Le origini del mito

Abbiamo provato a fondo il prologo dedicato alla nuova avventura del glaciale Agente 47, trovandoci di fronte ad una scommessa dal grande potenziale.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Le origini del mito

Il pacchetto iniziale ci riporta, per così dire, alle origini del mito. Un giovane Agente 47 è stato appena reclutato da Diana Burnwood, ossia colei che negli anni a venire diventerà non solo un ottimo agente di supporto dell'Agenzia, ma anche un prezioso alleato - forse l'unico - per l'algido assassino dalla cravatta rossa. IO-Interactive non si sofferma più di tanto sull'aspetto narrativo, probabilmente per approfondirlo in futuro.

La storia è infatti raccontata tramite poche e mirate scene di collegamento. Le sequenze, incastonate tra un incarico, sono poco esplicative ma riescono a creare, e giustificare, un tessuto narrativo coerente.

Dopo una breve digressione iniziamo subito la nostra carriera lavorativa in un complesso super segreto di proprietà dell'ICA (International Contract Agency), la multinazionale del crimine che in seguito diverrà il principale datore di lavoro dell'Agente 47. 

Hitman   Screenshot (9)

I due scenari introduttivi costituiscono semplici simulazioni in ambienti di dimensioni decisamente più contenute rispetto allo stage conclusivo, ma sono propedeutici per familiarizzare con le meccaniche di base.

Ciò ci consente di prendere subito confidenza non solo con le classiche abilità del nostro pericoloso alter ego digitale, ma anche con la risorsa più importante a nostra disposizione, ovvero l'ambiente. Quest'ultimo appare vivace, dinamico, imprevedibile e, soprattutto, ricco di opportunità da cogliere al volo per avvicinarsi ai bersagli designati muovendosi senza dare nell'occhio.

Hitman   Screenshot (11)

Il cuore pulsante del gameplay di Hitman si fonda proprio sull'abilità del giocatore di pazientare nell'ombra e studiare il momento propizio in cui passare all'azione. Sino ad allora però molti ostacoli si frapporranno tra noi e l'obiettivo. Primo fra tutti il problema della sicurezza.

A questo proposito possiamo distrarre le guardie e gli altri NPC creando un diversivo invitandoli così a indagare mentre sgattaioliamo alle loro spalle, oppure stordirli ed impadronirci dei loro abiti per mimetizzarci tra la folla e passare indisturbati tra le maglie della security. Ovviamente non prima di aver nascosto con cura i corpi.

Hitman   Screenshot (10)

Ciò ci darà libero accesso a determinate aree della mappa senza destare alcun sospetto. Alcuni personaggi, generalmente quelli che indossano i nostri stessi abiti (come camerieri, guardie, cuochi e cosi via), potrebbero insospettirsi facendo saltare la copertura lanciando l'allarme. In questo caso le soluzioni si riducono essenzialmente a due categorie: scappare e trovare un altro travestimento, oppure entrare in conflitto aperto con sparatorie e inseguimenti senza quartiere. Lo diciamo sin d'ora, la seconda opzione non potrà mai avere alcun lieto fine per l'Agente 47.

Sotto questo profilo, IO-Interactive sembra aver svolto a dovere il proprio lavoro, prendendo di peso quanto di buono è stato fatto in Absolution e calandolo in un contesto sandbox molto simile a quello visto in Blood Money, non a caso considerato all'unanimità il miglior capitolo della saga.