Mai come prima

Con l’uscita di Virtua Fighter 5 su PlayStation 3 (e prossimamente su Xbox 360), il mercato della nuova generazione subisce un secondo ed importante innesto nel comparto dei picchiaduro, in seguito ad una prima esperienza piuttosto discutibile targata Dead or Alive 4.

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a cura di Tom's Hardware

Mai come prima

La particolarità del sistema di gioco di Virtua Fighter 5 risiede principalmente nella moltitudine di variabili che possono caratterizzare ogni singolo round. A programma, è possibile eseguire differenti tipologie di colpi che, come anticipato, variano a seconda di uno dei 17 combattenti. In linea generale, comunque, troviamo sempre un elenco dei comandi monopolizzato da mosse normali, prese, attacchi bassi, attacchi alle spalle, attacchi in salto, attacchi a muro (ove possibile) e contromosse, ognuno dei quali è qualificato dalla propria combinazione di tasti. Ma la vera particolarità, che è poi lo spunto primario per distinguere i differenti stili di arti marziali, sono le combo correlate ad una o più tecniche. Solitamente attivabili premendo tre tasti più un direzionale, queste singole animazioni (coreografiche, e che quindi non infliggono nessun danno) possono essere seguite da una mossa altrimenti irrealizzabile.

Lion, tanto per citarne uno, ha dalla sua il Tourou Maifuku, uno stile di combattimento che, attivandolo, gli permette di portare a termine uno dei nove attacchi a sua disposizione. Con questa peculiarità, Sega ha sempre assicurato una longevità non indifferente al suo titolo, scemando ogni possibile percezione di uguaglianza che spesso subentra tra personaggi di uno stesso picchiaduro (vedi Tekken e il suo esercito di cloni…). Per finire, Virtua Fighter 5 introduce la nuova Offensive Move, creata per agevolare lo spostamento intorno ad un personaggio e colpirlo di conseguenza da più punti di vista. Ci voleva.

Tutti alla pari

Già corretto in Virtua Fighter 4 Evolution, il bilanciamento delle forze (e degli stili) ha conosciuto un ennesimo aggiornamento in questo quinto capitolo della saga. Troviamo così qualche lieve modifica nella realizzazione di alcune combo e un dovuto adeguamento della loro velocità di esecuzione, una scelta dettata anche dall’esigenza di implementare due nuovi volti per la serie, El Blaze, il lottatore messicano di wrestling, ed Eileen, ragazzina esperta nel Kung Fu detto “della scimmia”. Sempre di pari passo con l’episodio precedente, l’utilizzo della guardia è un punto fermo della giocabilità di Virtua Fighter 5, al punto da tramutarsi nel tasto (Quadrato) più abusato nel corso dei combattimenti. L’aggressività della CPU ai livelli più elevati, infatti, è talmente solida da imporre un certo tatticismo alle sfide. Da qui nasce nuovamente la necessità di impratichirsi nel Dojo Mode o, ancora meglio, di affrontare il Quest Mode, creato ad hoc con una rigorosa curva d’apprendimento progressiva.