The Callisto Protocol potrebbe diventare un franchise

I piani del team di sviluppo non si limitano a un solo capitolo: The Callisto Protocol potrà diventare un franchise?

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a cura di Alessandro Adinolfi

Il 2 dicembre 2022 debutterà finalmente The Callisto Protocol. L'horror game, sviluppato dal papà di Dead Space, è stato cambiato nel corso del tempo, arrivando anche a staccarsi dall'universo di PUBG, concept con il quale era stato annunciato inizialmente. Il titolo potrebbe però non essere l'unico: l'intenzione del publisher e sviluppatore è infatti quella di inaugurare un vero e proprio franchise.

A svelare le intenzioni dietro i possibili piani del team di sviluppo per questa IP ci ha pensato Chris Stone, in una lunga intervista con PCGamesN. Stone ricopre il ruolo di Chief Creative Office in Striking Distance Studios. "Vogliamo che The Callisto Protocol sia l'inizio di un franchise", le parole di Stone. Tra il dire e il fare, però, c'è di mezzo il mare. Le dichiarazioni di Stone, infatti, si riferiscono esclusivamente ai piani per il futuro del gioco e della serie. Nulla è stato deciso, ma ci sono alcuni elementi che potrebbero indirizzare l'IP sulla strada giusta.

Il primo, grande elemento è sicuramente la separazione dall'universo di PUBG. In questo modo il team di sviluppo ha le mani completamente libere da eventuali legami con la lore del Battle Royale. Il secondo, invece, è la ricezione del pubblico. The Callisto Protocol è sicuramente un gioco molto atteso e un eventuale successo a livello di vendite (e di critica) potrebbe spianare la strada a un sequel, uno spin-off e qualsiasi altro prodotto che trasformi l'IP in un vero e proprio franchise.

"Mentre lavoravamo sulla storia, il titolo è diventato sempre più grande proprio a livello di lore, fino a quando abbiamo capito che si tratta di un gioco a parte", le parole di Stone. E chissà se magari qualche idea non sia proprio stata scartata, in favore magari della speranza di un eventuale sequel? Tutte le porte sono aperte: ora la palla è nelle mani dei giocatori, degli editori e ovviamente dello studio di sviluppo.