Come ti stupisco

Con l’uscita di Virtua Fighter 5 su PlayStation 3 (e prossimamente su Xbox 360), il mercato della nuova generazione subisce un secondo ed importante innesto nel comparto dei picchiaduro, in seguito ad una prima esperienza piuttosto discutibile targata Dead or Alive 4.

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a cura di Tom's Hardware

Come ti stupisco

Per quanto riguarda il motore grafico, Virtua Figher 5 merita ben oltre un semplice commento. Già a sua volta soddisfacente in arcade (che ricordiamo girare su scheda Lindbergh), il neo picchiaduro di Sega-AM2 trova in PlayStation 3 un hardware sufficientemente potente da poter gestire ogni singolo aspetto della versione originale. Notiamo così delle ambientazioni di gioco piuttosto ben concepite, che lasciano maggiormente impressionati in occasione dei paesaggi a campo aperto. Le uniche note dolenti delle arene riguardano la definizione di alcune texture dei paesaggi a bordo ring o la rappresentazione poco complessa dell’acqua e della neve, ma sono sufficienti un paio di effetti luce e la gestione in tempo reale dei riflessi per ricompensare il tutto. D’altra pasta i personaggi, modellati con una cura difficilmente riscontrabile in altri picchiaduro presenti in commercio. Dalle animazioni (in buona parte riciclate da VF4 Evo) alle texture della pelle, i combattenti sprigionano una qualità a dir poco impressionante. Analizzando da vicino un braccio maschile, ad esempio, è possibile ammirare i rigonfiamenti delle vene, i peli, le imperfezioni della pelle o addirittura le pieghe nei palmi delle mani. Di notevole impatto anche la fisica dei capelli (che non finiscono nella schiena, a differenza delle folte chiome di Dead or Alive 4), degli abiti (animati unicamente alle estremità) e di eventuali accessori, come catenine, orecchini e così via.

Il tutto è ulteriormente affinato da effetti luce ed ombre che mutano a seconda dell’esposizione alle fonti di luce. Pazzesco. Meno brillante, invece, il comparto audio, altalenante per via di qualche traccia poco ispirata (quella techno è orribile). Gli effetti sonori, dal canto loro, riescono quasi sempre a convincere, mutando di intensità a seconda del colpo inflitto. Piuttosto patetico, ma originale, il commento vocale (disattivato di default), che spesso e volentieri si lascia andare in commenti assurdi, che nella loro demenzialità hanno comunque il pregio di strappare un sorriso. Un’opzione inutile, a voi la il piacere di scoprirla.