Victoria 3: il ritorno di un mito | Intervista a Game Director e Lead Game Designer del gioco

Victoria 3 è finalmente realtà: per saperne di più abbiamo parlato direttamente con il game director e il lead game designer del gioco.

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a cura di Giacomo Todeschini

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Nei giorni scorsi Paradox ha deciso di mandare in totale visibilio i propri fan annunciando durante il PDXCON Remixed Victoria 3, ossia il terzo attesissimo episodio di quella che è molto probabilmente la saga più nota e amata del celebre publisher. Immenso, vasto, estremamente articolato e soddisfacente: questi sono solo alcuni dei termini con cui si potrebbe descrivere l'oramai iconico secondo capitolo, a cui Victoria 3, in base a quanto abbiamo avuto modo di vedere, sembra proprio voler rendere onore. Un gestionale, ma soprattutto society sim, che si preannuncia fin da ora completo sotto ogni punto di vista e che promette di fare la gioia di ogni amante del genere che si rispetti. Al lancio, di cui purtroppo non sappiamo neanche un periodo indicativo, sembra mancare ancora molto, ma Victoria 3 pare proprio avere fin da ora imboccato la strada giusta.

Proprio per celebrare il fresco annuncio di Victoria 3, oltre che ovviamente anche per volerne sapere il più possibile, abbiamo scambiato qualche parola con Martin Anward e Mikael Andersson, rispettivamente Game Director e Lead Game Designer del gioco.

Victoria 3: intervista a Paradox Interactive

Cosa si prova a riprendere in mano un franchise storico e apprezzato come quello di Victoria? Si fa sentire un po’ il peso di lavorare a un nome così importante o è più l’onore di ridare lustro a una saga tanto celebre nel suo panorama?

Martin Anward: È sicuramente un onore poter lavorare a Victoria 3 e sono veramente felice di fare parte di questo progetto, di un qualcosa che è così tanto amato dai fan e per cui tanto si è discusso negli ultimi anni. È certamente un onore, ma anche una grande responsabilità. Lavorare su un progetto del genere è difficile, perché il rischio di fallire è sempre dietro l’angolo e le aspettative da soddisfare sono molte, ma allo stesso tempo credo che la bellezza di poter lavorare a un titolo come Victoria 3 sia decisamente maggiore rispetto alle sfide che potrebbero presentarsi.

Victoria 2 è sicuramente un gioco incredibilmente soddisfacente, ma anche complesso e dotato di numerose meccaniche. Da quanto visto dalla presentazione di qualche giorno fa Victoria 3 non sembra assolutamente esserne da meno: avete pensato a qualche modo per cercare di favorire i primi passi di un neofita o Victoria 3 è pensato soprattutto per gli strateghi più navigati?

Mikael Andersson: Sicuramente vogliamo assicurarci che i fan del franchise si trovino a casa e si divertano un mondo in Victoria 3. Questo vuol dire che dobbiamo rispettare e soddisfare le loro aspettative, senza tradirle per cercare di catturare un nuovo e differente pubblico. In Victoria 3 ci saranno molte meccaniche con cui i fan di vecchia data si sentiranno famigliari, ma, allo stesso tempo, il tutto è stato riconsiderato per valutarne a fondo il fit con il gioco che stiamo creando. Tutto ciò prende una grande importanza anche nel facilitare l’approccio dei nuovi giocatori: per quanto Victoria 3 renderà onore ai suoi predecessori, si tratterà di un gioco in grado di reggersi sulle proprie gambe e di non essere solo un more of the same dei precedenti titoli. Non sarà quindi assolutamente necessario aver giocato i primi Victoria per potersi godere al meglio questo terzo capitolo.

Martin Anward: Per facilitare l’approccio dei nuovi giocatori, ma anche per tutti coloro che vogliono approfondire le meccaniche di base del gioco, stiamo anche lavorando a un tutorial, che è ancora in fase di prototipazione e di cui non siamo ancora pronti a parlare in maniera estesa. Si tratta comunque di un qualcosa di imprescindibile in un gioco come Victoria 3.

Mikael Andersson: Una cosa che posso dire è che tale tutorial non porterà i giocatori ad approfondire ogni singola meccanica, ma sarà pensato soprattutto per facilitare l’introduzione al gioco nel più breve tempo possibile. Per immergersi nelle profondità del gameplay di Victoria 3 bisognerà quindi leggersi il manuale presente nel gioco e le varie descrizioni dei differenti tool. Sarà insomma fondamentale anche fare la conoscenza di Victoria 3 giocando e non solo spolpandosi il tutorial iniziale.

