti poco impattanti e alcuni mal sfruttati come gli stivali in grado di farci camminare sott’acqua. Nel corso dell’avventura non vengono mai davvero coinvolti nei livelli da affrontare, invece poteva essere interessante avere accesso anche a un livello sott’acqua con puzzle ed enigmi da risolvere al posto di spingerci a una “nuotata” per cercare collezionabili. A un prezzo di 7,99 euro, comunque, tutti i giocatori che hanno apprezzato Journey to the Savage Planet troveranno una folle storyline che potrà impegnarli tra le 3 e le 4 ore. Se vi approcciate al gioco per la prima volta potreste addirittura trovare Hot Garbage più stimolante e complesso da affrontare visto che difficilmente al Bioma 3 avrete raggiunto un livello tale da sentirvi più forti della sfida proposta. Noi abbiamo recensito il gioco su PS4, ma tutti gli utenti Xbox con una sottoscrizione al Game Pass attiva possono provare Journey to the Savage Planet senza ulteriori spese ed estendere il divertimento acquistando il DLC.