Magro bottino
Ultimo passo nell'universo di Spore è la condivisione tra utenti delle proprie creature. Per carità, un'idea eccellente considerate le innumerevoli combinazioni possibili, ma è anche l'unica modalità online che offre il titolo. Nessuna possibilità di fronteggiare le civiltà dei propri amici dunque, una lacuna non indifferente considerata che l'avventura in singolo dura mediamente una decina di ore al massimo (sette pianeti in tutto nei quali progredire). A mente fredda, verrebbe quasi voglia di dire che con l'uscita nel mese di giugno di Creature Creator l'ambizioso progetto di Will Wright aveva già espresso il massimo del suo potenziale, il che non è proprio un'opinione positiva considerato che includeva solo il 25% del gioco finale. Anche a livello tecnico, il risultato non cambia di molto, poiché gli effetti sonori tendono a nauseare (al contrario della colonna sonora) e l'aspetto grafico non si spinge oltre il minimal.
Chiaramente realizzato per soddisfare una clientela senza limiti di età, Spore si dimentica totalmente di essere un vero videogame, proponendo un gameplay di una banalità imbarazzante. Fortunatamente, lo stupendo editor delle creature rivela la vera natura del titolo, peraltro interamente costruito intorno a questo fantastico tool. Spore non è quindi una delusione vera e propria ma al tempo stesso non si rivela il capolavoro assoluto che buona parte di noi si attendeva.
Ora non resta altro che attendere i primi sintomi della "sindrome Sims", ovvero la comparsa delle prime espansioni, che speriamo riescano ad arricchire un contenuto piuttosto fragile e, magari, a generare il desiderio di ricominciare tutto dall'inizio. Comunque vada, la nuova macchina made in Maxis è in marcia e difficilmente qualcuno riuscirà a frenarla, neppure qualche opinione non molto lusinghiera come la nostra.
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