Un momento che ci ha particolarmente colpito nel corso della presentazione è sicuramente quello relativo alla negoziazione tra due stati agli albori di un possibile conflitto. Abbiamo visto un menu in cui i due contendenti aggiungono sempre nuove carte al tavolo, come in un gioco di forza, tirando anche in ballo nuove nazioni. Da una piccola scaramuccia in pochi passi si passa quasi a rischiare un conflitto mondiale. Potete raccontarci qualcosa in più rispetto a questa particolare meccanica e al suo funzionamento?

Martin Anward: Queste situazioni capitano quando si vuole qualcosa da un’altra nazione, come assoggettarla o chiederle un tributo. Ovviamente il tutto non deve per forza di cose risolversi in una guerra ed è anzi assolutamente sconsigliato arrivare alle armi. In queste situazioni ci si ritrova quindi a negoziare, con entrambe le parti che possono aggiungere nuove carte al tavolo per far valere le proprie ragioni. Si tratta di una dinamica oltremodo articolata, in cui è possibile tirare in ballo anche nazioni terze con le più differenti promesse o minacce. Si tratta di un sistema davvero complesso e colmo di variabili a cui stiamo lavorando molto, soprattutto per rendere l’IA il più verosimile possibile nelle sue scelte.

In Victoria 3 la battaglia è però quasi sempre sconsigliata, visto che si tratta di un titolo che ha come focus particolari la politica e l’economia. Spostandoci proprio su quest’ultimo elemento, come funzioneranno le tratte commerciali?

Mikael Andersson: Purtroppo i dettagli precisi su come funzionerà esattamente il commercio in Victoria 3 sono un qualcosa di cui non siamo ancora pronti a discutere a fondo. L’obiettivo di questa meccanica è però in poche parole quello di permettere degli effetti notevoli per entrambi le parte in causa, sia per chi propone uno scambio che per chi lo accetta. Anche in questo caso si tratta di un qualcosa di molto complesso e su cui stiamo ancora lavorando, sono parecchie le idee che stiamo considerando e che potrebbero o meno fare parte del sistema di commercio di Victoria 3.

Restando sempre sul tema del commercio, sarà possibile scambiare con altre nazioni anche qualcosa in più dei semplici beni? Ad esempio qualche brevetto, qualche particolare scoperta tecnologica o, che ne so, magari anche qualche personalità di spicco?

Martin Anward: Il poter commerciare e scambiare scoperte tecnologiche è per esempio propria uno degli aspetti che stiamo attualmente valutando, ma su cui non abbiamo ancora preso una decisione definitiva. Si tratta di un qualcosa che avrebbe senso in Victoria 3, ma non vogliamo che sia possibile poter mettere le mani su ogni singola tecnologia semplicemente scambiandola. Si tratterebbe di qualcosa in grado di rompere facilmente il bilanciamento e l’economia di gioco e non è ovviamente quello che vogliamo che accada. Ci farebbe certamente piacere inserire tale meccanica in Victoria 3, ma essa deve essere presente in un modo sensato e senza scombussolare gli equilibri di gioco.

Victoria 3 avrà ovviamente un occhio di riguardo particolare anche per tutto ciò che avviene all’interno di una nazione e non solo sui suoi rapporti verso l’estero. Sono decisamente numerosi gli indicatori  da tenere sott’occhio, come il livello di cultura o di benessere della nostra popolazione, ma ce n’è qualcuno che ci consigliereste particolarmente di non sottovalutare?

Martin Anward: Direi assolutamente lo standard di vita dei cittadini, si tratta di qualcosa da non mettere assolutamente in secondo piano. Il tenore di vita della popolazione ha infatti effetti su numerosi aspetti di Victoria 3, non solo sulla mortalità e la fertilità delle persone, ma anche sulla politica e l’economia dell’intera nazione. Avere una popolazione molto povera ci inibirà infatti anche diverse opzioni sul piano diplomatico, rendendoci per esempio sempre più arduo commerciare con gli altri stati. Victoria 3 è pieno di indicatori da tenere in grande considerazione per valutare lo stato del proprio popolo e della propria nazione, ma se ne dovessi scegliere solo uno si tratterebbe proprio dello standard di vita delle persone.

