Il segreto è il sistema Fireteam

Anteprima della campagna single player e della modalità multigiocatore di Medal of Honor: Warfighter, il nuovo sparatutto di Electronic Arts. Riuscirà a dare filo da torcere a Call of Duty Black Ops 2? Scopriamolo insieme in questa preview!

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a cura di Tom's Hardware

Il segreto è il sistema Fireteam

Il giocatore potrà far crescere ogni classe separatamente, personalizzando il proprio personaggio con alcuni dettagli come la nazionalità e il colore o i motivi della mimetica. Anche le armi si potranno modificare, usando moduli in grado di amplificare i danni o di fornire nuove funzionalità agli strumenti di distruzione. In breve non ci vorrà molto tempo prima di trovare la combinazione ideale di classi e armi in grado di soddisfare ogni giocatore, ma sotto questo aspetto il sistema Fireteam gioca un ruolo principale.

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Bisogna infatti considerare che il gioco premia un'azione coordinata con il proprio compagno di squadra e per questo motivo bisognerà fare attenzione a scegliere con cura la classe prima di ogni partita, in modo da comporre un duo affiatato e in grado di sopperire l'uno alle mancanze dell'altro. Per intenderci, difficilmente due cecchini avranno speranze di portare a casa la pellaccia in una mappa ricca di vicoli stretti, mentre un cecchino in collaborazione con un demolitore o uno Spec Ops potrebbero riuscire a sviluppare una strategia vincente.

Durante la nostra prova abbiamo testato tre mappe. Nella prima, Somalia Stronghold, ci è stato chiesto di controllare le postazioni in modo da guadagnare punti e di raggiungere l'obbiettivo prima dell'avversario. In questa modalità i cosiddetti camper non avranno vita facile, visto che la nostra posizione è rivelata automaticamente agli avversari quando si avrà la possibilità di gettarsi nel cuore dell'azione. Inoltre sarà possibile vendicare la morte del proprio compagno, guadagnando un bonus.

La seconda mappa, Al Fara Cliffside, ci ha permesso di sperimentare la stessa modalità di quella precedente. Offre zone di combattimento ristrette, ma la sensazione generale è che gli spazi aperti non siano vasti come quelli di Battlefield 3. Allo stesso modo non si può dire che il level design di Medal of Honor: Warfighter sia simile a quello di Call of Duty. Molto probabilmente la risposta è una giusta via di mezzo.

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Nell'ultima mappa infine abbiamo dovuto piazzare una carica esplosiva (per il team attaccante) e proteggerla fino alla detonazione. In questo caso la lotta si sposta un po' di più sulla mappa a seconda degli obbiettivi da far saltare in aria. I difensori invece avranno il compito di disattivare le cariche il prima possibile, cercando di sfoltire le file nemiche, che avranno respawn limitati.

L'impressione è di trovarsi di fronte a un comparto multiplayer solido e divertente, soprattutto grazie all'introduzione del sistema Fireteam. La nostra speranza è di vedere mappe che possano dare giustizia anche ai cecchini. Per scoprirlo e per esprimere un giudizio definitivo dovremo aspettare il 25 ottobre, quando Medal of Honor: Warfighter sarà disponibile su PC, PS3 e Xbox 360.