Editor e poco altro

Atteso come il messia da milioni di potenziali acquirenti, Spore è finalmente sbarcato sul pianeta Terra. Da semplice organismo unicellulare alla conquista spaziale, l'ultima creazione di Will Wright è decisamente ambiziosa, ma i difetti non mancano.

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a cura di Tom's Hardware

Editor e poco altro

Inutile negarlo, l'unico aspetto realmente interessante di Spore è il suo editor interno. Al di fuori di esso, infatti, il titolo di Electronic Arts non è altro che uno strategico in tempo reale in versione ultra semplificata. Troppo per un giocatore abituato a scontrarsi con gameplay profondi e dalla difficoltà progressiva. Certamente, le azioni variano ad ogni fase grazie all'evoluzione tecnologica dei nostri organismi vivi ma, purtroppo, alla lunga tendono a ripersi l'un l'altra. Inoltre, il tutto potrebbe concludersi in poche ore, troppo poco per un titolo dal carattere così ambizioso.

A rimescolare leggermente le carte in gioco ci pensa la sezione spaziale, l'ultimo grande passo nell'espansione della propria civiltà. In questo contesto è possibile, oltre che girovagare di pianeta in pianeta, intraprendere delle azioni di varia natura, dai contatti diplomatici con le altre razze alla colonizzazione di nuove terre, dai commerci allo sviluppo territoriale, e via discorrendo. Una sorta di Civilization, insomma.

Tuttavia, che si tratti di espandere il proprio impero o di accontentare un vicino, gli obiettivi si riassumono quasi sempre nella raccolta di oggetti rari o nello sterminio di determinate razze animali e vegetali. Inoltre, dopo aver colonizzato un pianeta si è sempre costretti a realizzare nuovi edifici, un aspetto piuttosto noioso che non agevola affatto il sistema di gioco.

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