Da buon society sim e strategico che si rispetti, in Victoria 3 ogni nostra decisione avrà delle conseguenze. Approvare nuove leggi ci inimicherà ad esempio alcuni gruppi politici e ce ne farà amici altri, studiare una nuova tecnologia porterà vantaggi ma anche svantaggi. Possiamo quindi chiamare Victoria 3 il gioco dei trade-off? Credete sia una definizione adeguata o utilizzereste qualche altro termine per descriverlo?

Mikael Andersson: Questa è veramente un’ottima domanda. I trade off sono sicuramente qualcosa di molto importante sia in Victoria 3 che in ogni strategico, visto che sono proprio queste scelte a permettere a ogni giocatore di focalizzarsi sul proprio stile di gioco. Se un’azione portasse solo dei benefici non ci sarebbe del resto nulla di strategico nella decisione sul portarla a compimento o meno. D’altro canto, non vogliamo che i trade off di Victoria 3 abbiano più o meno sempre dei pro/contro equivalenti tra di loro. Si tratta di un argomento di game design molto delicato e abbiamo cercato di fare in modo che ogni scelta che ci si troverà a fare in Victoria 3 abbia sia degli aspetti positivi e negativi, ma anche che abbia una soluzione con un maggior senso in base alla nazione che stiamo interpretando. Affidarsi al libero mercato è ad esempio un qualcosa che ha sicuramente dei rischi, ma si tratta di una strada sicuramente consigliata per le piccole nazioni sprovviste di un gran numero di risorse. Forse anche con una politica isolazionista tali stati potrebbero cavarsela più che egregiamente, ma è chiaro come il libero commercio sia una strada con maggiori benefici in questo particolare caso.

Martin Anward: Esatto, ogni scelta che ci si parerà dinnanzi in Victoria 3 potrà essere risolta con una particolare commistione tra quello che è lo stile di gioco del giocatore e quelle che sono le caratteristiche della nazione scelta. Ogni stato avrà le sue sfide e starà a noi capire come affrontarle nel migliore dei modi.

In Victoria 3 sarà possibile impersonare praticamente qualsiasi nazione presente nel panorama mondiale del 19esimo secolo. Sarà possibile prendere anche un piccolissimo stato e farlo diventare una grande potenza o sarà particolarmente complesso sfuggire all’egemonia dei più grandi imperi del tempo?

Martin Anward: Mettersi nei panni di una piccola nazione vorrà dire cercare di sfruttarne al massimo le caratteristiche. Anche prendendo due nazioni con all’incirca il medesimo livello economico iniziale, saranno infatti molte le caratteristiche da tenere in considerazione, come il numero di abitanti o l’espansione del proprio territorio. Prendendo come esempio il Texas, sicuramente non una delle potenze più grandi del tempo, la vittoria potrebbe essere conseguita alleandosi con qualche grande stato e favorendo l’immigrazione, in modo tale da ottenere il massimo dalle estese lande del luogo. Per trionfare nei panni di una piccola nazione sarà insomma necessario sfruttare al massimo ogni singola risorsa e, soprattutto, farsi i giusti alleati. Vogliamo che anche il giocare con gli stati meno potenti possa essere una scelta possibile e che farlo, per quanto sfidante, possa essere divertente.

Mikael Andersson: Ci saranno comunque meccaniche nel gioco che favoriscono sotto certi versi le piccole nazioni e renderanno più semplice anche per il giocatore decidere di imbarcarsi in un’avventura con una di esse. Conquistare indiscriminatamente territori, cosa possibile soprattutto nei panni delle maggiori potenze del tempo, non porterà ad esempio solo vantaggi come in altri titoli. Prendere possesso di una nuova porzione di territorio metterà infatti in gioco nuove sfide e minacce, non solo da parti terze in risposta alla nostra politica aggressiva, ma anche interne ai nuovi possedimenti. Abbiamo fatto in modo che in Victoria 3 abbia un senso anche staccarsi qualche territorio e renderlo indipendente, per evitare problemi economici importanti o, peggio, dure rivoluzioni. Mettersi con successo nei panni di una piccola nazione in Victoria 3 sarà quindi sicuramente una scelta possibile.

Nell'attesa che aprano i preorder di Victoria 3, potete consolarvi con l'immenso Crusader Kings 3!